La mostra – aperta fino al prossimo 26 maggio – è stata organizzata dal Getty Research Institute di Los Angeles in collaborazione con il CRRI – Castello di Rivoli Research Institute, la mostra Harald Szeemann: Museum of Obsessions / museo delle ossessioni analizza le tappe fondamentali della vita e della carriera di Harald Szeemann (Berna, 1933 – Tegna, Svizzera, 2005) attraverso una serie di tematiche che hanno caratterizzato la vicenda umana e professionale del curatore svizzero. Attraverso la presentazione di materiali d’archivio, documentazioni fotografiche e video nonché una scelta di opere d’arte che hanno caratterizzato le sue mostre più significative, la rassegna intende offrire ai visitatori uno sguardo all’interno del pensiero, delle visioni e delle ossessioni, delle controversie e delle polemiche che hanno accompagnato l’esistenza di questa figura eccezionale.
Dopo aver debuttato al Getty Research Institute di Los Angeles, che nel 2011 ha acquisito lo sconfinato archivio di Szeemann, e aver fatto tappa alla Kunsthalle di Berna e alla Kunsthalle di Düsseldorf, la mostra viene presentata al secondo piano del Castello di Rivoli con un allestimento che si sofferma sugli intensi rapporti avuti dal curatore con gli artisti torinesi, integrando nel percorso espositivo opere provenienti dalle collezioni del Castello di Rivoli e da altre collezioni private. La mostra include inoltre Grossvater: Ein Pionier wie wir / Nonno: un pioniere come noi che ricostruisce il primo progetto espositivo di Szeemann successivo a documenta 5 (1972) per il quale,
nel 1974, nella propria abitazione a Berna, il curatore ripercorre la vita del nonno parrucchiere Étienne Szeemann.
La mostra
Il percorso espositivo, che si snoda attraverso le sale auliche al secondo piano del museo, si apre nella Sala 33 in cui è documentata la “Fabbrica Rosa” in Ticino che ha ospitato l’archivio e la biblioteca di Harald Szeemann. Nella sala è inoltre allestita una scultura monumentale composta dai cartellini multicolori dei bagagli emessi dalle compagnie aeree che Szeemann accumulò negli ultimi decenni della sua carriera e che testimoniano non solo la frequenza e l’estensione dei suoi spostamenti, ma anche la scelta di una professione che combaciasse con la sua grande passione per i viaggi.
Nelle Sale 32 e 21 sono invece presentati preziosi materiali d’archivio che ripercorrono gli anni in cui Harald Szeemann diresse la Kunsthalle di Berna. Nominato direttore nel 1961 all’età di ventotto anni, Szeemann divenne uno dei più giovani direttori di museo al mondo e durante la sua direzione, l’istituzione si trasformò in uno spazio internazionale in cui le ultime tendenze dell’arte contemporanea s’intrecciavano con le mostre storiche. A lui si devono importanti rassegne dedicate al Surrealismo e ad artisti come Francis Picabia, Vasilij Kandinskij, Kazimir Malevič e Marcel Duchamp, ma anche ad artisti americani come Robert Rauschenberg, Andy Warhol e Roy Lichtenstein. Szeemann fu inoltre il primo curatore a commissionare a Christo e Jeanne-Claude l’impacchettamento di un edificio: nel 1968, per celebrare il cinquantesimo anniversario del museo, venne realizzato il progetto Wrapped Kunsthalle Bern, Switzerland, 1967-68 (Impacchettare la Kunsthalle di Berna, Svizzera, 1967-68). Fu però con la celebre mostra Live in Your Head: When Attitudes Become Form (1969) che esplorava le poetiche post-minimaliste che si stavano diffondendo in quel periodo in Europa e negli Stati Uniti che Szeemann impresse una svolta radicale all’attitudine curatoriale tradizionale, stravolgendo gli spazi del museo svizzero con un allestimento incredibile e provocatorio. L’utilizzo estremamente libero dello spazio museale da parte degli artisti scatenò un acceso dibattito internazionale che lo costrinse in breve tempo a rassegnare le proprie dimissioni. Grazie al clamore suscitato da When Attitudes Become Form, Szeemann divenne il curatore più noto dell’epoca e la sua popolarità gli valse la nomina a direttore artistico di documenta 5 (1972).
Info:
Rossello Family Office di Cristina Rossello