MARC CHAGALL AL MUDEC DI MILANO: OPERE DALLA COLLEZIONE DELL’ ISRAEL MUSEUM

Marc Chagall (1887-1985) è oggi uno degli artisti moderni più popolari e amati; la sua opera continua a riscuotere interesse in tutto il mondo. La sua biografia si intreccia con gli eventi cruciali dell’Europa del Novecento: dall’urbanizzazione e dalla secolarizzazione alla Rivoluzione Russa, dalle due guerre mondiali alla migrazione coatta di milioni di persone. I suoi capolavori sono riconosciuti da un pubblico estremamente eterogeneo perché entrati ormai nella memoria collettiva mondiale.

La mostra ospitata al MUDEC “Marc Chagall. Una storia di due mondi” aperta al pubblico fino al 31 luglio 2022, affronta l’opera di Marc Chagall da un punto di vista nuovo, collocandola nel contesto del suo background culturale, grazie alla straordinaria collezione nell’Israel Museum, che presenta in mostra una selezione di oltre 100 opere donate per la maggior parte dalla famiglia e dagli amici di Chagall.

La mostra ripercorre alcuni temi fondamentali della vita e della produzione dell’artista: dalle radici nella nativa Vitebsk (oggi Bielorussia), descritta con amore e nostalgia nella serie Ma vie. Il percorso offre uno sguardo illuminato e multidimensionale sulle fonti culturali dell’opera di Chagall e su un mondo perduto che essa intese evocare. Marc Chagall fu un artista intensamente umano. Visse nella città ebraica di Vitebsk (nella attuale Bielorussia), nell’Impero Russo. Le scene e le esperienze della sua prima giovinezza formarono la base del suo mondo simbolico, e ciò costituisce forse il segreto del duraturo successo delle sue opere.

Marc Chagall Abramo e Sara Disegno per la Bibbia pubblicata su “Verve” (nn. 33-34) 1956 ca China, gouache, acquerello e grafite su carta Donazione di Ida Chagall, Parigi Photo © The Israel Museum, Jerusalem, by Elie Posner ©Chagall ®by S.I.A.E., 2022

La prima sezione abbraccia il tema della Cultura ebraica e Yiddish. Temi fondamentali nella definizione dell’opera di Chagall, al pari della vita a Vitebsk (oggi in Bielorussia) e dell’espressione dell’identità Russa, sono state l’osservanza della religione ebraica e la cultura Yiddish. Nell’Impero Russo, infatti, Vitebsk era – a cavallo tra XIX e XX secolo – uno dei centri del territorio maggiormente abitati da ebrei, la cosiddetta “Zona di residenza”. La città ospitava molte sinagoghe. La lingua parlata era l’yiddish, una lingua germanica scritta in caratteri ebraici, dunque un vernacolo che permetteva di comunicare senza tradire il linguaggio biblico. Basandosi sulla tradizione ebraica, l’yiddish preservava e rafforzava il senso di identità e la cultura della comunità; era la lingua madre che accompagnò Chagall nel suo ingresso nella vita adulta.
Molte delle scene e delle immagini create da Chagall sono spesso legate alla tradizionale osservanza della religione ebraica e hanno spesso origine in espressioni yiddish; gli oggetti da lui raffigurati sono spesso molto simili a quelli delle collezioni “Judaica” ed “Ethnography” dell’Israel Museum di Gerusalemme.

La seconda sezione della mostra è dedicata al tema della Nostalgia, evidente in molte sue opere, dalle radici nella nativa Vitebsk, descritta con amore e nostalgia nella serie Ma vie, all’incontro con la prima moglie Bella Rosenfeld. Molte delle opere di Chagall sul tema dell’amore eterno sono ritratti di Bella; anche lei scrittrice in lingua yiddish, era nata a Vitebsk, dove i due si conobbero in giovane età. Scrisse della sua vita nella piccola comunità ebraica in un ciclo di memorie, e raccontò del suo amore per Chagall. Cominciò a scrivere all’inizio degli anni Trenta. Come i dipinti di Chagall, anche i suoi lavori sono pervasi dalla nostalgia per la terra natale. La morte precoce di Bella fu per l’artista un duro colpo. I libri della moglie Burning Lights e First Encounter furono pubblicati dopo la sua morte, negli anni Quaranta, corredate da vivaci illustrazioni eseguite dal marito La mostra comprende i disegni originali per i libri di Bella, donati all’Israel Museum dalla loro figlia Ida. Fornendo un contesto di cultura materiale quale retroterra dell’opera di Chagall, la mostra presenta inoltre una selezione di oggetti rituali ebraici dell’Europa orientale, conservati alla sezione dell’Israel Museum dedicata all’arte e alla vita ebraiche. Questi manufatti, usati nelle cerimonie religiose delle comunità, sono spesso raffigurati nelle opere di Chagall, in particolare nelle illustrazioni per i libri di Bella e per le stampe da lui realizzate negli anni Venti in Ma vie.

La terza sezione in mostra descrive le Fonti di ispirazione di Chagall. La mostra presenta le sue illustrazioni della Bibbia: disegni e stampe su temi che esercitarono sempre un grande fascino su di lui e che rivelano un’interpretazione straordinariamente “umanista” delle Scritture; la Bibbia Ebraica (quella che racconta l’Antico Testamento) è infatti rappresentata come un ciclo di incontri storici tra l’uomo e Dio.

Infine, l’ultima sezione ci porta in Francia, la nuova patria. Il ricco cromatismo che si suole associare ai dipinti e alle stampe di Chagall emerse solo nel momento in cui egli lasciò la Russia per la Francia. Stabilitosi a Parigi, Chagall abbracciò la sua nuova, colorita patria assimilando tutte le risorse culturali che essa gli offriva. Il paesaggio e la cultura francesi divennero parte della sua nuova vita, e Chagall li incorporò nei dipinti e nelle illustrazioni di scene bibliche e di classici della letteratura, come le Favole di La Fontaine. Durante la sua lunga e fertile carriera a Parigi e a Saint-Paul de Vence in Provenza Chagall continuò a evocare i ricordi della sua casa natale e l’atmosfera della sua infanzia. Allo stesso tempo, divenne il “cittadino del mondo” per eccellenza; le sue magistrali stampe per Le anime morte di Gogol’, anch’esse incluse nella mostra, rivelano la sua nuova identità di artista ebreo – matura e complessa – nel momento in cui, residente in Francia, illustra un classico romanzo russo del XIX secolo.

Marc Chagall, c. 1910 © Archives Marc et Ida Chagall, Paris

Commento di Cristina Rossello: “L’arte di Chagall che tutti amiamo per i colori vivaci, in realtà è opera evocativa che non nasconde sentimenti malinconici e allo stesso tempo sognanti con temi archetipici. Ed è con questo significato che lo spettatore si avvicina alla sua “Opera” attribuendo ad essa significati decifrabili solo attraverso un’analisi antropologica. Una mostra particolarmente interessante anche per quel legame dell’artista con la cultura ebraica che solo lui sa esprimere con una pittura ai limiti suggestivi dell’onirico “.

Immagine di copertina:Marc Chagall Interno di una sinagoga a Safed 1931
Olio su tela Lascito reso possible da Janine Bernheim e Antoine Wertheimer in memoria dei loro famigliari, Madeleine e Paul Wertheimer, e dalla Crown Family, Chicago; Edith Haas; Hon. Averell Harriman; Loula Lasker; Edward D. Mitchel; David Rockefeller; e Charles Ullman
Photo © The Israel Museum Jerusalem, by Avshalom Avital ©Chagall ®by S.I.A.E., 2022

 

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