BANK OF ENGLAND MUSEUM E LA STORIA DELLA BANCA

Situato nel cuore del distretto finanziario di Londra, il museo della Banca d’Inghilterra racconta la storia trasformata dagli inizi dell’impresa privata della Banca nel XVII secolo, fino all’attuale burocrazia fiscale governativa. Il museo spiega con la moderna interazione audiovisiva, il denaro di tutti i giorni è importante come: tassi di interesse, inflazione, emissione di banconote, autorità e contributo della banca all’economia del Regno Unito. All’interno della replica della sala bancaria a cupola del XVIII secolo di Sir John Soane, è svelata la collezione di oggetti pecuniari della banca. Con alcuni elementi risalenti al giorno di apertura della Banca d’Inghilterra.

I manufatti in mostra permanente includono; libri mastri, documenti significativi, argenteria, stampe e illustrazioni, ritratti, banconote originali del XVII secolo, penne da impiegato, le prime monete conosciute e fotografie del XIX secolo. L’esposizione dell’oro include lingotti d’oro romani e moderni, oltre a scintillanti lingotti d’oro da 13 kg / 28 libbre che si possono toccare. Mentre la presentazione di picche e moschetti racconta di quando fino al 1971 la banca aveva una propria guardia militare posta a protezione della banca.

La storia della Banca d’Inghilterra

Bank of England, la Banca Centrale del Regno Unito. La sua sede è nel quartiere finanziario centrale della City di Londra. La Banca d’Inghilterra fu costituita con atto del Parlamento nel 1694 con lo scopo immediato di raccogliere fondi per consentire al governo inglese di dichiarare guerra alla Francia nei Paesi Bassi (vedi Grande Alleanza, Guerra dei). Una carta reale consentiva alla banca di operare come banca per azioni a responsabilità limitata. Fino al 1826 in Inghilterra e Galles non furono ammesse altre banche per azioni. Questo status speciale e la sua posizione di banchiere del governo diedero alla banca notevoli vantaggi competitivi.

La banca si trovava prima a Mercers’ Hall e poi a Grocers’ Hall, ma fu trasferita nella sua sede permanente in Threadneedle Street negli anni ’30 del Settecento. A quel tempo era diventata l’istituzione finanziaria più grande e prestigiosa d’Inghilterra e le sue banconote erano ampiamente diffuse. Di conseguenza, divenne banchiere di altre banche, le quali, mantenendo i saldi presso la Banca d’Inghilterra, potevano saldare i debiti tra loro. La banca fu minacciata dall’instabilità economica che accompagnò la Rivoluzione francese e le guerre napoleoniche, ma la sua posizione fu notevolmente rafforzata anche dalle sue azioni di raccolta fondi per il coinvolgimento della Gran Bretagna in quei conflitti.

Nel corso del XIX secolo la banca assunse gradualmente le responsabilità di una banca centrale. Nel 1833 iniziò a stampare moneta a corso legale e nei decenni successivi assunse il ruolo di prestatore di ultima istanza e di guardiano delle riserve auree della nazione. La banca rimase di proprietà privata fino al 1946, quando fu nazionalizzata. Finanzia il debito pubblico, emette banconote e gestisce le riserve auree e valutarie del paese. È un importante consigliere del governo sulla politica monetaria ed è in gran parte responsabile dell’attuazione della politica scelta attraverso le sue operazioni nei mercati monetario, obbligazionario e dei cambi. La libertà d’azione della banca in questo senso è stata notevolmente rafforzata quando nel 1997 le è stato conferito il potere di determinare i tassi di interesse a breve termine. La Banca d’Inghilterra è membro della Banca Centrale Europea e fa parte del suo Consiglio Generale.

Lista del 1694 con i nomi dei sottoscrittori del capitale originario di 1,2 milioni di sterline. Lista compilata da un impiegato di banca dell’epoca (Fonte: bankofengland.co.uk – Archive AC27/382, 1694 – 1715).

Commento di Cristina Rossello: Interessante ricordare come in questo periodo avvenne il passaggio dalla moneta metallica alla carta moneta:  esistevano tre diversi sistemi monetari: il monometallismo argenteo (sistema a base di argento), monometallismo aureo (sistema a base di oro) e bimetallismo (quando vi erano sia l’oro che l’argento). Con l’intensificarsi degli scambi commerciali, la quantità di monete d’oro e d’argento si rivelò insufficiente, e fu dunque necessario ricorrere a una nuova forma monetaria: la moneta cartacea. Le banconote offrivano sicuramente vantaggi rispetto alle monete come la velocità e la flessibilità nei pagamenti, e la loro diffusione fu favorita dalla fiducia nella stabilità delle banche centrali. Poi con la prima rivoluzione industriale, l’impresa in alternativa per finanziare la propria attività ricorse al mercato, sul quale collocavano le obbligazioni che erano in grado di emettere. Di qui la nascita anche dei titoli finanziari, azioni e obbligazioni. La Banca d’Inghilterra adottò nel 1833, le banconote dichiarandole “moneta a corso legale”, garantendo così la loro utilità per adempiere tutti i pagamenti e riducendo perciò la circolazione delle monete metalliche.A seguito intervenne il “Bank Charter Act”, legge bancaria del 1844 che stabilì i limiti massimi di emissione e l’ammontare delle riserve. La Banca d’Inghilterra fu autorizzata a emettere biglietti fino a 14 milioni di sterline senza copertura metallica, da investire principalmente in titoli di Stato.

La Storia dell’inflazione

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