L’ARSENALE DELLA REAL MARINA DI PALERMO: LA SUA STORIA

Arsenale della Marina Regia - Palermo

La Sicilia è stata la prima regione italiana a essersi dotata di una Soprintendenza del Mare, istituita con un apposito articolo nella legge finanziaria regionale del 2004 per tutelare, gestire e valorizzare la cultura del mare in Sicilia.  La Soprintendenza opera presso l’Assessorato regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana e ha compiti di ricerca, censimento, tutela, vigilanza, valorizzazione e fruizione del patrimonio archeologico subacqueo, storico, naturalistico e demo-antropologico dei mari siciliani e delle sue isole minori.

Tra le realtà da evidenziare l’arsenale della Real Marina o Marina Regia di Palermo.

Nei primi anni del ‘600 il Vicerè di Sicilia, Conte Francesco Di Castro, sollecitato dall’allora Generale della Squadra delle Galere di Sicilia, Don Diego Pimentel, pensò bene di fornire alla città di Palermo un nuovo Arsenale, da costruirsi in prossimità dell’ imponente Molo del porto terminato qualche decennio prima (la celebre Muraglia d’argento, cosiddetta per l’enorme esborso di danaro costato), dove poter realizzare navi di grosso taglio. Il complesso fu portato a compimento nel 1630 sotto il Viceregno del duca di Albuquerque Francesco Fernandez de la Cueva quando regnava Filippo IV di Spagna, come attesta la tabella marmorea sopra la travatura al centro della facciata, sulla quale sono incise le seguenti parole:

“Philippi IV Hispaniarum, utriusque Siciliae regis III, auspicis augustis, navale armamentarium inchoatum perfectum, An. Salutis MDCXXX”.

La lapide con l’iscrizione, a sua volta sormontata dallo stemma degli Asburgo di Spagna per il Regno di Sicilia, a sinistra è affiancata dal blasone di famiglia del Vicerè e a destra dall’emblema della città, con la figura del Genio di Palermo che fa capolino. L’Arsenale, che si trova alla fine dell’omonima via, già via Cristoforo Colombo (anticamente via del Molo) è un edificio dalla severa architettura composto da due ordini di figura rettangolare: il piano terra è caratterizzato da una fila di sei archi a volta, oggi tompagnati, che altro non erano che i grandi fornici dove venivano impostate le navi in legno per poi essere varate; il piano superiore, invece, formato da ampi cameroni in sequenza, presenta al disopra di una cornice marcapiano fortemente aggettante, una serie di sei finestre a edicola classica, perfettamente in asse con gli archi sottostanti. A questo piano , che originariamente doveva servire ad ospitare l’abitazione dei Generali delle Galere e forse alcuni uffici, vi si accedeva da una scala posta nella stanza all’interno del primo arco di sinistra.
La “Fabrica della Real Marina“, come la chiamarono i contemporanei, rappresentò le speranze e le aspirazioni di coloro i quali vedevano nella sua edificazione la possibilità di accrescere la produzione navale della città, da sempre ritenuta insufficiente, al fine di potenziare non solo la flotta militare ma anche tutte quelle imbarcazioni ad uso commerciale utili al traffico e allo scambio delle merci sia interno che estero. Nel suo cantiere, quindi, furono costruiti sciabecchi, galere, galeotte, lance ,alcune delle quali vennero armate con cannoni di bordo. Tuttavia il numero delle navi realizzate non risultò mai di grande rilievo anche e soprattutto per la mancanza di legname adatto alle grandi stazze; infatti l’approvvigionamento di questa materia prima era assai costoso dato che proveniva nella maggior parte dei casi dalle Fiandre o altri paesi europei e molto meno dai boschi siciliani, calabresi o italiani in genere. L’arsenale rimase in funzione fino al 1797, quando una parte di esso venne adibita“ per serraglio ordinario dei condannati dalla giustizia alla pena del remo e della catena” ma tale utilizzo spesso si alternò a quello di alloggiamento delle compagnie dei reggimenti che transitavano per Palermo. La sua destinazione a bagno penale durò buona parte del XIX secolo; durante le insurrezioni del 1848, infatti, ospitava ancora un centinaio di galeotti. Nel 1861, all’alba del Regno Unitario, divenne pure sede di un ufficio postale per la corrispondenza via mare e successivamente deposito di materiali vari dell’attiguo Cantiere Navale di Palermo fondato dalla Famiglia Florio, ma anche, per un periodo, caserma della Guardia di Finanza.
I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale pur danneggiandone gravemente la parte posteriore lasciarono integra la facciata eccezion fatta per qualche elemento decorativo. Ma il degrado fu inesorabile fino a quando è divenuto proprietà della Regione Siciliana che, nei primi anni 2000, ne ha curato il restauro con la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Palermo. L’immobile nel 1998, attraverso una convenzione è stato dato in uso ad un gruppo di cittadini costituitisi in un comitato denominato “Pro Arsenale” che lo ha parzialmente recuperato e al piano terra ha realizzato un percorso espositivo costituito da documenti, fotografie, strumenti tecnici, costumi, motori navali, tutto materiale raccolto in tanti anni di passione per il mare.
Dal gennaio del 2013, la gestione dell’Arsenale, destinato a diventare il primo Museo del Mare della Regione Siciliana, è stata assegnata alla Soprintendenza del Mare che al suo interno sta portando avanti numerose attività di promozione e valorizzazione del “Mondo Mare”. Tutto ciò è stato possibile anche grazie ad alcuni protocolli firmati con Enti pubblici e privati. Tra questi: l’Associazione culturale Museo del Mare e della Navigazione Siciliana «Florio» e l’Associazione Clac. In particolare la collaborazione con quest’ultima, promotrice del progetto “Mare Memoria Viva” finanziato da Fondazione con il Sud, ha reso possibile l’inserimento dell’Arsenale fra i tre Ecomusei della città di Palermo.

Fonte: Regione Siciliana
Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana
Dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità siciliana

Commento di Cristina Rossello: “Nella storia umana del mare si sovrappone spesso la storia dell’arsenale. Un luogo che serviva per la costruzione e la riparazione di naviglio da guerra e in genere di tutte le armi, macchine, strumenti impiegati in dotazione e anche per la fabbricazione e la custodia di armi e attrezzi d’ogni genere per gli eserciti. La loro storia ci tramanda le vicende delle battaglie delle repubbliche marinare e la loro vita, che hanno fatto un buon pezzo di storia della nostra Penisola.

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