LA DINASTIA DE’ MEDICI AI GIORNI NOSTRI

Ero a casa di amici a Firenze questo fine settimana, dove con apparente pigrizia abbiamo conversato della “dinastia de’ Medici” davanti ad un grande camino acceso di fiamma e desiderio di “dignità”… dentro una società che sempre più velocemente sta dimenticando la parola “onore”.

Le grandi famiglie hanno partorito cardinali e banchieri, dalle cui file vengono reclutati politici e governanti che hanno il compito di legiferare perché le grandi famiglie divengano sempre più grandi. Non può che essere così! E in mezzo ci siamo noi, genti di un popolo al quale è stato concesso quel benessere necessario affinché continuasse a produrre ricchezza per tutti; o meglio, quella ricchezza di cui erano le stesse grandi famiglie a beneficiare, mentre per tutti gli altri gli era appena sufficiente a vivere un vita dignitosa.

Quando il benessere economico di un Paese dipendeva dallo sviluppo della sua base materiale – la produzione industriale di beni e servizi -, il popolo, coloro che lavoravano per produrre tali beni, godevano di un discreto benessere, potevano contare su tutele sociali garantiti (quello che chiamiamo “welfare”) ed esercitavano liberamente e pienamente i propri diritti democratici.

Tutto ciò, è durato circa un trentennio nella storia del capitalismo occidentale. Poi, cosa è successo? Le grandi famiglie, infastidite dalla vista del proprio macellaio che indossava l’ermellino comperato con il sudore del sangue delle bestie macellate, hanno deciso di globalizzare ogni cosa. La globalizzazione era la risposta migliore da dare a tutti quei “morti di fame” che stavano progressivamente acquisendo sempre più benessere e “potere”: prima il suffragio democratico universale, poi la rappresentanza sindacale nelle fabbriche e nei posti di lavoro, poi  ancora il conseguimento di nuovi diritti sociali, di sussidi e tutele economiche, poi l’aumento dei salari e la scala mobile, i diritti civili, la parità di genere, ecc. Fin tanto che ad Est c’era il socialismo reale, bisognava accontentare il più possibile, nei limiti contemplati dal sistema ovviamente, queste masse, altrimenti avrebbero potuto prendere esempio da quanto successo in Oriente e pensare di fare lo stesso. E poi, l’esistenza della cortina di Ferro rendeva impossibile l’espansione dei mercati a Est, così come era impensabile delocalizzare le industrie al di fuori della propria nazione. Crollato “il muro” e digitalizzata l’economia, attraverso internet e l’informatizzazione, la globalizzazione non ha più avuto ostacoli. Le grandi famiglie si sono potute organizzare e armare! Tant’è che oggi non hanno più bisogno del macellaio di fiducia perché la carne che gli occorre per preparare i banchetti nei palazzi gli arriva da ogni dove, quasi in tempo reale, con l’aeroplano di famiglia che atterra proprio davanti al castello.

Quando quindi si parla del rientro dall’estero dei soldi dei presunti evasori si sta parlando del nulla, perché queste grandi famiglie sono cittadine del mondo. Globalizzate, come i loro capitali, le loro industrie e la loro finanza. Nessuno le può toccare perché, come dicevo, loro stesse toccano; toccano al punto che ogni cosa diventa oro, oro per loro. Ciò che apparentemente accade dopo decisioni infinite è in realtà già deciso da tempo, concertato con quelle stesse grandi famiglie di cui si chiede il saldo del debito: il rientro di due milioni, in cambio di qualche agevolazione e privilegio. E’ la democrazia basata sulle lobby, tanto cara agli americani. Poi, vestito degli abiti di festa della democrazia, ciò che si è deciso viene confezionato dai Parlamenti.

Il nostro Paese, l’Italia, ha dato i natali alle famiglie tra le più ricche del mondo (provate a contare il numero dei cardinali). Per contestualizzare con un esempio che renda l’idea, la famiglia Riva ha un conto per le piccole spese a Londra di un miliardo e mezzo di euro, un po’ come per noi trovare in una tasca dei pantaloni cinquanta euro. Tanto per far intendere di quali cifre stiamo parlando: nel nostro Paese – una delle potenze mondiali -, si discute se decurtare il 25% della pensione a chi intende anticiparla, pur di risparmiare qualche centinaio di milioni d’euro, oppure se è meglio “ottimizzare” le spese della sanità (è così che chiamano i tagli ora!), per risparmiare sempre qualche centinaio di milioni che toglierà la salute agli italiani.

Noi però continuiamo ad indignarci perché il barista sotto casa o l’idraulico non ci hanno fatto lo scontrino e la fattura! Ma le grandi famiglie sono sempre quelle? No, perché nel secolo scorso con reciproca soddisfazione la nuova borghesia produttiva del mondo si è congiunta in matrimonio con le nobiltà, dando vita ad una nuova razza di grandi famiglie non più ricche, ma ricchissime. Quelle per cui sono stati inventati i mappamondi per giocare da casa!

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