MARY DELANY: BOTANICA, MUSICISTA, SCRITTRICE. UNA DONNA DI CLASSE CHE CREÒ I “MOSAICI DI CARTA”

Dobbiamo a Mary Delany (1700-1788) il fascino di aver saputo creare splendidi collage di fiori. Per tutta la vita seppe mantenere segreta la sua passione per la botanica e al compimento del settantunesimo anno di età creò il suo primo collage con 985 collage di fiori a grandezza naturale botanicamente conservati dal 1772 al 1782. Lei stessa chiamava i suoi fiori “mosaici di carta“. Era attenta nel selezionare i fiori da sezionare per scoprire l’anatomia, ne studiava ogni particolare con grande cura e poi incollava le sue carte “collage-fashion” direttamente su un supporto di carta dipinta di nero, creando così una perfetta riproduzione di una pianta vivente con fogli tagliati e incollati pezzo per pezzo.

Il 1700 fu un periodo di esplorazione globale e di grande interesse per la botanica. Il dono di Mary Delany era la sua capacità di creare un’immagine botanicamente accurata con carte dipinte. I suoi sfondi neri erano unici all’epoca perché tutte le immagini botaniche, come ben conosciamo, erano tipicamente su sfondi bianchi.

Mary Delany è nata Mary Granville a Coulston, nel Wiltshire, nel sud-ovest dell’Inghilterra

La sua famiglia era aristocratica, ma non ricca. La storia della sua vita è stata resa nota grazie alle sue migliaia di pagine di lettere che scrisse a parenti e amici, comprese vivide descrizioni delle persone che conosceva e dei luoghi che visitava (tutti raccontati in Il giardino di carta). La giovane Mary Granville è stata allevata per una vita a corte. Era ben istruita e parlava diverse lingue. Era un’abile artista, musicista e ricamatrice. Dal sito del British Museum si trova anche che si sposò : Un cambiamento nelle circostanze della famiglia Granville ha portato a un matrimonio combinato con il deputato Alexander Pendarves che aveva 45 anni più di Mary che ne aveva 17. Rimase però subito vedova, e la vedovanza fu un sollievo per Mary Delany, perché nel 1700 le vedove, a differenza delle donne non sposate, potevano muoversi più liberamente nella società. Mantenne  il suo status di single indipendente per 20 anni. A 32 anni, ha incontrato Patrick Delany, un religioso irlandese, e si sono sposati 11 anni dopo, trasferendosi a Dublino dove è diventato decano di Down. Entrambi condividevano l’amore per il giardinaggio. Quando morì 25 anni dopo, tornò in Inghilterra e divenne una compagna della sua amica di lunga data, la duchessa di Portland, trascorrendo le estati nella casa della duchessa di Bulstrode, nel Buckinghamshire. La sua profonda amicizia con la Duchessa la portò in contatto con alcuni dei più grandi artisti botanici e botanici dell’epoca, tra cui Sir Joseph Banks, che raccolse specie da tutto il mondo. I botanici di tutta Europa avrebbero inviato i suoi esemplari. Re Giorgio III e la regina Carlotta erano i suoi mecenati. Ordinarono che qualsiasi pianta curiosa o bella fosse inviata a Delany quando era in fiore in modo che potesse usarla per creare la sua arte. Quando la duchessa di Portland morì nel 1785, il re Giorgio III concesse a Mary Delany una pensione e una casa a Windsor, dove visse fino alla sua morte nel 1788. È sepolta a St.James’ Piccadilly.

Fu la sorella minore Anne Dewes a salvare molte delle lettere di Mary, nonostante Mary le dicesse di bruciarle (forse a causa di alcuni pettegolezzi riportati). Le lettere salvate da Anne furono tramandate a sua figlia Mary Port e poi alla figlia di Mary Port, Augusta Waddington Hall, Lady Llanover (1802-96), che trascrisse e curò le lettere e le pubblicò in 6 volumi che divennero la risorsa per gran parte del informazioni su di lei.

Per conoscere la vita di Mary ci sono due libri che ci possono condurre a capire la sua passione e il tempo in cui viveva: il primo è intitolato The Paper Garden: An Artist Begins Her Life’s Work at 72, di Molly Peacock (New York, Bloomsbury, 2011). Al capitolo 2 si narra che durante la sua infanzia Mary si traferì dalla zia Stanley allo scopo di educarla perchè un giorno potesse diventare una dama di compagnia a corte. Imparò così a suonare il pianoforte, ricamare, dipingere e parlare francese. Iniziò a tagliare la carta con le forbici mentre frequentava la scuola di Mademoiselle Puelle con altre ragazze aristocratiche. I suoi compagni di classe desideravano i suoi uccelli e fiori di carta tagliati. Da adulta, spesso intratteneva i suoi amici tagliando sagome. Molly Peacock ha visto per la prima volta i mosaici floreali di Mary Delany nel 1986 alla Morgan Library and Museum di New York City, e dice di esserne rimasta colpita. La mostra comprendeva 110 fiori. 

Se vogliamo parlare della sua tecnica, partiva nel dipingere carte per meglio rappresentare i colori dei petali, degli stami, del calice, delle foglie, delle vene, del gambo e di altre parti della pianta. A volte includeva minuscoli pezzi del fiore reale nel suo collage. Lavorò con carte fatte a mano importate e con colla di farina.  Ogni mosaico di carta riporta sul fronte un’etichetta con i nomi linneani e comuni della pianta, il monogramma ‘MD’ in un angolo e, sul retro dell’opera, la data e il luogo in cui ha eseguito il suo collage, il nome del donatore dell’esemplare e il suo numero di collezione. Chi scrisse della sua tecnica, riportano che usava una pinzetta, un punteruolo (uno strumento  che usava per ricamare) e una cartella di osso piatto per piegare la carta. Utilizzava pennelli di vario genere, mortaio e pestello per macinare il pigmento e miele che avrebbe plastificato il pigmento. E usava pezzi di vetro o di cartone per riparare le sue carte e spilli per appendere le sue carte ad asciugare.

I suoi mosaici di carta sono ora al British Museum (Londra, Regno Unito) nel Department of Prints and Drawings. Le opere di Delany possono essere viste anche nella Royal Collection, nella National Gallery of Ireland, Dublino, e nella Lilly Library, Indiana University, Bloomington, USA. 

Commento di Cristina Rossello: Il Centro Studi e Ricerche di R.F.O. ha avuto l’occasione di poter ammirare e studiare il lavoro di collage di questa artista, se vogliamo così definirla. Un’esperienza decisamente importante per meglio comprendere le arti durante un periodo storico e come queste sono in grado di descrivere la stessa società. Ogni collezione narra una sua storia, personale e storicizzata al contesto sociale, economico o politico, ecco perché poter studiare ogni documento o opera d’arte costituisce un prezioso apporto per la valorizzazione di una collezione e di un patrimonio culturale che non può essere disperso.

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