LETTERATURA SICILIANA: GIOVANNI VERGA, IL VERISMO E “I MALAVOGLIA”

Proseguiamo la ricerca nella letteratura siciliana ricordando il più importante della scuola di romanzieri del verismo italiano: Giovanni Verga nella sua Catania.

Giovanni Verga (Catania 1840/1922) è stato un romanziere, scrittore di racconti e drammaturgo. La sua reputazione si sviluppò lentamente, ma i critici moderni lo hanno valutato come uno dei più grandi romanzieri italiani. La sua influenza fu particolarmente marcata sulla generazione di autori italiani del secondo dopoguerra; un film fondamentale del movimento cinematografico neorealista, Terra trema (1948; La terra trema) di Luchino Visconti, era basato sul romanzo I malavoglia di Verga.

Nato da una famiglia di proprietari terrieri siciliani, Verga si recò a Firenze nel 1869 e successivamente visse a Milano, dove le idee di altri scrittori influenzarono molto la sua opera. Nel 1893 ritornò a Catania.

A partire dai romanzi storici e patriottici, Verga continuò a scrivere romanzi in cui l’osservazione psicologica era combinata con elementi romantici, come in Eva (1873), Tigre reale (1873; “Royal Tigress”) ed Eros (1875). Queste opere sentimentali furono poi definite da Verga romanzi “di eleganza e adulterio”. Alla fine sviluppò i poteri che lo resero prominente tra i romanzieri europei della fine del XIX secolo, e nel giro di pochi anni produsse i suoi capolavori: i racconti di Vita dei campi (1880; “La vita nei campi”) e Novelle rusticane ( 1883; Piccoli romanzi di Sicilia), i grandi romanzi I malavoglia (1881) e Mastro-don Gesualdo (1889), e Cavalleria rusticana (1884), un’opera riscritta da un racconto, che divenne immensamente popolare come opera (1890) di Pietro Mascagni.

Le sue rappresentazioni realistiche della vita dei poveri contadini e pescatori della Sicilia sono particolarmente notevoli e, in effetti, il suo forte sentimento per il locale ha contribuito ad avviare un movimento di scrittura regionalista in Italia

Le sue storie trattavano più comunemente la lotta dell’uomo per il miglioramento materiale, che Verga considerava destinata a fallire. D.H. Lawrence tradusse molte delle sue opere in inglese, tra cui Cavalleria rusticana e Mastro-don Gesualdo. 

I Malavoglia, pubblicato nel 1881 è il primo di un ciclo di cinque romanzi, intitolato I vinti, che nelle intenzioni dell’autore avrebbe dovuto rappresentare il tema del progresso dell’umanità, in un moto sociale ascendente dall’umile pescatore all’Uomo di lusso.

Il libro riguarda i pericoli di sconvolgimenti economici e sociali. Era il primo volume di una serie di cinque romanzi progettata che Verga non completò mai. La narrativa obiettiva dell’autore e l’ampio uso del dialogo per far avanzare l’azione e rivelare il personaggio rappresentavano un nuovo stile nella narrativa italiana. L’azione è incentrata sulla famiglia Malavoglia, che chiede in prestito denaro all’usuraio locale in cambio di beni non ricevuti che spera di rivendere. Quando il carico viene smarrito in mare, la famiglia deve comunque ripagare il debito. Seguono una serie di battute d’arresto e perdite mentre la famiglia incontra problemi da ogni parte. La casa è perduta e sono richiesti sacrifici eroici sia agli uomini che alle donne finché il debito non viene ripagato. Alla fine del romanzo la famiglia riprende possesso della casa presso il nespolo.

Commento di Cristina Rossello: Il verismo italiano è una corrente letteraria che come il naturalismo francese si basa sul positivismo. Verga infatti, è attento alle realtà locali e soprattutto a quelle del Sud Italia, dove la retorica dell’Unità d’Italia non ha avuto grande seguito. Il verismo diventa un’occasione di raccontare la verità del Sud Italia contro le ipocrisie della politica e della cultura, contro chi commissiona studi sul Sud e poi non ne tiene conto, contro chi non fa reali piani di sviluppo per il Mezzogiorno d’Italia. L’analisi oggettiva e scientifica della realtà diventa perciò uno strumento di denuncia per i veristi italiani. Oggi si possono scoprire i luoghi dove lo scrittore Giovanni Verga ha vissuto o hanno preso vita le sue opere, un percorso turistico culturale che si snoda in tre comuni: Catania, Vizzini, Aci Trezza. Un viaggio da riscoprire per ritrovare il disincanto di Verga e connettersi profondamente con l’ispirazione che permea queste terre.

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