LUCIO FONTANA AL CENTRE POMPIDOU MÁLAGA: SPAZIALISMO COME METAFORA DELL’ INCONSCIO

La mostra Lucio Fontana, recto-verso presenta un totale di 33 opere dell’artista argentino tra disegni -tra cui un autoritratto del 1940-, preamboli di interventi architettonici e altri ambienti da esplorare, realizzati a partire dal 1948, in particolare le installazioni spaziali con neon e luce nera. 

Prima di essere considerato, agli occhi della critica, il pittore provocatorio che la storia dell’arte non ha corretto, Lucio Fontana è stato uno scultore classico, anzi neoclassico. Nasce in Argentina nel 1899 e riceve dal padre la prima formazione in scultura funeraria, prima di studiare in Italia con Adolfo Wildt, dando libero sfogo alle sue prime innovazioni figurative e astratte. Negli anni ’30 e ’40, le sue creazioni si alternano tra due regimi artistici, il vecchio (commerciale e persino propagandistico) e l’innovativo. Il barocco rimarrà con la ceramica a medio termine fino alla fine. Il suo successo contribuisce a cancellare il primo Fontana: abile scultore che, dagli anni Venti in poi, si dimostrò occasionalmente capace di adempiere a commissioni ufficiali.

Il susseguirsi di diverse sequenze di opere del 1949 segna una narrazione dai toni epici

“Vi assicuro che sulla luna non dipingeremo, ma faremo arte spaziale”, ha affermato. Da quell’anno dà a tutte le sue creazioni il titolo generale di Concetto Spaziale e aggiunge sottotitoli alle sue serie che possono essere lette come un catalogo di gesti ed esperimenti: Buchi (tele e carte traforate) del 1949, Pietre ( aggiunte di vetro) del 1952, Barrochi, Tagli (fenditure) del 1958, Nature (sfere divise), Quanta (Tagli presentati in un arcipelago), Metalli, Teatrini (teatrini) del 1964. «Quando mi trovo davanti a uno dei miei tagli […], mi sento un uomo liberato dalla schiavitù della materia, come un uomo che appartiene alla grandezza del presente e del futuro”, ha indicato l’artista.

Le tele e le sculture di Fontana sono esposte accanto a opere di altri 22 artisti, tra cui Giacomo Balla, precursore del Futurismo, Wildt, Beniamino Joppolo, che fu matitea di Fontana, Giuseppe Capogrossi, Alberto Burri e Gyula Kosice.

Ci sono anche altri con cui Fontana ha dialogato attraverso il Grupo Cero, come Yves Klein e Piero Manzoni, per non parlare degli artisti che ha sostenuto o semplicemente incontrato in seguito, come mentore e collezionista, come è il caso di Enrico Castellani. , Mario Merz o Günther Uecker.

La mostra CENTRE POMPIDOU MÁLAGA è visitabile fino al 23 aprile 2023, è curata da Frédéric Paul, Curatore del Dipartimento delle Collezioni Contemporanee del Musée National d’Art Moderne.

Commento di Cristina Rossello: Fontana con la sua arte e i suoi tagli si differenziò da altri artisti del periodo, per il suo visionario modo di concepire l’arte e una profonda ricerca verso l’arte concettuale e astratta che trova nello Spazialismo la sua massima espressione. Il taglio di Fontana è il gesto che apre la luce al buio e il buio alla luce, una sorta di metafora visuale dell’inconscio dove alloggiano tutte le immagini e le emozioni della nostra vita. L’allestimento creato ci consente di abbandonare, anche se per un momento, la realtà per entrare in una dimensione diversa per riflettere che dentro ad un “taglio” ci può sempre essere la visione di uno spazio che non si è voluto vedere.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.