MATHIEU FLAMINI – TRASFORMARE UNA CARRIERA IN OPPORTUNITÀ

Si puó costruire in parallelo una carriera sportiva e lavorativa? Mathieu Flamini, ex centrocampista di Arsenal e Milan ci è riuscito sfatando il mito che si è creato negli anni sui calciatori e la loro vita interamente focalizzata sullo sport.

Mathieu Flamini, calciatore e centrocampista francese nativo di Marsiglia vanta una carriera professionistica internazionale di spessore con quasi 100 presenze con la maglia del Milan e più di 200 presenze con la maglia dell’Arsenal. Da ormai 10 dieci anni ha lanciato la GF Biochemicals, società nata tra il calciatore e Pasquale Granata, giovane imprenditore attivo nel settore della bio chimica. L’azienda, che ha generato un importante indotto negli anni, produce su larga scala acido levulinico, una molecola che, secondo il dipartimento Energia statunitense, aiuterebbe a diminuire l’emissioni di monossido di carbonio. Questa sostanza, secondo quanto affermato dal dipartimento americano della DOE, in parole povere potrebberendere il mondo “più green”. Essa infatti può aiutare a diminuire le emissioni di monossido di carbonio nell’ambiente: un acido che ha un enorme potenziale perché reagisce esattamente come il petrolio e, quindi, lo può sostituire; ha vari ambiti di applicazione perchè oltre all’immediato impiego per le plastiche biodegradabili, contribuisce anche alla creazione dei nuovi carburanti ecologici e antiparassitari come prodotti “green” di nuova concezione. In un mondo in cui la popolazione convive con i cambiamenti climatici e tocca con mano tutte le variabili visibili e invisibili, c’è sempre più necessità di investimenti mirati a medio lungo termine sulla base di previsioni verosimili, per provare ad anticipare e prevenire situazioni di difficoltà in altri casi impossibili da affrontare. I cambiamenti climatici sono una delle tematiche che ci sta accompagnando da più di dieci anni e gli investimenti nel campo biochimico vanno in questa direzione

Mathieu Flamini, in una recente intervista ad un’emittente francese, ha dichiarato che la sua priorità è sempre stato il calcio, come per la maggior parte dei giocatori, ma negli anni ha sviluppato anche altri interessi e in particolare il suo è la bio-economy. Questo passaggio apre sicuramente un dibattito sull’importanza di un’adeguata assistenza e consulenza cui i calciatori dovrebbero affiancarsi nella loro carriera sportiva ma abbiamo visto come spesso non sia possibile per incompetenza o malafede delle persone. Bisogna permettere ai giocatori di poter scegliere tra investimenti a lungo termine per una vita di rendita legata alla finanza o al mercato immobiliare una volta conclusa la carriera di calcio giocato, o concentrarsi sul miglioramento delle competenze personali non sempre possibile nel corso della vita sportiva, per poter costruire un nuovo percorso dai 35-40 anni in poi.

Gli esempi da seguire non mancano: a partire da Guglielmo Stendardo diventato professore di diritto sportivo alla LUISS di Roma, o Damiano Tommasi, campione della Roma tra gli anni 90 e 2000 ed entrato di diritto nella Hall of Fame per essersi ridotto in accordo con la società lo stipendio da calciatore al minimo sindacale da 1500 euro, oggi Presidente dall’Associazione Italiana Calciatori e Consigliere federale. Per finire si è messo in luce recentemente Claudio Marchisio, storica bandiera della Juventus che dopo essersi ritirato a 33 anni dal calcio giocato ha cominciato a scrivere per il Corriere della Sera  sezione di Torino.

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