LETTERATURA SICILIANA: IL GATTOPARDO DI GIUSEPPE TOMASI DI LAMPEDUSA

Ripercorriamo la storia della letteratura siciliana e i suoi autori, cominciamo da Giuseppe Tomasi di Lampedusa nato nel 1896 a Palermo da una famiglia aristocratica in declino e giunto a noi soprattutto per la fama del romanzo: Il Gattopardo

Inizialmente ebbe un tutore privato ma poi frequentò il liceo locale. Si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Genova ma poi passò all’Università di Roma. Non fu in grado di completare le sue lezioni, poiché si arruolò nell’esercito nel 1916. Combatté per l’Italia nelle Alpi italiane e fu ferito e catturato ma riuscì a fuggire. Rientrato a Palermo dove ha avuto un piccolo esaurimento nervoso. Non riprese gli studi ma viaggiò molto, spesso con la madre. Trascorse molto tempo a Londra e Parigi e lesse anche molto nella letteratura europea. Mentre era a Londra, incontrò Alessandra Wolff, figlia di un aristocratico lettone, e si sposarono a Riga ma lui continuò a vivere a Palermo mentre lei rimase a Riga. Fu costretta a lasciare Riga nel 1943 e venne a Roma ma era riluttante a venire a Palermo, sia a causa della guerra sia perché non andava d’accordo con la suocera. Nello stesso anno il palazzo della famiglia Lampedusa venne distrutto da un attacco aereo americano. Comprò il palazzo del suo bisnonno e vi si trasferì. Continuò a dedicarsi alla lettura e alla scrittura di letteratura ma fu solo quando suo cugino, Lucio Piccolo, pubblicò un libro di poesie che Lampedusa, spinto da un senso di rivalità, decise di scrivere il suo grande romanzo. Mentre lo scriveva, si prese una pausa per scrivere la sua autobiografia, ma non fu mai completata. Tornò a scrivere Il Gattopardo ma, una volta terminato, fu rifiutato dagli editori. Morì nel 1957 di cancro ai polmoni, con il libro ancora inedito. Fu finalmente pubblicato da Feltrinelli l’anno successivo, dopo essere stato letto dal romanziere Giorgio Bassani. Criticato per la sua decadenza, ottenne un notevole successo di pubblico italiano.

I suoi libri:

  • 1958 Il Gattopardo 
  • 1961 Racconti (racconti in: Due racconti e un ricordo La sirena e scritti scelti; I luoghi della mia infanzia)
  • 1970 Invito alle lettere francesi del Cinquecento
  • 1977 Lezioni su Stendhal
  • 1979 Lettere a Licy: Un matrimonio epistolare: Giuseppe Tomasi di Lampedusa e Alessandra Tomasi Wolff
  • 1990 Letteratura inglese
  • 1990 La sirena e scritti scelti
  • 2006 Viaggio in Europa. Epistolario 1925-1930

Il Gattopardo

Questo libro, unico romanzo di Lampedusa, venne rifiutato dai primi due editori a cui venne sottoposto e poi pubblicato solo postumo. Da allora è diventato il romanzo più venduto in Italia ed è considerato un classico della letteratura italiana moderna. La storia parla di Don Fabrizio Corbera, principe di Salina, tratto dal bisnonno di Lampedusa. È ambientato durante il Risorgimento, periodo in cui l’Italia cercava la riunificazione, per liberarsi dal giogo straniero della dominazione austriaca e anche quando gli italiani chiedevano maggiori diritti umani. Don Fabrizio è un principe conservatore vecchio stampo. Governa fermamente la sua famiglia e generalmente ottiene ciò che vuole. Ma le cose stanno cambiando. È il 1860 e Garibaldi è sbarcato in Sicilia e si sta spingendo verso l’entroterra. Sta ottenendo il sostegno non solo della gente ma anche degli operai di Don Fabrizio e di suo nipote. Vediamo il personaggio di Don Fabrizio fin dall’inizio. Prima della cena c’è una preghiera formale: Don Fabrizio ha molto a cuore la tradizione e, in particolare, le tradizioni religiose. Ma presto andrà a trovare la sua amante. Sua moglie è santa e ovviamente la loro vita sessuale è limitata. Le ho dato sette figli ma non ho mai visto il suo ombelico, si lamenta. Ha sette figli ma preferisce il nipote Tancredi, anche se Tancredi si comporta male e preferisce la bella Angelica alla figlia di Don Fabrizio, Concetta. Tancredi è partito per combattere con Garibaldi, non per ideali repubblicani ma per assicurarsi che l’aristocrazia non venga esclusa quando le acque si saranno calmate. È ulteriormente rassicurato quando i suoi inquilini, favorevoli a Garibaldi, sottolineano che gli aristocratici come lui non saranno toccati dalla rivoluzione.

“Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” 

Commento di Cristina Rossello: Il Gattopardo: un libro che racconta la decadenza di una classe sociale alla quale lo stesso autore appartiene. Il Gattopardo è l’autofiction di una morte, individuale e sociale, infatti il romanzo tratta le trasformazioni sociali e politiche della Sicilia del Risorgimento. L’autore rivela sempre una sottile ironia e non continua a lacrimare per le povere condizioni dei siciliani, come avviene in diversi romanzi di autori della Sicilia. Un libro che ci introduce in una Sicilia del tempo decadente ma piena di fascino a cui ancora oggi non ci si può sottrarre.

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