CASA DEL GOLDONI E LA SUA BIBLIOTECA: STORIA DI TEATRO E TRADIZIONI VENEZIANE

Venezia. Il Museo Casa di Carlo Goldoni, nello storico Palazzo Centanni a San Polo, presenta la mostra “Impronte di un Mascarer – luogo spazio e tempo del gesto” ideata da Gualtiero Dall’Osto e curata da Chiara Squarcina e Tobia Dall’Osto.

Ad essere proposto è un percorso espositivo di impronte e di maschere, maschere-impronte e impronte-maschere, attraverso l’esposizione di calchi negativi in alabastro, grandi mascheroni, quindi positivi, in cartapesta e resina, disposti sia al piano terra che al primo piano.
L’artista e ideatore del progetto, Gualtiero Dall’Osto, innesca molteplici e personali riflessioni su questi particolari oggetti “simbolo”, legati non solo alla Commedia dell’Arte -– a cominciare dalla riforma del teatro goldoniana – ma anche alla nostra contemporaneità, con un fil rouge che porta ad interrogarci sul significato della maschera del nostro tempo. Molteplici i significati della “maschera”, non ultimo quello strettamente connesso all’arte di chi la crea, il mascarer. Tuttavia Dall’Osto, nella sua “ossessione” d’artista, da tempo non si stanca di dimostrare che la maschera non è solo un semplice oggetto da indossare: è per l’artista una creatura, dotata di vita propria, con un dentro e un fuori, capace di trasmettere l’urlo muto di dolore o di indignazione per quanto accade intorno a noi ed è per questo motivo che la ripropone in una forma inusuale, drammaticamente ingigantita, come un’enorme tela sulla quale sviluppare una ricerca introspettiva e psicologica sulla maschera contemporanea.
“Infatti, proprio grazie all’intuizione di Dall’Osto di proporre questa inedita esposizione di sue creazioni si potranno analizzare i reconditi significati, alcuni anche antropologici, connessi alla maschera e al suo creatore. Si comprenderanno anche le fasi creative di questo “saper fare” e come si rapporti con la contemporaneità traducendo con vivida lucidità le inesauribili suggestioni, anticipa la Responsabile di Casa di Goldoni Chiara Squarcina.

Il progetto – evidenzia Mariacristina Gribaudi, Presidente di Fondazione MUVE – sarà l’occasione anche per focalizzare la storia di quest’arte. Non si dimentichi, infatti, che già nel 1271 a Venezia indossare la maschera era ampiamente documentato in quanto proprio in quell’anno i mascareri si riunirono in ‘arte’ insieme ai pittori. Una categoria che, grazie all’uso sempre più frequente delle maschere soprattutto durante le feste del Carnevale, riuscì ad ottenere il 10 aprile 1436 uno specifico statuto, detto “mariegola”, con il quale la Serenissima, regolamentando l’attività, ne riconosceva l’importanza e l’autorevolezza artistica”. “Il nuovo allestimento – spiega Chiara Squarcina dedica le tre sale del piano nobile ai temi principali del teatro goldoniano. Dipinti e arredamenti originali dell’epoca sono inseriti in allestimenti di scene attentamente ricostruite basandosi su alcune famose opere di Carlo Goldoni. Nella casa si trova inoltre un piccolo teatro delle marionette risalente al XVIII secolo. Il museo offre mezzi moderni per avvicinarsi alla figura del commediografo e al suo tempo. Importanti sono soprattutto l’archivio e la biblioteca (oltre 30.000 opere) di testi e studi teatrali con manoscritti autentici”.
A Casa Goldoni sono disponibili laboratori e percorsi attivi per grandi e piccoli: dalle marionette in gioco personalizzate, ispirate al prezioso teatrino esposto in museo, all’itinerario Carlo Goldoni nella Venezia nel Settecento, per scoprire la figura del grande commediografo veneziano e la sua rivoluzione teatrale, sullo sfondo della Venezia del Settecento, quando la città era una delle capitali della cultura europea.

Gualtiero Dall’Osto, Impronte di un Mascarer, ph Danilo Reato

Molto rilevante, come si accennava, la Biblioteca di Casa di Goldoni. “Le raccolte librarie e documentarie qui conservate fanno della Biblioteca di Casa Goldoni una delle principali biblioteche specializzate in materia teatrale, che raccoglie fondi relativi alla storia del teatro che confluirono dal Museo Correr. Il settore più consistente e documentato è naturalmente quello legato alla figura e all’opera di Carlo Goldoni, con il cospicuo fondo di edizioni dal Settecento al Novecento in oltre 30 lingue. La Biblioteca possiede inoltre una raccolta di materiale audiovisivo di circa 200 esemplari, in continuo aggiornamento. Di notevole importanza è la raccolta di libretti d’opera – circa 3.000 – dal XVII al XVIII secolo. Tra gli archivi conservati presso la biblioteca anche l’importante archivio della famiglia Vendramin fondamentale per la ricostruzione della vita dei teatri veneziani del Settecento e per l’attività di Goldoni al Teatro San Luca di Venezia.

Commento di Cristina Rossello: “I musei veneziani sono tesori inestimabili di storie e di opere d’arte. La casa del Goldoni con la sua Biblioteca è un’altra testimonianza della cultura veneziana e delle sue tradizioni. Interessante sarà riscoprire l’archivio di questo museo che ci farà conoscere e apprezzare meglio le commedie del teatro goldoniano del Settecento.”

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