41 anni di interventi sono risultati necessari per riaprire al culto e alle visite la Cappella del Martirio di sant’Eusebio del Sacro Monte di Crea.
Anche per questo la cerimonia di riapertura, il 27 ottobre, alla Presenza del Vescovo di Casale Monsignor Gianni Sacchi, assume la connotazione di un evento storico.
“Pur tenendo conto dei tempi lunghi, fisiologici nel nostro Paese, commenta Renata Lodari, Presidente dell’Ente Sacri Monti del Piemonte – 41 anni paiono davvero infiniti. Eppure 4 decenni trovano una giustificazione nella complessità di questo intervento.
Al di là dei danni causati dai secoli e di quelli dovuti all’abbandono che l’intero Sacro Monte visse dopo le Soppressioni Napoleoniche, sulla Cappella di Sant’Eusebio sembra essersi abbattuto un insieme pesantissimo di avversità. Ambientali, per smottamenti e frane, ma anche e sopratutto danni dovuti alla stupidità umana.
Nel ’77, forse in un insensato gioco iconoclasta, le meravigliose statue, capolavoro dell’artista fiammingo Juan de Wespin detto “il Tabacchetti”, furono frantumate in infiniti pezzi. Un disastro rimasto senza colpevoli acclarati e un insulto immotivato alla pietà religiosa e all’arte”.
La cerimonia di restituzione della preziosa Cappella è stata, per volontà dell’Ente Sacri Monti e del Rettore del Santuario di Crea, Monsignor Francesco Mancinelli, un momento di celebrazione ma anche di riflessione.
“Vogliamo sia – comunica ancora la Presidente Lodari – un momento di riflessione sulla vicenda, che, pur nella specificità, è per molti versi emblematica delle problematicità che coinvolgono le 4500 statue e le molte migliaia di metri quadri di preziosi affreschi delle 164 Cappelle presenti nei nostri sette Sacri Monti. E insieme la giusta occasione per ringraziare chi ci ha affiancato negli interventi che hanno reso possibile la “resurrezione” di questa fondamentale Cappella di Crea.
41 anni di interventi hanno visto riunirsi nel progetto di recupero, con le strutture regionali oggi confluite nell’Ente Sacri Monti, la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, oltre naturalmente alle Soprintendenze competenti. Un lavoro certosino di recupero che è stato di stimolo per la nascita di “RiCreare Crea”, l’Associazione che da pochi mesi è scesa in campo per garantire un futuro all’intero Sacro Monte”.
“Si tratta di un risultato importante, reso possibile, oltre che dal lavoro dell’Ente di gestione, anche da importanti sinergie sul territorio, che proprio in quest’area hanno una delle sue più chiare espressioni nell’associazione RiCreare Crea – dichiara Antonella Parigi, assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte – Una vicenda lunga e complessa, quella della cappella di Sant’Eusebio, di cui siamo lieti di poter celebrare la conclusione”.
I restauri
“Il recupero della Cappella – chiarisce il Direttore dell’Ente Sacri Monti, Elena De Filippis – è il risultato di una sequenza di interventi. Dopo l’atto vandalico del 1977, si è cominciato con il porre in sicurezza i frammenti superstiti, quindi con il ripristino della porta di ingresso, azioni non differibili. Agli inizi degli anni ’80 si è proceduto al drenaggio esterno, alle riparazioni alle finestre, interventi volti a far fronte a problematiche legate a risalita di umidità e conseguenti danni sugli affreschi. Solo nel 2005 si è potuto procedere allo smontaggio parziale e ad affidare ciò che rimaneva delle statue al laboratorio di restauro di Gian Luigi Nicola. Nel 2007 si è effettuato lo svuotamento del pavimento che sembrava cedere ed assestarsi in diversi punti e alla costruzione di una soletta aerata per migliorare la salubrità della cappella danneggiata dalla umidità ascendente
Tra il 2008 e i 2009, una importante frana ha interessato il versante sovrastante la Cappella ed ha assorbito ampia parte delle risorse finanziarie del Parco destinate al restauro di pitture e statue per ridestinarle al consolidamento del pendio a monte della Cappella. In parallelo si è avviato il restauro degli affreschi, concluso nel 2012. E’ del 2014 il restauro delle statue e la loro ricollocazione in loco. E’ cronaca degli scorsi mesi il rifacimento del tetto e il restauro dell’intonaco esterno, dei serramenti, delle parti in pietra e della porta, intervento reso possibile anche da un finanziamento di 32.000 euro della Fondazione della Cassa di risparmio di Torino”.
La storia della Cappella
Fu Costantino Massino, priore dei padri Lateranensi, ad avere l’idea nel 1589 di arricchire il tradizionale culto per la Madonna di Crea con la costruzione di diverse cappelle, sul modello del Sacro Monte di Varallo. Il culto mariano di Crea era legato a sant’Eusebio, evangelizzatore e primo vescovo di Vercelli che, fuggito dalle persecuzioni degli ariani, si sarebbe rifugiato nel IV secolo sulle colline di Crea portando con se’ dalla Terra Santa un’antica statua lignea della Madonna che la tradizione voleva scolpita da san Luca (conservata nel Santuario).
La prima cappella del Sacro Monte, dedicata al Martirio di Sant’Eusebio, venne concepita come una prima tappa per i pellegrini che si avviavano a scalare il monte per giungere al Santuario.
Il piano inferiore – le cui aperture sono ora murate – era in origine un porticato pensato per la sosta; alla base dell’edificio è ancora presente la fonte che, secondo la tradizione, avrebbe fatto scaturire Eusebio durante il suo ritiro a Crea. Il luogo costituiva tradizionale punto di sosta per chi si avviava a piedi in pellegrinaggio verso il Santuario ed ivi si soffermava per riposarsi, dissetarsi e osservare la scena costruita al suo interno.
A far da fondale alle magnifiche sculture di Juan de Wespin, è la scena della lapidazione del Santo, affreschi attribuiti a Giorgio Alberini.
Il priore Costantino Massino coinvolse per questa cappella la Città di Vercelli, di cui Eusebio era stato il primo vescovo. Nel 1592 il sacello era già stata iniziato a spese di Vercelli, ma i lavori procedettero a rilento, tanto che solo nel 1610 la decorazione interna risultava conclusa. La città di Vercelli volle lasciarvi dipinto sul fondo il paesaggio cittadino con in primo piano la basilica di Sant’Andrea, emblema e simbolo della città.
La cappella fu restaurata, dopo le devastazioni e l’abbandono conseguenti alle soppressioni ottocentesche degli ordini religiosi decretata all’avvio del secolo, negli anni Sessanta dell’ Ottocento, da Giuseppe Latini e nel 1935 il gruppo statuario fu rimaneggiato e integrato dal prof. Capra. E il resto è storia recente.
Fonte: studio ESSECI
Rossello family Office di Cristina Rossello