Questo volume di DONNE, Giovanni (1573-1631). Raccolta di manoscritti di poesia e prosa [Inghilterra, 1630-33 ca.] è stato venduto da Christie’s nel dicembre 2022, presenta una raccolta di poesia e prosa con fonti manoscritte contemporanee di opere omesse dalle edizioni raccolte del 1633.
Il primo gruppo di versi manoscritti segue Poesie. Composto da 17 pagine, include le Elegie numerate da 1 a 5 e “Lecture Upon a Shadow”. Le elegie di Donne, quasi tutte scritte negli anni Novanta del Cinquecento, sono modellate sugli Amores di Ovidio; piuttosto che un lamento funebre, queste poesie discorsive sono ingegnosamente spiritose e impenitentemente erotiche, come in Elegia 19, “Alla sua padrona che va a letto” (attualmente numerata Elegia 5), che include la sua famosa presunzione in cui accarezzare un amante nudo è allineato con l’esplorazione in America: “O mia America! La mia terra ritrovata, / Il mio regno, sicuro quando con un solo uomo, / La mia miniera di pietre preziose, il mio impero, / Quanto sono felice di scoprirti!” Le elegie nel presente manoscritto sono tutte attribuite con certezza a Donne e comprendono elegie omesse dall’edizione raccolta del 1633 sebbene fossero probabilmente presenti nel manoscritto utilizzato come testo di copia per quell’edizione. Shawcross nota che la “Lezione”, inclusa in tutti i manoscritti del Gruppo I, è probabilmente stata inavvertitamente omessa dall’edizione del 1633, e sottolinea che i testi nel manoscritto Berland hanno affinità con quelli del manoscritto Stephens nella Biblioteca dell’Harvard College. (Ms. Eng. 966/6), fonte che comprende anche poemi non canonici qui non presenti. Il manoscritto Berland mostra una serie di differenze nella punteggiatura e varianti testuali significative, una delle quali si verifica nel primo distico dell’Elegia XVI, che qui si legge “straung” piuttosto che la lettura “strana” trovata nella maggior parte delle fonti, e ora generalmente accettata. Altre differenze si notano nell’edizione variorum.
Il secondo gruppo di versi manoscritti segue Juvenilia. Sempre di 17 pagine, questo include otto problemi e “Il vero carattere di uno scemo” e “Un saggio di valore”.
I “problemi” di Donne erano brevi saggi – “niente”, come li chiamava lui – che “portano con sé una confessione della loro leggerezza”. Furono composti, scrisse l’autore in una lettera a Henry Wotton, “piuttosto per ingannare il tempo che sua figlia verità”. Le opere manoscritte furono tutte aggiunte alla terza edizione di Juvenilia del 1652 (Keynes 45) e Shawcross ipotizza che questo manoscritto “potrebbe essere stato… la copia-testo utilizzata per il 1652 o correlato al manoscritto che divenne una fonte”. Inoltre, il Berland sammelband è significativo per le sue inclusioni ed esclusioni, che possono fornire indicazioni per la determinazione autoriale di quali opere siano canoniche e quali dubbie o non canoniche. Shawcross sostiene che “sicuramente la canonicità delle modifiche agli exempla [stampati] e delle poesie e i problemi nelle due raccolte di manoscritti indicano la canonicità di ‘The True Character of a Dunce’ e ‘An Essay of Valour'” ( la canonicità di entrambi è stata messa in dubbio).
Ai manoscritti sono rilegate le prime edizioni di Poems, la principale raccolta delle opere poetiche di Donne, pubblicata due anni dopo la sua morte, e Juvenilia. Poems è anche noto per contenere la prima apparizione di numerose celebri elegie su Donne, quella di Izaak Walton (“Is Donne, grand Donne deceas’d?…”), e la famosa elegia di Thomas Carew che inizia con “Non possiamo forzare dalla vedova Poesia Ora tu sei morto (Grande Donne) una Elegia per incoronare il tuo carro funebre?…” che si conclude con il famoso epitaffio “Qui giace un re, che governò come ritenne opportuno la monarchia universale dell’ingegno…”
Centro Studi e Ricerche R.F.O. (Milano, Roma, Bruxelles, Londra) di Cristina Rossello