NATURA IN POSA: UNA SPETTACOLARE MOSTRA A TREVISO

L’esposizione documenta come il soggetto della Natura morta si sia sviluppato tra la fine del Cinquecento e lungo tutto il XVII secolo a livello europeo, attraverso 50 capolavori provenienti dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, presentati ora, per la prima volta, in Italia.

La rassegna è parte di un ampio progetto di promozione messo a punto dalla Città di Treviso insieme a importanti partner istituzionali allo scopo di valorizzare, in Italia e all’estero, le eccellenze culturali, artistiche ed enogastronomiche della città e dell’intero territorio della Marca trevigiana e del suo straordinario patrimonio di tradizioni.

La prima tappa di questo progetto promosso dalla Città di Treviso e Civita Tre Venezie, in collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna, è la mostra NATURA IN POSA. Capolavori dal Kunsthistorisches Museum di Vienna in dialogo con la fotografia contemporanea, in programma dal 30 novembre 2019 al 31 maggio 2020, al Complesso di Santa Caterina a Treviso.

Ferdinand van Kessel, Allegoria dell’Europa, Datato 1689, Olio su tela, 52 x 72 cm, Courtesy KHM-Museumsverband

L’originale esposizione, curata da Francesca Del Torre, Gerlinde Gruber e Sabine Pénot, documenta come il soggetto della Natura morta si sia sviluppato tra la fine del Cinquecento e lungo tutto il XVII secolo, invitandoci a guardare sotto una nuova luce uno dei generi più suggestivi della pittura europea.

La prestigiosa collezione del Kunsthistorisches Museum di Vienna mette a disposizione, per l’occasione, 50 capolavori – presentati per la prima volta in Italia – di Francesco Bassano, Jan Brueghel, Pieter Claesz, Willem Claesz Heda, Jan Weenix, Gerard Dou, Evaristo Baschenis, Gasparo Lopez dei Fiori, Elisabetta Marchioni.
Il percorso, al tempo stesso tematico e cronologico, muove i primi passi dalla seconda metà del Cinquecento, con un’accurata selezione di scene di mercato e rappresentazioni delle stagioni di Francesco Bassano e di Lodovico Pozzoserrato, ancorando solidamente il tema nel contesto geografico del Veneto.

Attribuito a Jan van den Hecke, Natura morta con frutta, 1650/1660, Olio su tela, 81 cm × 59,5 cm, Courtesy KHM-Museumsverband

Il confronto con i mercati fiamminghi di Frederik van Valckenborch e Jan Baptist Saive il vecchio conduce il visitatore Oltralpe. È qui soprattutto, nel contesto geografico, culturale e politico dei Paesi Bassi, che tali creazioni si perfezionano e specializzano, declinandosi in alcune categorie, come le nature morte scientifiche con i mazzi di fiori, le vanitas o allegorie della caducità, le tavole apparecchiate, le nature morte religiose, le scene di caccia.

Evaristo Baschenis Natura morta con strumenti musicali, mappamondo e sfera armillare XVII secolo Olio su tela 78 cm × 118 cm, Courtesy KHM-Museumsverband

Artisti quali Jan Brueghel, Pieter Claesz, Willem Claesz Heda, Jan Weenix, Gerard Dou realizzano capolavori che incantano per fasto, creatività e perfezione di esecuzione. Un gruppo di nature morte italiane illustra, poi, attraverso le opere di Evaristo Baschenis, Gasparo Lopez dei Fiori, Elisabetta Marchioni la diffusione del genere nei vari centri artistici a sud delle Alpi.

Francesco da Ponte, detto Francesco Bassano, Scena di mercato, 1580/1585 circa, Olio su tela, 125 cm × 280 cm, Courtesy KHM-Museumsverband

Alcuni prestiti provenienti dalle collezioni di musei del Veneto, inoltre, sottolineano il successo di questo genere in Italia.

Completa la mostra la sezione, a cura di Denis Curti, dedicata alla fotografia contemporanea che testimonia come il tema della natura morta sia presente negli scatti di alcuni degli artisti più importanti e celebrati a livello internazionale.

Martin Parr, AUSTRALIA. Western Australia Roadhouse. 2011 © Martin Parr/Magnum Photos

La selezione di queste immagini parte dall’assunto che la fotografia è sempre il risultato di una messa in scena. Ogni scatto è il punto di arrivo di un’azione consapevole che vuole declinare con forza la necessità di penetrare la realtà e di andare oltre le apparenze. Si passa quindi dalle Vanitas, capaci di trarre in inganno di David LaChapelle, ai crudi e ironici reportages di Martin Parr sul consumo di massa, dai magnifici e sensuali fiori di Robert Mapplethorpe ai Flowers di Nobuyoshi Araki, dalla serie dedicata alle zuppiere di Franco Vimercati all’idea di classicità pittorica di Hans Op De Beeck, al progetto Herbarium di Nino Migliori.

Martin Parr, SPAIN. Benidorm. 1997. © Martin Parr/Magnum Photos

Il termine Natura morta, nato in Francia nel Settecento e poi adottato anche in Italia, indica una categoria di opere d’arte che ha come soggetto scene di mercato e di cucina, mazzi di fiori, frutta, tavole apparecchiate, strumenti musicali, accessori per la caccia. La cultura “nordica” descrive tali composizioni con il titolo di still leffen – still leben e still life in tedesco e in inglese – a significare pitture che ritraggono oggetti immobili (still) al naturale. Il termine nordeuropeo mette inoltre in rilievo la dimensione contemplativa di queste rappresentazioni che invitano lo spettatore alla meditazione sulla caducità delle cose umane.

La ricchezza delle invenzioni, la varietà dei soggetti, la creatività dei diversi artisti e la preziosità di esecuzione caratterizzano tale genere di pittura che conquistò il rango di rappresentazione autonoma nei Paesi Bassi intorno al 1600. Tali soggetti affondano le radici nella cultura della Roma antica e sono presenti nel corso del medioevo soprattutto nei codici miniati, ma anche nella pittura, fino a svilupparsi nel naturalismo gotico. In forma di dettagli preziosi quali fiori, libri, vasi, tessuti in soggetti religiosi, questi temi, che spesso assolvono funzioni prospettiche e illusionistiche, riemergono nel Quattrocento prevalentemente come citazioni della vita quotidiana, inseriti in rappresentazioni di soggetti religiosi.

Essi si affermano progressivamente nel corso del Cinquecento in funzione decorativa, spesso inseriti nelle grottesche, come raffigurazioni delle stagioni e scene di mercato, a commento ed esemplificazione di scene religiose. Un ruolo di grande rilievo e impulso è ricoperto dalle illustrazioni scientifiche tipiche della riscoperta degli studi naturalistici a partire dalla seconda metà del secolo.

Hans Op De Beeck, Vanitas (1), 2011, 108,1 x 163,1 cm, Lambda print mounted on dibond back in wooden frame; Credit: Collezione Fabio Castelli (Milano Italia); Courtesy Galleria Continua San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana.

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* Inizia con la prestigiosa collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna il progetto delle Grandi Mostre realizzato dal Comune di Treviso, che vuole proiettare la nostra Città in una dimensione culturale e turistica europea.

Come è noto, Treviso – Urbs Picta, città dipinta – è caratterizzata da un bellissimo centro storico medievale con le sue piazze rinascimentali, i palazzi affrescati e le vie intrecciate da romantici corsi d’acqua. Celebri in tutto il mondo sono i tesori culinari: solo per citarne alcuni, il Radicchio Rosso, il Prosecco e il Tiramisù.

Treviso è inoltre la meta perfetta per godersi una “passeggiata sulle due ruote”, magari lungo la Restera, la ciclovia lungofiume più verde e romantica della città. Ma l’intera Marca trevigiana è da considerarsi la culla artistica del periodo di massima espressione dell’arte italiana e veneta – il ‘500 e il ‘600, i secoli di Tiziano, Bellini, Giorgione, Paris Bordon ed altri geni visionari.

Al fine di promuovere e far conoscere Treviso con le sue meraviglie, l’Amministrazione comunale intende promuovere una nuova visione di mostre che non vogliono rappresentare una mera esposizione temporanea di prestiti da grandi musei, bensì un progetto costruito su misura che permetta alla Città di farsi conoscere in ambito europeo attraverso un nuovo modello di marketing culturale territoriale basato sulla creazione di un dialogo continuo con la storia del nostro territorio e le sue collezioni museali permanenti.

La preziosa collaborazione con il Kunsthistorisches Museum, stretta anche grazie alla garanzia qualitativa di Civita Tre Venezie, consentirà di realizzare un percorso espositivo esperienziale in cui l’affascinante tema della “Natura in Posa” verrà illustrato attraverso l’evoluzione di uno dei generi più importanti della pittura cinque-seicentesca che, proprio in Veneto e a Treviso, fu elevata al rango di rappresentazione autonoma.

Iniziamo questa nuova avventura con orgoglio: quella di Treviso è, infatti, la prima Amministrazione comunale ad instaurare una partnership di tale portata, che comprende 50 opere molte delle quali inedite, con un polo museale di primaria importanza mondiale come il Kunsthistorisches di Vienna, vetrina importantissima per la città e occasione tanto unica quanto importante per apprezzare le massime espressioni dell’arte e del genio umano.  

*Il Sindaco ​​​​​​Mario Conte e l’Assessore ai Beni Culturali e Turismo ​​​​​​Lavinia Colonna Preti

Immagine di copertina: Attribuito a Jan van den Hecke, Cesto di fiori, XVII secolo, Olio su tela, 35 cm × 49 cm, Courtesy KHM-Museumsverband

Rossello Family Office di Cristina Rossello

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