Il ricordo riconoscente e celebrativo del 2 giugno può costituire un semplice dovere civico. E già questo esercizio di memoria e tradizione costituisce conquista di civiltà.
Può diventare qualcosa di più però quando lo facciamo diventare occasione per assimilare e riflettere sui valori fondativi della nostra Repubblica, dell’Europa e del Mondo.
La conquista della nostra libertà, della nostra vita civile, dei nostri valori, della nostra cultura e della bellezza della nostra raggiunta civiltà non è stata semplice, ma frutto di un articolato lavoro e di grandi sacrifici delle generazioni che ci hanno preceduto.
A coloro che si sono sacrificati per noi, per consegnarci tali raggiunti ideali, deve essere sempre e costantemente rivolta la nostra profonda gratitudine con esercizio di memoria costante.
Il nostro vivere privilegiato va tutelato, esteso e condiviso con gli altri e così anche esteso ai popoli vicini al nostro che non trovano ancora, al pari nostro, sicuri principi costituzionali a tutela della libertà, nell’anelito per un miglioramento costante verso uguaglianza e scelte convinte di solidarietà sociale.
Ecco perché proprio oggi non va dimenticato il raggiunto benessere del 2 giugno in modo che il nostro impegno civile tenga sempre più presente la cura delle fasce più deboli della popolazione e non sia punto di arrivo, ma di partenza per migliorare.
È questo il senso della storia delle civiltà.
In quest’ottica il senso della scelta del nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di salutare nel pomeriggio di oggi circa 1800 cittadini che hanno visitato i Giardini del Quirinale: l’apertura al pubblico è stata dedicata, come lo scorso anno, alle fasce deboli della popolazione