PRERAFFAELLISMO NELL’ ARTE: L’ESALTAZIONE DELLA BELLEZZA FEMMINILE SUBLIME E DECADENTE

"ad andare verso la natura con onestà di cuore [...] senza rifiutare nulla"

I dipinti preraffaelliti sono oggi visti come immagini di semplice bellezza. Ma quando furono dipinti per la prima volta a metà del 19° secolo, erano considerati assalti agli occhi, discutibili in termini di realismo e moralmente scioccanti.

Pochi movimenti artistici sono riusciti a diventare così iconici da essere riconoscibili anche da chi non comprende l’arte. Capolavori assoluti escono dalle mani e dalle menti di artisti profondamente innamorati della natura, della bellezza effimera, della femminilità e delle leggende cavalleresche.

Uomini e donne alla ricerca di un tempo perduto e in realtà mai ritrovato, ma la cui ricerca stessa è sentimento universale e antico

Un’avventura completamente nuova per svelare qualcosa di un passato mistico, rifiutando tutti i canoni rigidi e lasciandosi trasportare dall’impeto della bellezza, dipingendo su tela ciò che il cuore chiedeva a gran voce.

Questi erano i preraffaelliti. Questa era la loro arte

Perché la famosa confraternita nata nell’affascinante epoca vittoriana si è data un nome così particolare? All’epoca i maestri italiani rappresentavano l’apice e il modello artistico a cui ogni aspirante pittore dovrebbe tendere. Fu la prestigiosa Royal Academy di Londra a dettare canoni e regole, oltre a consacrare fortune e abissi nelle carriere degli artisti britannici. Raffaello era considerato il più grande dei maestri del mondo accademico dell’epoca, e la sua tecnica impareggiabile doveva essere l’obiettivo di ogni pittore. Un gruppo di giovani studenti della Royal Academy ha rifiutato questo approccio; trovarono perfino le opere di Raffaello tristi, prive di pathos, imperfette nella loro stessa perfezione, vuote e senz’anima. Fu così che Dante Gabriel Rossetti, William Holman Hunt e John Everett Millais decisero di ribellarsi alla severità della pittura vittoriana imposta dai loro maestri e fondarono un proprio movimento artistico, appunto Preraffaellita. Nel 1848 i tre giovani iniziarono una felice e fervente esperienza di studio collettivo dove discutevano di arte, poesia, letteratura e quant’altro potesse accrescere la loro ricerca di un mondo diverso da quello che li circonda (che nel frattempo stava vivendo i grandi cambiamenti dovuti all’industrializzazione). I loro interessi li hanno portati a trovare ispirazione in Shakespeare e Keats, nelle leggende medievali e nel naturalismo.

Dante Gabriel Rossetti, Proserpina 1874

Presto la confraternita si espanse, accettando nuovi membri tra cui James Collinson, Thomas Woolner, Frederic George Stephens e William Michael, fratello di Dante Gabriel Rossetti. C’erano anche donne, tra cui Cristina, sorella dei Rossetti e soprattutto Elizabeth “Lizzie” Siddal. Quest’ultimo ha una reputazione pari a quella dell’intera Confraternita.

Modella, pittrice, poetessa e amante di Dante, ha posato per la mitica Ofelia di Millais

Millais, Ophelia 1851-1852

Nelle prime mostre dei Preraffaelliti si percepisce l’influenza dell’esortazione contenuta nel saggio Pittori moderni del critico d’arte John Ruskin. Il futuro patrono della Confraternita esortò i giovani pittori dell’epoca “ad andare verso la natura con onestà di cuore […] senza rifiutare nulla“. La semplicità era una delle loro caratteristiche, oltre che uno dei difetti più contestati. Inizialmente il loro successo fu enorme, ma le vicissitudini personali dei membri portarono ad un declino che non permise al movimento artistico di raggiungere il nuovo secolo. Un secondo gruppo di preraffaelliti si ricostituì alla fine del XIX secolo, con nomi come William Morris e Edward Burne-Jones, ma a quel punto il sogno iniziale era andato perduto. Della Confraternita Preraffaellita ci sono rimaste molte opere iconiche come The Lady of Shalott di Waterhouse e Beata Beatrix di Rossetti, ma la loro influenza ha toccato molti settori della cultura occidentale e per molti anni.

A cura del Dipartimento Studi e Ricerche Rossello Family Office di Cristina Rossello

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