150 ANNI FA LA PRIMA MOSTRA IMPRESSIONISTA: 15 APRILE 1874

Un gruppo di artisti provenienti da tutti orizzonti, tra cui Monet, Renoir, Degas, Morisot, Pissarro, Sisley e perfino Cézanne decisero liberarsi dalle regole e dai percorsi stabiliti e organizzare una mostra indipendente: nacque  così l’impressionismo.

Per celebrare questo anniversario, il Museo d’Orsay (Parigi) propone una prossima primavera una grande mostra dal titolo Paris 1874.

Cosa accadde esattamente nella primavera del 1874 a Parigi e quale significato possiamo dare oggi ad a mostra diventata leggendaria? Cosa sappiamo di un evento di cui non conserviamo alcuna immagine? e dove gli impressionisti erano in minoranza? Questa è la sfida della mostra al Museo d’Orsay e al Galleria Nazionale: entrare nella costruzione di un movimento artistico nel contesto di un mondo in crisi e in pieno cambiamento. Una selezione di opere apparse nella cosiddetta mostra impressionista del 1874 sarà messo in prospettiva con dipinti e sculture esposti contemporaneamente al Salon ufficiale. Questo confronto unico permetterà di rivivere ed evidenziare lo shock visivo delle opere esposte dagli impressionisti di quell’anno, ma anche per sfumarlo. Invito a riconsiderare i nostri aprioris – osservando da vicino questo dipinto e collocandolo nel contesto del suo tempo – Paris 1874 L’instant impressionniste

Il momento impressionista metterà in luce la ricchezza e le contraddizioni della creazione contemporanea in questa primavera del 1874, esaltando la radicale modernità del nascente movimento impressionista. La mostra farà il punto sulle circostanze che hanno portato questi 31 artisti (tra cui sette unici oggi universalmente rinomati) per riunirsi per mostrare la loro arte nella sua interezza indipendenza. Desiderosi di autonomia, contestando un sistema accademico che il più delle volte li rifiuta, Monet, Degas, Morisot, Pissarro e i loro amici o colleghi si riuniscono per esporre le loro opere al 35 boulevard des Capucines, nell’ex laboratorio del fotografo Nadar –, in una presentazione che non è omogeneo. Scene di vita moderna o all’aria aperta, con un tocco di tocco, velocemente eseguiti, si affiancano ai dipinti più convenzionali, così come alle incisioni, alle sculture e agli smalti. Da questo insieme di 165 opere, eminentemente diverse e inclassificabili, emerge un desiderio comune: quello di fare carriera, parallelamente – o in aggiunta – al percorso ufficiale. Ciò verrà evocato attraverso una selezione di dipinti e sculture esposte contemporaneamente al Palais de l’Industrie di Parigi in occasione del Salon: gigantesco evento annuale, evento della stagione, dominato da immensi dipinti mitologici, religiosi o storici con un “fare” raffinato, ma dove cominciano anche ad emergere nuove tendenze, più in contatto con la vita contemporanea.

L’evento comprenderà circa 130 opere, inclusa una serie capolavori degli inizi dell’impressionismo apparsi alla prima mostra nel 1874, nonché come importanti dipinti e sculture di artisti allora dominanti la scena artistica, come Gérôme, o Mercié, esposto e celebrato al Salon di quello stesso anno. La mostra includerà un notevole serie di paesaggi impressionisti e scene all’aperto, tra cui Impression, Rising Sun, dipinto fondamentale per la storia e la costruzione del termine e del movimento impressionista

Édouard Manet (1832-1883)
Le Chemin de fer, 1873,
huile sur toile, 93,3 × 111,5 cm
Washington, Galleria Nazionale d’Arte
© Foto gentilmente concessa dalla National Gallery of Art, Washington.

In occasione del 150° anniversario della prima mostra impressionista si terrà anche un ciclo di conferenze rivolte al grande pubblico che intende avvicinarsi all’impressionismo da una prospettiva nuova e dinamica. Questo programma, che inizierà con un’introduzione alle otto mostre impressioniste (1874-1886), invita a riscoprire questo movimento attorno a temi essenziali: le tecniche pittoriche, il paesaggio, i modelli, il mercato dell’arte, impressionismo e cinema.

Commento di Cristina Rossello: Non esisteva uno stile impressionista unificante, ma gli artisti associati all’impressionismo condividevano approcci moderni simili alla pittura. Piuttosto che confinarsi in uno studio, molti impressionisti preferivano dipingere en plein air nella campagna fuori Parigi e questo approccio richiedeva agli artisti di lavorare velocemente ma permetteva loro di catturare le fugaci impressioni della luce che caratterizzano le opere che oggi sono tra le più ambite dal collezionismo internazionale. E non dobbiamo dimenticare che l’etica dell’impressionismo ha avuto un impatto duraturo anche sulla musica, sulla letteratura e sulle arti visive. Scrittori e poeti francesi, a loro volta, rappresentarono l’impressionismo con variazioni sintattiche e prosa frammentaria. 

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