UNA DINASTIA DI FOTOGRAFI: EDWARD, BRETT, COLE E CARA WESTON

Fino al 24 luglio, il Museo di Santa Giulia a Brescia ospita la mostra WESTON. Edward, Brett, Cole, Cara. Una dinastia di fotografi, uno degli appuntamenti più attesi della stagione fotografica italiana e fiore all’occhiello del programma della quinta edizione del Brescia Photo Festival, iniziativa promossa da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con Ma.Co.f – Centro della fotografia italiana che quest’anno verterà sul tema Le forme del ritratto.

L’esposizione, curata da Filippo Maggia, prodotta dalla Fondazione Brescia Musei e da Skira e progettata in stretta sinergia con la famiglia Weston, riunisce, per la prima volta, le fotografie di Edward Weston, dei figli Brett e Cole, e della nipote Cara.

L’esposizione, lungi dall’essere considerata come un ritratto di famiglia per opere, si configura come un racconto di esperienze artistiche che attraversa oltre un secolo di fotografia, di storia e di immagini di un mondo in costante cambiamento.


Edward Weston, Shell, 1927 Gelatin silver print © Center for Creative Photography, Arizona Board of Regents

Il percorso, allestito al Museo di Santa Giulia, presenta 80 opere dei quattro fotografi40 del solo Edward, tra cui i maggiori capolavori: dai ritratti plastici ai nudi che esaltano forme e volumi, dalle dune di sabbia agli oggetti trasformati in sculture, sino ai celebri vegetable – peperoni, carciofi, cavoli – e le conchiglie riprese in primissimo piano.

Spesso direttamente paragonata alla pittura e alla scultura, la fotografia di Edward Weston è l’espressione di una ricerca ostinata di purezza, nelle forme compositive come nella perfezione quasi maniacale dell’immagine. L’autore indaga gli oggetti nella loro quintessenza, eleggendoli a metafore visive degli elementi stessi della natura.


Brett Weston, Cracked Glass, 1955 ©Bridgeman Images

La ricerca di Brett Weston ridefinisce la rappresentazione della natura, dalla grande veduta al primo piano, in chiave astrattista; il fotografo sovente opera per sottrazione, isolando pochi elementi che graficamente, come fossero disegnati a matita sul foglio.

L’indagine formale di Cole Weston, fatta eccezione per la serie dei Landscape, si caratterizza per la fisicità dell’immagine, al punto che sembra di poter toccare gli elementi naturali che la compongono.


Cole Weston, Beach, Wales, 1994 © Cara Weston

L’aver visto centinaia di opere e aver curato, nel periodo in cui dirigeva la Weston Gallery, mostre di importanti autori americani, ha contribuito a sviluppare in Cara Weston un senso critico accurato che, traslato nella propria esperienza, induce un approccio alla fotografia meditativo e intenso.


Cara Weston, Dune Ridge II, Death Valley, 2012 Archival Pigment Print © Cara Weston

Aspetto d’eccellenza che caratterizza l’esposizione è stata l’opportunità di lavorare a stretto contatto con la famiglia Weston. La totalità delle immagini di Edward presenti in mostra è stata stampata dalla famiglia: alcuni scatti da lui stesso, altri dal figlio Cole, seguendo le istruzioni trasferite dal padre. Negli ultimi anni della malattia del maestro, i figli lo hanno infatti assistito in camera oscura, dando in questo modo vita ad una delle collezioni più organiche del ‘900, con cui Fondazione Brescia Musei ha avuto l’onore di potersi confrontare.

Commento di Cristina Rossello: “ Una mostra che evidenzia la  modernità del ‘900 insita nelle opere di Edward e dei  suoi figli Brett e Cole e della nipote Cara. Espressione di un filone filone narrativo che nel secondo Novecento che trasformerà tecnologicamente la fotografia con l’invenzione delle macro. Ma soprattutto opere che animano e giustificano i vuoti creati e capaci di sospendere ogni attimo.”

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