CARLO I: MECENATE DELLE ARTI CHE RICONOSCEVA IL SUO DOVERE VERSO I SUDDITI

Con questa storia dedicata a Carlo I re di Gran Bretagna e Irlanda (1625–49), il cui governo autoritario e i litigi con il Parlamento provocarono una guerra civile guerra che portò alla sua esecuzione, iniziamo un altro ciclo di storie di uomini e donne che storicamente hanno reso l’Inghilterra la più famosa potenza al mondo

Carlo I (1600 – 1649, Londra) fu il re di Gran Bretagna e Irlanda (1625–49), il cui governo autoritario e i litigi con il Parlamento provocarono una guerra civile guerra che portò alla sua esecuzione.

Carlo (1600 – 1649, Londra) il secondo figlio sopravvissuto di Giacomo VI di Scozia e Anna di Danimarca. Era un bambino che non godeva di buona salute e, quando suo padre divenne re d’Inghilterra nel marzo 1603  (Giacomo I), fu temporaneamente lasciato in Scozia a causa dei rischi del viaggio. Devoto al fratello maggiore, Enrico, e alla sorella, Elisabetta, si sentì solo quando Enrico morì (1612) e sua sorella lasciò l’Inghilterra nel 1613 per sposare Federico V, elettore del Reno Palatinato. Piccolo di statura, era meno dignitoso di quanto suggeriscono i suoi ritratti del pittore fiammingo Sir Anthony Van Dyck.

Timido, silenzioso e riservato e con un ottimo carattere, aveva suoi modi cortesi viaggiava poco e non amava frequentare gente comune. Mecenate delle arti (in particolare della pittura e degli arazzi; portò in Inghilterra sia Van Dyck che un altro famoso pittore fiammingo, Peter Paul Rubens). Era, come tutti gli Stuart, anche un amante dei cavalli e della caccia. Nel 1623, prima di salire al trono, Carlo, accompagnato dal duca di Buckingham, favorito del re Giacomo I, fece una visita in incognito in Spagna per concludere un trattato di matrimonio con la figlia del re Filippo III. Ma questa missione fallì. Nel frattempo fu stipulato per suo conto un trattato di matrimonio con Enrichetta Maria, sorella del re di Francia Luigi XIII.

Carlo I divenne re e poco dopo sposò Enrichetta Maria nel marzo del 1625

Nel frattempo la guerra di Spagna si stava rivelando un fallimento e Carlo non offrì al Parlamento spiegazioni sulla sua politica estera o sui suoi costi. Inoltre, i puritani, che sostenevano la preghiera estemporanea e la predicazione nella Chiesa d’Inghilterra, predominavano nella Camera dei Comuni, mentre le simpatie del re andavano a quello che divenne noto come l’High Church Party, che sottolineava il valore della preghiera. Così presto sorse un antagonismo tra il nuovo re e i Comuni, e il Parlamento rifiutò di votargli il diritto di imporre tonnellaggio e libbra (dazi doganali) se non a condizioni che aumentassero i suoi poteri, sebbene questo diritto fosse stato concesso ai monarchi precedenti a vita.

Quando si riunì il terzo Parlamento di Carlo (marzo 1628), la spedizione di Buckingham in aiuto dei protestanti francesi a La Rochelle era stata decisamente respinta e il governo del re era completamente screditato. La Camera dei Comuni approvò immediatamente risoluzioni che condannavano la tassazione arbitraria e l’incarcerazione arbitraria e poi espose le sue denunce nella Petizione dei Diritti, che chiedeva il riconoscimento di quattro principi: niente tasse senza il consenso del Parlamento; nessuna reclusione senza motivo; nessun acquartieramento di soldati sui sudditi; nessuna legge marziale in tempo di pace. Il re, nonostante i suoi sforzi per evitare di approvare questa petizione, fu costretto a dare il suo consenso formale. Per i successivi 11 anni governò il suo regno senza convocare un Parlamento.

Sebbene il re si considerasse responsabile delle sue azioni, non verso il suo popolo o il Parlamento ma verso Dio solo secondo la dottrina del diritto divino dei re, riconosceva il suo dovere verso i suoi sudditi

Sebbene fosse spesso indolente, dimostrò spasmodici scoppi di energia, soprattutto nell’ordinare riforme amministrative, anche se fece poca impressione sull’elaborata rete di interessi privati ​​nelle forze armate e a corte. Nel complesso, il regno sembra aver goduto di un certo grado di prosperità fino al 1639, quando Carlo fu coinvolto in una guerra contro gli scozzesi. All’inizio del suo regno Carlo alienò la nobiltà scozzese con un atto di revoca in base al quale le terre rivendicate dalla corona o dalla chiesa erano soggette a confisca. La sua decisione nel 1637 di imporre al suo regno settentrionale una nuova liturgia, basata sul Libro inglese della preghiera comune, sebbene approvata dai vescovi scozzesi, incontrò una resistenza concertata.

Fine della prima puntata

Commento di Cristina Rossello: Il libro della preghiera (Book of Common Prayer) – sopraccitato – , fu il  libro liturgico utilizzato dalle chiese della Comunione anglicana. Il libro di preghiere nell’edizione a noi più nota del 1662, con lievi modifiche rispetto al precedente, ha continuato a essere la liturgia standard della maggior parte degli anglicani e delle chiese del Commonwealth britannico. Un libro che però ha saputo influenzare o arricchire il linguaggio liturgico della maggior parte delle chiese protestanti di lingua inglese.

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