LE TRE ETÀ DI KLIMT IN UN UNICO “CAPOLAVORO A PERUGIA”

Con la mostra dedicata al capolavoro di Gustav Klimt, Le tre età (1905), concesso straordinariamente in prestito dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, si inaugura un nuovo ciclo espositivo della Galleria Nazionale dell’Umbria: Un capolavoro a Perugia. Fino al 15 settembre 2024

Durante l’estate il museo offre al suo pubblico la possibilità di ammirare e conoscere in profondità un’opera di particolare importanza nel percorso di un celebre artista, al quale è affiancata una selezione di opere di altri autori suoi contemporanei, allo scopo di illustrare l’epoca della sua creazione, il contesto storico culturale e i temi affrontati. Nel caso di Klimt, ad introdurlo sarà Galileo Chini, di cui sono esposti alcuni disegni, dipinti e ceramiche ispirate allo stile del maestro viennese.

L’allestimento della mostra rimanda al gusto della Secessione viennese di cui Gustav Klimt fu uno dei fondatori. Il volume stereometrico bianco del portale con decorazioni geometriche, le pareti con il motivo a losanghe, la zoccolatura scura che disegna i contorni delle vetrine sono riferimenti al padiglione austriaco di Josef Hoffman per l’Esposizione Internazionale di Belle Arti di Roma del 1911, mentre l’uso dell’inconfondibile carattere tipografico curvilineo dorato richiama VER SACRUM, la rivista secessionista il cui iconico titolo è riportato in caratteri dorati all’ingresso del palazzo della Secessione di Olbrich a Vienna.

Varcare il portale equivale quindi ad attraversare un ideale stargate che porta il visitatore ad ammirare l’opera di Klimt in un “ambiente analogo” per atmosfera e suggestioni a quello della Biennale di Venezia del 1910, in cui veniva esposto proprio il capolavoro Le tre età, e dell’Esposizione Internazionale di Roma del 1911 che consacrò anche in Italia la fama imperitura di Klimt.

La mostra è arricchita dall’ascolto in sottofondo del brano Verklärte Nacht (Notte trasfigurata), composto dal viennese Arnold Schoenberg.


Klimt Gustav, Le tre età, 1905, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma

Le tre età

Il tema delle tre età ricorre spesso nella storia dell’arte, ma si concentra soprattutto sull’uomo. Giorgione, Tiziano, Van Dyck, Friedrich sono soltanto alcuni dei maestri che si cimentano con questo soggetto, dimostrando la loro capacità di restituire con precisione le fisionomie e i corpi di bambini, giovani e anziani, nel tentativo di rappresentare l’ineluttabilità del tempo che passa. È molto raro che a illustrare questo destino siano dei soggetti femminili, laddove il rapporto tra giovani e anziane nella pittura del passato si è concentrato sull’accostamento della Vergine Maria e Sant’Anna.

Klimt affronta questo tema da un punto di vista laico, facendone un omaggio alla complessità del corpo femminile, che cambia aspetto nel corso degli anni, ma soprattutto accompagna un diverso atteggiamento nei confronti della vita. Le tre donne di questo capolavoro diventano anche la metafora di una civiltà, che all’inizio del Novecento sta lasciando dietro di sé una visione classica del mondo per immergersi nelle inquietudini del XX secolo, sollecitate dai nuovi studi psicoanalitici e dai rapporti politici sempre più esacerbati. In questa visione problematica della storia, Klimt esordisce con uno stile elegante, complesso ed estremamente innovativo, che riscuoterà un successo clamoroso, ancora oggi condiviso dal grande pubblico.

Tre corpi femminili stretti tra due ali di pioggia cristallina, che cade da una superficie nera compatta. Dietro di loro si accendono segni che contribuiscono ad esaltare l’emozione definita dal loro aspetto. La donna più anziana, inerme, disperata, possiede un corpo dal volume deciso, che si impone con le sue ombre portate all’altezza del ventre, della schiena e del collo, mentre esplora lo spazio con i piedi dipinti in perfetta prospettiva. La giovane madre ha un corpo quasi a due dimensioni, bianco, diafano, alleggerito dall’assenza dei piedi, ma Klimt concentra la nostra attenzione piuttosto sul suo viso, immerso in una chioma bionda – come quella della Venere di Botticelli – sparsa di fiori che germogliano da nuclei che alludono al suo potere generatore. S’è addormentata con sua figlia in braccio, ritratta in posizione sp

Commento di Cristina Rossello: Le opere di Klimt sono caratterizzate da un uso audace del colore e da temi erotici che hanno provocato spesso scandalo. La sua famosa serie di opere realizzate per la facoltà di medicina dell’Università di Vienna e raffigurante dei nudi, fu particolarmente controversa al punto da essere considerate immorali. Ecco perché le opere di Klimt continuano ancora a essere celebrate per la loro bellezza e soprattutto per la loro capacità di provocare e allo stesso tempo di ispirare ancora la critica contemporanea.

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