OPERA LIRICA E I SUOI COMPOSITORI: LA “NORMA” DI VINCENZO BELLINI

Vincenzo Bellini (1801 – 1835) è stato un compositore operistico italiano nato a Catania con il dono di creare melodia vocale allo stesso tempo pura nello stile e sensuale nell’espressione. La sua influenza si riflette non solo nelle composizioni operistiche successive, comprese le prime opere di Richard Wagner, ma anche nella musica strumentale di Chopin e Liszt.

Nato in una famiglia di musicisti, Bellini realizzò le sue prime opere mentre era ancora studente al Conservatorio di Napoli, dove era stato mandato dal padre, organista. Bellini ottenne il mecenatismo di un importante impresario, che commissionò a Bianca e Fernando l’opera di Napoli. Il successo di questi primi lavori portò ad altre commissioni. Il pirata (1827), scritto per La Scala, il teatro dell’opera di Milano, gli valse una reputazione internazionale. Bellini ebbe la fortuna di avere come librettista il miglior poeta teatrale italiano dell’epoca, Felice Romani, con il quale collaborò nelle sei opere successive. I più importanti di questi furono I Capuleti e i Montecchi (1830), basato su Romeo e Giulietta di Shakespeare; La sonnambula (1831; Il sonnambulo); e Norma (1831). La sonnambula, opera semiseria (seria ma a lieto fine), divenne molto popolare, anche in Inghilterra, dove ne apparve una versione inglese. Bellini visse brevemente a Londra nel 1833 e poi si recò a Parigi. Lì, l’influenza del compositore Gioachino Rossini gli assicurò l’incarico di scrivere un’opera per il Théâtre-Italien. Il risultato fu I puritani (1835), l’ultima delle nove opere di Bellini; sebbene ostacolato da un libretto inetto, è per molti versi la sua opera più ambiziosa e bella.

Il capolavoro di Bellini, “Norma”, una tragedia in due atti ambientata nell’antica Gallia e che ottenne un successo duraturo nonostante un fallimento iniziale, su libretto di Felice Romani

L’opera fu rappresentata per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano nel 1831, è tratta dalla tragedia coeva Norma ou l’infanticide di Alexandre Soumet che in quegli anni era in scena con grande successo sui palcoscenici parigini. Una storia d’amore e morte, sullo sfondo della guerra tra Galli e Romani, che si rifà alla tradizione classica della Medea di Euripide e all’infanticidio come vendetta per il tradimento amoroso. Norma è sacerdotessa del tempio di Irminsul che, nella Gallia dei druidi durante la dominazione romana, infrange segretamente i suoi voti amando Pollione, proconsole di Roma e padre dei suoi due figli. Ma Pollione si innamora della giovane novizia Adalgisa ignara della relazione tra lui e Norma. Accusando pubblicamente se stessa di avere infranto i voti, Norma, dolente e tradita, non esita a sacrificare la sua vita al posto di quella della rivale in amore, in un finale che la riavvicina a Pollione e che celebra l’amore eterno degli amanti nella morte.

Commento di Cristina Rossello: L’opera Norma è il vero capolavoro di Bellini di cui si conservano ancora non solo la partiture musicale autografa per la Scala (alla Biblioteca del Conservatorio di Musica Santa Cecilia in Roma) ma anche un a serie di fogli pentagrammati sia la Museo Belliniano di Catania che alla Public Library di New York. Un libretto dovrebbe inoltre essere conservato all’Accademia Chigiana di Siena. Questo a significare quanto sia importante al fine della valorizzazione di un patrimonio culturale, sia la corretta conservazione che una giusta archiviazione.

Qui il libretto

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