INTELLIGENZA ARTIFICIALE E TECNOLOGIE DIGITALI PER CONDIVIDERE LE RELAZIONI CON L’OPERA D’ARTE

WHAT A WONDERFUL WORLD, è il nuovo allestimento della Collezione Arte del MAXXI – tecnologico, sperimentale e interattivo – a cura di Bartolomeo Pietromarchi, Direttore del MAXXI Arte con Eleonora Farina, Luigia Lonardelli e Anne Palopoli dal 26 maggio 2022 al 12 marzo 2023, nella Galleria 1 del Museo.

Il titolo WHAT A WONDERFUL WORLD evoca, in maniera anche ironica, il nostro tempo di sfide e di incertezze, di conflitti e di speranze, in relazione alle molteplici possibilità umane e tecnologiche di grandi evoluzioni e spinte verso il futuro. Gli artisti ci invitano così – con i loro sogni, speranze, critiche, ipotesi ed esercizi – a riflettere su alcuni dei grandi temi contemporanei e su ciò che oggi percepiamo e intendiamo come “mondo”.

Il progetto espositivo si sviluppa in un flusso di grandi installazioni immersive, tra nuove importanti acquisizioni e opere commissionate ad alcuni tra i maggiori protagonisti della scena artistica internazionale: Micol Assaël, Ed Atkins, Rosa Barba, Rossella Biscotti, Simon Denny, Rä di Martino, Franklin Evans, Thomas Hirschhorn, Carsten Höller, Liliana Moro, Olaf Nicolai, Jon Rafman, Tatiana Trouvé, Paolo Ventura, James Webb. Parte integrante della mostra è il prototipo dell’Ecosistema Relazionale Digitale, dispositivo interattivo progettato dal centro di ricerca HER: She Loves Data fondato da Salvatore Iaconesi e Oriana Persico e basato su un software di Intelligenza Artificiale. Lungo il percorso di mostra, i visitatori sono invitati a interagire con le opere esprimendo impressioni e suggestioni. I dati così generati vengono poi mappati, visualizzati e condivisi in tempo reale all’interno della mostra consentendo al pubblico, per la prima volta, di scrivere insieme al Museo la vita delle opere.

L’accesso in mostra è un’immersione totale nello studio dell’artista americano Franklin Evans con l’opera perpetualstudio, realizzata appositamente per il MAXXI: una data room fisica, materiale e non digitale, abitata da tele, disegni, stampe, fotografie, citazioni, testi, nastri adesivi ed elementi vari che narrano della ricerca dell’artista e ci fanno entrare in un mondo fluido, coloratissimo e meraviglioso. Uscendo dal perpetualstudio, si incontra il Pixel-Collage n.86 di Thomas Hirschhorn, entrato da poco in Collezione: potente, spiazzante, impressionante, è uno dei 118 Pixel-Collage recentemente esposti al MAXXI. Nati dal lavoro di ricombinazione di foto pubblicitarie e immagini di corpi mutilati, sono un invito a responsabilizzare i nostri sguardi, troppo assuefatti a “pixellare” la realtà. Senso di spaesamento e alterazione del reale è quello che si prova interagendo con l’Aquarium di Carsten Höller, opera in corso di acquisizione: un dispositivo che costringe il visitatore a invertire il normale punto di vista osservando un acquario dal basso verso l’alto, in una prospettiva rovesciata e per questo immersiva. Free Post Mersy Tunnel è la grande scultura di Rosa Barba che il pubblico può attraversare, un intreccio di tubi in metallo che diffondono il suono urbano, il ronzio del traffico che si mescola al rumore del sistema di ventilazione del tunnel sotto il fiume Mersey a Liverpool, dove l’audio è stato registrato. L’installazione Sub di Micol Assaël sembra coinvolgere il visitatore in un esperimento scientifico: un’esperienza sensoriale tra il pericolo e la fascinazione con un generatore Kelvin da cui, a contatto con l’acqua, scoccano improvvisamente scintille blu. Con Les Indéfinis di Tatiana Trouvé entriamo in una dimensione più immateriale. Casse per spedizioni in plexiglas e piedistalli vuoti da cui pendono etichette con i dati delle opere dell’artista evocano assenza, memoria, ricordo, perché le opere, come nota Trouvé, “sono arricchite dalla nostra memoria di esse”. The Worm è l’opera video di Ed Atkins interamente digitale, realizzata durante il lockdown e acquisita grazie agli Amici del MAXXI: il suo avatar, “surrogato virtuale dell’essere umano” creato con tecnologia CGI (computer generated imagery) parla al telefono con la madre che lo incalza, ma le sue risposte, affidate a un software di riconoscimento e assistenza vocale, sono minime ed essenziali, emblema delle relazioni alienate dell’uomo contemporaneo. L’installazione sonora ambientale In Onda di Liliana Moro, nuovo lavoro che entrerà in Collezione, accoglie il visitatore nella profondità del mare invitandolo all’ascolto della vita negli abissi e riflettendo con poesia sul fragile ecosistema marino aggredito dall’inquinamento acustico. Ancora il mare è al centro dell’opera di Rossella Biscotti, che in The Journey propone una mappa geopolitica del Mediterraneo, privando il mare nostrum di ogni retorico romanticismo. August 2008 è la videoinstallazione di Rä di Martino con l’attrice Maya Sansa e il musicista Mauro Remiddi che, sullo sfondo di una villa fin de siécle immersa nel verde, cantano una serie di news della BBC dell’agosto 2008 riflettendo in questo modo sul bombardamento di notizie oggi e la loro conseguente obsolescenza, più che mai attuale. Per questa occasione, l’artista ha ideato la performance April 25th 2022, che verrà ripetuta live una volta al mese per tutta la durata della mostra da Mauro Remiddi e la cantante Costanza Alegiani. Primo appuntamento mercoledì 22 giugno.

Un messaggio di resistenza e di speranza è quello dell’opera There is a light that never goes out (Arabic) di James Webb: una gigantesca scritta al neon di 7 metri che cita il titolo di una canzone degli Smiths, tradotto di volta in volta in una lingua non latina, in questo caso in arabo. Con Positi. Rome version Olaf Nicolai, ispirandosi a un costume dell’Impero bizantino, crea con un intervento minimalista sul pavimento, uno spazio di meditazione e interazione: due lastre di marmo collocate l’una di fronte all’altra dove sostare, creare dialogo e relazione. Le immagini della serie Il Mago di Paolo Ventura, che uniscono fotografia, scenografia, travestimento, ci trasportano in una dimensione senza tempo, di attesa e mistero, e ci fanno riflettere su temi quali identità, memoria, rapporto con l’altro. Concludono il percorso due opere ad altissima tecnologia digitale.

Un progetto sperimentale ecosistema e in progress che nasce dalla consapevolezza che un’opera d’arte è molto più di un oggetto o di qualunque forma ne contraddistingua l’identità fisica o immateriale. L’opera è piuttosto un ecosistema che vive ed evolve grazie a tutti i rapporti che nascono e si sviluppano intorno ad essa: chi la cura, la conserva, la racconta e la fruisce. Attraverso un dispositivo interattivo basato su un software di Intelligenza Artificiale progettato dal centro di ricerca HER: She Loves Data, che ha lavorato a stretto contatto con i diversi team del museo con il coordinamento di Sofia Bilotta, responsabile Public Engagement del MAXXI, viene mappato e reso visibile questo ecosistema dinamico, continuamente arricchito dal lavoro del Museo e anche e soprattutto dallo sguardo del pubblico. Attraverso l’interfaccia grafica su 4 touchscreen collocati lungo il percorso di mostra, il visitatore può interagire con le opere esposte esprimendo in forma anonima e personale le proprie idee, percezioni ed emozioni seguendo quattro tracce tematiche (spazio, tempo, relazione, significati). I dati così generati vengono interpretati, aggregati e visualizzati in tempo reale nell’Ecosistema restituendo un universo relazionale di voci ed esperienze. Al termine del percorso di mostra, è stato creato un piccolo auditorium dove i visitatori possono sostare ed esplorare l’Ecosistema in tutta la sua ricchezza. Le più evolute tecnologie digitali contribuiscono così a un’idea di museo fondato sulla partecipazione e proiettato nel futuro.

Commento di Cristina Rossello: “Un progetto innovativo e molto interessante per la ricerca sul rapporto tra arte, scienza, intelligenza artificiale e tecnologie digitali. Non di meno il concetto di ecosistema e relazione digitale che consentirà in un futuro non troppo lontano di poter fruire dell’arte in una nuova esperienza museale, più ricca e partecipata”.

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