ARCANGELO SASSOLINO A LONDRA

Repetto Gallery presenta nella sua sede londinese, in occasione di Frieze London, la mostra di un artista italiano contemporaneo che meglio rappresenta la sperimentazione sui materiali e sulla meccanica, sulla precarietà e sul contrasto tra forza e resistenza.

Matter Revealed è la prima mostra personale di Arcangelo Sassolino nel Regno Unito; un percorso curato da Luca Massimo Barbero nello spazio intimo e raccolto della Repetto Gallery in Bruton Street che ospiterà le opere dell’artista dal 27 settembre al 27 ottobre 2017.

Ilavori di Sassolino si caratterizzano per uno spiccato riferimento ad un senso di tensione costante, quasi un pericolo imminente che incombe sul visitatore: la scelta dei materiali, delle conformazioni, delle collocazioni delle opere nello spazio hanno come scopo quello di veicolare un senso estremo di precarietà e di instabilità.

Arcangelo Sassolino esplora i limiti e le infinite possibilità della forma e del contrasto tra staticità e dinamismo, tra forza e resistenza, tra equilibrio e rottura.

Il visitatore che si imbatte nelle opere di Sassolino vive momenti in cui l’attesa di qualcosa che dovrà accadere pervade l’ambiente: si è sempre convinti di essere sull’orlo, al limite di un accadimento minaccioso che possa rompere una stasi precaria ed estraniante.

Queste contrapposizioni fanno sì che il lavoro dell’artista si sviluppi su due direttrici che hanno però in comune un uso energico della materia e delle interazioni tra i diversi materiali: da un lato lavori dinamici, in cui i materiali subiscono costanti sollecitazioni meccaniche fino a soccombere a causa dello sforzo; dall’altro lavori quasi monolitici, in cui il dinamismo lascia il posto ad una collocazione statica nello spazio in posizioni transitorie e soggette ad una costante tensione.

Entrambi questi filoni rientrano in quelle che Sassolino stesso definisce “performance inorganiche” giocando, anche semanticamente, con la contraddizione in termini che questa descrizione implica. La materia inanimata diventa viva, si manifesta attraverso suoni e movimenti ma anche attraverso la sola presenza nello spazio, che essendo instabile, non è mera staticità.

“Con la manipolazione di certa tecnologia industriale, del suo brutale realismo funzionale ed estetico, cerco di dare concretezza a una sensazione di energica terminalità. Tento di propagare un impatto psicofisico vulnerabile”, afferma Arcangelo Sassolino, Applicando ai materiali quello che la fisica definisce fenomeni naturali quali la pressione, la velocità, la gravità ecc. sento di poter dare una nuova possibilità alla scultura”.

 La Repetto Galllery ospiterà cinque opere di Sassolino tratte da altrettante serie di lavori: Analisi, Igor, Mai più come prima e due Senza Titolo. Ciascuna di esse, essendo parte di un ciclo in continuo divenire, è unica nel suo genere poiché prodotta specificatamente per la mostra Matter Revealed pur riprendendo concetti e visioni già sperimentati.

Analisi è un blocco solido in acciaio, un monocromo fuori dagli schemi poiché il suo lato frontale è coperto da un velo di vernice bianca.  L’essenza di quest’opera è la sua posizione precaria, essendo appesa alla parete attraverso una fune d’acciaio. L’apparenza è di una forma leggera che libra nell’aria, ma la realtà racconta di un pericolo imminente, di un peso che potrebbe da un momento all’altro precipitare a terra rompendo una situazione di equilibrio incerto. Sassolino sfida la gravità e allo stesso tempo la utilizza per creare un momento artistico che è un vero e proprio avvertimento.

Sugli stessi concetti di tensione ed equilibrio fa leva Igor. Un pneumatico di un camion, gonfiato al massimo, viene strozzato da due putrelle che ne deformano la circolarità causando un conflitto di forze evidente all’occhio di chi osserva. L’acciaio delle morse costringe la ruota ad assumere una posizione ad essa innaturale; il copertone si oppone strenuamente alla pressione per tornare alla sua forma originaria ed interrompere così la lotta. Utilizzando la meccanica, l’artista forza il percorso della fisica violentandone il suo percorso naturale, ingabbiando la forma del pneumatico forzandone le atmosfere.

Mai più come prima evoca, già nel titolo, una situazione di cambiamento costante e un continuo divenire. Lunghe lastre in vetro sono strette le une alle altre da un morsetto in acciaio che, attraverso la pressione, riesce a tenerle insieme. L’installazione, appesa a parete, vive del contrasto e della tensione tra due materiali contrapposti: l’acciaio comprime il vetro tenendolo stabile ma allo stesso tempo ne compromette la fragilità poiché il punto di equilibrio che mantiene unito il lavoro è impercettibilmente vicino al punto di rottura che potrebbe mandare in frantumi le lastre.

Una lotta ancor più evidente e dinamica è quella alla base dell’opera Senza Titolo composta da un pistone idraulico ad olio e una trave di legno. Parte di un ciclo di opere simili esposte in alcuni importanti musei internazionali, Senza Titolo è tra i lavori più rappresentativi di Sassolino e tra quelli che meglio identificano la sua poetica. Posizionata sul pavimento, l’opera è azione e reazione poiché il pistone idraulico ad olio esercita una forza potentissima sulla trave in legno che le oppone una grande resistenza. Questo scontro da vita a rumori e suoni inquietanti e vivi i quali segnano inesorabilmente il soccombere della trave; essa, infatti, si spezzerà mettendo fine all’equilibrio e allo scontro.

Senza Titolo (Cemento), come Analisi, colpisce per la sua estetica ieratica ed estraniante. La forma è frutto di un processo industriale complesso fatto di gesti forti che lasciano però spazio alla casualità. Il tutto ha inizio con un foglio di policarbonato inserito all’interno di una pressa: questo procedimento crea una sorta di stampo dalla superficie irregolare su cui l’artista lancia del cemento che con il tempo si rapprende consentendo di eliminare la forma in plastica e liberare l’opera dal suo modello. Il risultato è un’opera maestosa e pesante, eppure fragile e dai contorni frastagliati. Il cemento, testimone del nostro tempo e protagonista di innumerevoli scempi architettonici, assume un senso diverso e viene nobilitato dal gesto artistico. “Cemento è come una polaroid”, spiega Sassolino. “Solo nel momento dello strappo dal supporto in policarbonato si forma il contorno e la superficie, levigata e lucida, viene esposta senza nessun intervento successivo. Questa opera è per me il sentimento del perimetro che non si risolve”.

Arcangelo Sassolino nasce nel 1967 a Vicenza, città dove vive e lavora.

I suoi lavori e le sue installazioni esplorano il comportamento meccanico, i materiali e le proprietà fisiche delle forze. Le opere richiedono un’attenta pianificazione e una ricerca approfondita poiché sono incentrate su una fisicità spinta e su forze applicate da o su un oggetto. La tensione, l’aspettativa e la consapevolezza del rischio – insieme all’estetica potente dei lavori – giocano un ruolo significativo nell’esperienza del visitatore.

Ad Arcangelo Sassolino sono state dedicate mostre personali in istituzioni quali il Contemporary Art Museum, Saint Louis (2016), la Frankfurter Kunstverein, Francoforte (2016), il MACRO, Roma (2011), il Palais de Tokyo, Parigi (2008), il Z33 Center for Contemporary Art, Hasselt (2010) e Art and the City, Zurigo (2012).

I suoi lavori sono stati inoltre esposti in gallerie e musei internazionali: 104, Parigi, MART, Rovereto, Peggy Guggenheim Collection, Venezia, FRAC, Reims, Autocenter e Mica Moca, Berlino, Tinguely Museum, Basilea, Swiss Institute, New York, CCC Strozzina, Firenze, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia, Kunsthalle, Goppingen, ZKM Karlsruhe e Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano.

Rossello Family Office di Cristina Rossello

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