RENATO GUTTUSO

Fino 18 dicembre 2016, le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia ospitano una mostra dedicata a Renato Guttuso, uno dei più significativi rappresentanti dell’arte italiana contemporanea.

Le nature morte di Renato Guttuso costituiscono, dalla fine degli anni Trenta, una componente essenziale della sua produzione e un punto di riferimento per gli artisti della sua generazione. L’artista indaga ossessivamente una serie di oggetti che si animano nelle tele e che diventano i protagonisti indiscussi delle opere grazie alla straordinaria forza espressiva e alla potenza cromatica.

La rassegna presenta cinquanta opere provenienti da prestigiose sedi espositive tra le quali il MART Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, la Fondazione Magnani Rocca, i Civici Musei di Udine, il Museo Guttuso, la Fondazione Pellin e alcune importanti collezioni private, e offre al pubblico una prospettiva inedita e di grande fascino sul percorso artistico del maestro siciliano, studiando la forza delle cose rappresentata nei suoi lavori.

La carica travolgente delle nature morte di Guttuso è certamente una caratteristica distintiva della sua pittura. La mostra presenta una serie di capolavori che documentano, negli anni Quaranta, con Natura con drappo rosso (1942) l’impegno dell’artista a testimoniare la drammatica condizione esistenziale, imposta dalla dittatura e dalla tragedia della guerra, cui si contrappone, come una bandiera, il grande panno, rosso squillante; nel dopoguerra, con Finestra (1947) o Bottiglia e barattolo (1948), il crescente interesse verso la sintesi postcubista picassiana, che rivela il profondo impegno dell’artista nel recupero della cultura artistica europea; per arrivare, negli anni sessanta, a una nuova fase della pittura guttusiana, che rivela una dimensione più meditativa, derivante anche dalla elaborazione, nei suoi scritti, dei temi del realismo e dell’informale, visibile ne Il Cestello (1959), La Ciotola (1960) e Natura morta con fornello elettrico (1961).

L’esposizione si conclude con una selezione di dipinti della fine degli anni settanta-inizio anni ottanta, periodo in cui la continua ricerca del reale di Guttuso si accentua per dare vita a celebri dipinti come Cimitero di macchine (1978), Teschio e cravatte, Bucranio, mandibola e pescecane (1984) che diventano metafore e allegorie del reale.

Durante la sua carriera Renato Guttuso ha collaborato con importanti scrittori come Moravia e Vittorini, scultori come Manzù e Moore, poeti come Pasolini e Neruda, registi come De Sica e Visconti, musicisti come Luigi Nono e artisti come Picasso. Questi rapporti influenzeranno i suoi lavori e ispireranno non solo dipinti, ma anche illustrazioni per libri, scenografie teatrali, collaborazioni cinematografiche, sodalizi letterari e politici.

Il percorso della mostra è arricchito da una serie di fotografie – in parte inedite – concesse dagli Archivi Guttuso, che permettono di approfondire la vita dell’artista, raccontandone abitudini, amicizie e curiosità.

Approfondimenti video messi a disposizione da Rai Teche, consentono ai visitatori di avvicinarsi ulteriormente all’artista e alla sua opera, ascoltando la sua voce, vedendolo dipingere.

Accompagna l’esposizione un catalogo Skira che, oltre ai saggi dei curatori, vanta un contributo di Antonello Negri, professore ordinario di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università degli Studi di Milano.

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