L’Associazione Photolux porta a Lucca, in anteprima italiana, dal 19 novembre all’11 dicembre 2016, una mostra che presenta una piccola ma preziosa serie di vintage degli anni americani e una selezione delle molte immagini che Vivian Maier scattò nel corso dei suoi soggiorni a Champsaur in Francia ora conservate nell’archivio della Association Vivian Maier et le Champsaur.
Partendo dai materiali scoperti da John Maloof, la mostra, che è curata da Enrico Stefanelli, apre a una nuova lettura dell’opera di Vivian Maier e permette di indagare la parte meno conosciuta della sua biografia, legata alla terra natale materna.
Vivian Maier fotografava tutto ciò che le si presentava davanti, nelle grandi metropoli americane così come a Champsaur, una piccola valle delle Alte Alpi francesi. Il suo sguardo si soffermava sugli altri, sulle persone e le strade soprattutto, più raramente sui paesaggi.
Vivian Maier (1926-2009) nasce a New York da padre americano e madre francese. Nel 1932-1933 si trasferisce con la madre a Champsaur in Francia. Nel 1938 rientra negli Stati Uniti e torna in Francia soltanto nel 1950-1951 per mettere all’asta una proprietà di famiglia che le era stata lasciata in eredità. Nel corso di questo soggiorno scatta le sue prime fotografie “francesi”: percorrendo la regione in bicicletta cattura l’anima delle persone che la abitano, i contadini, i bambini, gli anziani con la stessa ossessione per la documentazione e l’accumulo che caratterizza la sua successiva produzione americana e rappresenta una delle chiavi principali della sua poetica.
Tornata a New York, con i soldi ricavati dalla vendita compra una Rolleifleix con la quale viaggiò negli Stati Uniti prima di stabilirsi a Chicago. Qui viene assunta come bambinaia dalla famiglia Ginsburg e dà libero sfogo alla sua passione per la fotografia, sviluppando i negativi e film nel bagno privato che ha a disposizione.
Tra il 1959 e il 1960 compie un lungo viaggio intorno al mondo e come ultima tappa sceglie Champsaur dove continua la documentazione della regione e dei suoi abitanti spostandosi in bicicletta e scattando moltissime fotografie. Negli anni successivi continua a lavorare come bambinaia e a scattare moltissimo, anche a colori, andando a costituire l’enorme archivio scoperto da John Maloof nel 2007.
La mostra si compone di 63 fotografie, di cui 48 relative al periodo francese e di manifesti cinematografici. E’ a cura di Enrico Stefanelli ed è realizzata in collaborazione con l’Association Vivian Maier et le Champsaur e fa parte del «Fondo francese Vivian Maier messo a disposizione dall’Association Vivian Maier et le Champsaur ».