DESIGN MUSEUM DI LONDRA: EMOJI E RACCONTI POPOLARI RACCONTANO LA STORIA DEL CLIMA

Fables for our Time © Rob Harris for the Design Museum

Il Design Museum svela oggi un’importante commissione pubblica che utilizza fiabe popolari e una nuova collezione di emoji per esaminare il rapporto dell’umanità con l’ambiente naturale.

“Fables for our Time” è un nuovo trittico di 15 m al secondo piano del museo. Presenta tre pannelli, ognuno dei quali racconta una storia particolare su un ecosistema che è vitale per un pianeta fiorente: gli ecosistemi di api, coralli e funghi. Le tre scene sono presentate come fiabe popolari contemporanee, con narratori in primo piano che sostengono il primato dei sistemi naturali nella storia umana. I pannelli sono costituiti da 176 prismi in continua rotazione. Sono stati creati dallo studio di architettura e design Space Popular (Lara Lesmes e Fredrik Hellbergin) in collaborazione con lo storico dell’architettura Shumi Bose.

Concepito come un pezzo di ricerca e comunicazione visiva, il lavoro è stato commissionato da Future Observatory, il programma di ricerca nazionale del Design Museum per la transizione verde.

Segna un nuovo importante tema di ricerca presso Future Observatory, che sta esplorando il “design più che umano” come un modo per riconnettersi ad altre specie e agli ecosistemi che mantengono il pianeta sano. Il tema si svolgerà attraverso sovvenzioni di finanziamento, Future Observatory Journal e una grande mostra nel 2025.
Il trittico è stato reso possibile grazie ai finanziamenti dell’Arts and Humanities Research Council, parte di UK Research and Innovation. L’opera è una sorprendente aggiunta all’iconico spazio dell’atrio del museo e si trova all’interno dello spazio espositivo di Future Observatory e accanto alla galleria della collezione permanente Design Maker User.

Fables for our Time © Rob Harris for the Design Museum

Ogni pannello di Fables for our Time è composto da centinaia di emoji in un motivo a mosaico, o una forma pixellata di ricamo a punto croce.

Gli emoji rappresentano sia i sistemi naturali che quelli umani, dalle cellule e specie ai pesticidi e rifiuti. Ci sono insetti, piante e vita marina accanto a batterie, mozziconi di sigaretta e simboli Wi-Fi. Sono stati tutti progettati appositamente per questa commissione. Il primo fregio mostra una distesa di fiori, che rappresentano il lavoro delle api, gli impollinatori cruciali che collaborano con i fiori per aiutarli a riprodursi. Il pannello successivo mostra una barriera corallina che viene mantenuta da un gruppo di subacquei. Quindi il pannello finale mostra il mondo dei funghi e le loro reti di radici, che sono chiamate micelio. Ad animare ogni fregio ci sono i narratori, che appaiono in primo piano e narrano o mettono in scena storie sui loro ecosistemi. Indossando maschere di animali, incarnano attori non umani nei loro racconti: una volpe, un topo, una tartaruga, un axolotl.

Commento di Cristina Rossello: Secondo gli esperti in comunicazione l’idea di comunicare il cambiamento ecologico attraverso la narrazione e l’utilizzo dei simboli di messaggistica usati come gli emoji si ritiene possa effettivamente spostare la conversazione sul clima a un pubblico più ampio. infatti sono stati creati nuovi emoticon ideati dalla scuola d’arte di New York proprio per rappresentare i cambiamenti climatici. Il loro nome è “Climoji” e ci aiuteranno a trovare e adottare soluzioni per comunicare in modo più diretto ed emotivo il riscaldamento globale. Questa mostra è un’opera di comunicazione grafica così ricca che incoraggia i visitatori di tutte le età a riflettere sul ruolo delle altre specie nella storia dell’umanità in un futuro più sostenibile.

In copertina: Fables for our Time © Rob Harris for the Design Museum

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