FILANTROPIA, UNA NUOVA ASTA PER LA LOTTA CONTRO IL COVID
byIl 10 luglio, Christie’s e amfAR, The Foundation for AIDS Research, presenteranno “From the Studio”, un gruppo dedicato di circa 20 opere che verranno…
Il 10 luglio, Christie’s e amfAR, The Foundation for AIDS Research, presenteranno “From the Studio”, un gruppo dedicato di circa 20 opere che verranno…
Lo studio è stato commissionato da R.F.O. di Cristina Rossello «Nevermore, nevermore» – Mai più, mai più – ripeteva gracchiando cupamente il corvo di…
Lo sport è un motore economico di portata mondiale e funziona alla perfezione quando il capitale umano viene messo nelle condizioni migliori per esprimersi. Quando parliamo di patrimonio lo dividiamo in 2 categorie: in primis umano e secondariamente economico, entrambi devono coesistere tra di loro ma non sempre gli strumenti a disposizione dal sistema sportivo per muovere il meccanismo sono quelli giusti.
Siamo nel 25 giugno 1678 e c’è una gran fermento davanti all’Università di Padova, le cronache dicono addirittura 30.000 persone, per assistere alla discussione della tesi della prima donna al mondo che si fregerà dei titoli di Magistra e Doctrix. La folla è così numerosa che si decide di spostare la cerimonia nella cappella della Beata Vergine in Cattedrale.
In occasione della settimana Milano Digital Week, inizialmente fissata per l’11/15 marzo 2019 e poi rinviata per l’emergenza sanitaria COVID-19, ha avuto poi seguito…
Un insieme di investimenti in settori diversificati, gestioni di partecipazioni in varie categorie imprenditoriali, progetti personali e una diversificazione di pari passo con la carriera sportiva: questo può essere il percorso parallelo che tutti gli sportivi – se ben assistiti da professionisti in tema di gestione del patrimonio – possono intraprendere per iniziare una nuova vita dopo lo sport ma soprattutto che riescano ad investire oculatamente i cospicui guadagni generati nel tempo.
Si puó costruire in parallelo una carriera sportiva e lavorativa? Mathieu Flamini, ex centrocampista di Arsenal e Milan ci è riuscito sfatando il mito che si è creato negli anni sui calciatori e la loro vita interamente focalizzata sullo sport.
Introdotto in Italia dalla Francia, il biglietto di visita – vincolo di consuetudine nonchè segnacolo di relazione – entrò nel costume della società d’Ancien régime a partire dalla seconda metà del Settecento. Inizialmente furono in uso le carte da giuoco, sul cui verso trovava spazio il proprio nome, ma dal biglietto manoscritto si passò assai presto alle vignette incise, delle più varie e ricche tipologie per dar lustro e spiccata evidenza alle singole personalità. L’ironia e l’eleganza con cui Giuseppe Parini nel “Vespro” sottolineava la funzione di tale emblema cartaceo portava al raffinato titolo di “tessera beata”, ai cui servigi ricorsero attrici e alti prelati, principi e principesse, ma anche sommi artisti e poeti per rappresentare degnamente il proprio posto nel mondo.
Cosa succede in archivi e biblioteche ora che sono chiusi al pubblico? Vi siete mai chiesti quali siano le attività ordinarie, oltre le sale…
Un viaggio dentro a “storie straordinarie, di donne e uomini che hanno inventato, sperimentato, prodotto, costruito ricchezza lavoro e relazioni sociali”