Paolina Bonaparte (1780, Ajaccio – 1825, Firenze) fu la seconda sorella di Napoleone a sopravvivere all’infanzia, ed era la più allegra e bella delle sue sorelle.
Sposò il Gen. C.V.E. Leclerc (1772–1802), ufficiale di stato maggiore di Napoleone, nel 1797 e lo accompagnò a San Domingo. Quando Leclerc morì di febbre gialla tornò a Parigi. Sposò poi il principe Camillo Borghese (6 novembre 1803) e andò con lui a Roma, ma presto si stancò di lui, e tornò a Parigi, dove il suo comportamento suscitò qualche scandalo. Nel 1806 ricevette il titolo di duchessa di Guastalla. Il suo trattamento disinvolto nei confronti della nuova imperatrice di Napoleone, Maria Luisa, portò alla sua rimozione dalla corte nel 1810. Tuttavia, andò con sua madre all’Isola d’Elba nel 1814 e si dice che abbia espresso il desiderio di condividere l’esilio di Napoleone a Sant’Elena. Morì di cancro a Firenze nel 1825. È nota la statua di Canova che la raffigura come Venere sdraiata su un divano.
La storia della famiglia Bonaparte
Famiglia Bonaparte fu resa famosa da Napoleone I, imperatore dei francesi (1804–1814/15). La forma francese Bonaparte non fu comunemente usata, nemmeno da Napoleone, fino a dopo la primavera del 1796. Il nome originale era Buonaparte, che nell’alto Medioevo fu portato da diverse famiglie distinte in Italia. Uno di questi, stabilitosi a Firenze prima del 1100, fu diviso nel XIII secolo nei due rami di San Miniato e Sarzana. Un membro di quest’ultimo, Francesco Buonaparte, emigrò a metà del XVI secolo in Corsica, dove i suoi discendenti continuarono ad occuparsi degli affari del diritto e della magistratura. I genitori corsi di Napoleone erano Carlo Maria e Maria Letizia Buonaparte. Joseph, il loro terzo figlio e il primo sopravvissuto, nacque nel 1768, Napoleone nel 1769, e altri nove figli, sei dei quali sopravvissero, negli anni successivi: Lucien (1775); Elisa (1777); Luigi (1778); Paolina (1780); Carolina (1782); e Girolamo (1784). Il figlio di Luigi, Charles-Louis, divenne imperatore dei francesi come Napoleone III (1852–70). Il nome Bonaparte sopravvisse nei discendenti di Lucien, Louis e Jérôme fino al 21° secolo.
Paolina Bonaparte e Antonio Canova
Paolina Bonaparte per il suo cognome che la legava all’autoritario fratello non fu mai apprezzata come era giusto che fosse. Riuscì a farsi apprezzare grazie alla sua ammaliante bellezza. Fu lo stesso Antonio Canova ad accorgesene e da questa grazia realizzò uno dei suoi capolavori di maggiore sensualità e raffinatezza qual è Paolina Bonaparte come Venere vincitrice. Un’opera di straordinaria bellezza commissionata da Camillo Borghese, sposo di Paolina. La storia narra che Borghese con questa opera abbia voluto fare un omaggio a Paolina a causa della morte del figlio Dermite avuto dal precedente matrimonio con Leclerc. La scultura in marmo bianco fece molto scalpore a causa della nudità, seppur rappresentata delicatamente. Sempre secondo la narrazione, pare che posò veramente senza veli in quanto era estate e nello studio di Canova faceva molto caldo. L’opera oggi si trova alla Galleria Borghese di Roma, mentro il gesso al Museo Gypsotheca di Possagno (TV) accanto alla casa natia del Canova.
Commento di Cristina Rossello: Paolina Bonaparte quando posò per Canova era sicuramente all’apice della sua bellezza, visto che aveva solo 25 anni. Quando l’opera tanto famosa di Canova fu completata, la voce si sparse per tutta Roma e in tanti accorsero all’ingresso della villa, giorno dopo giorno, per ammirare lo splendore della nuova creazione del maestro del Neoclassicismo. Ma pochissimi e selezionati ospiti ebbero la possibilità di entrare in contatto e ammirare la scultura, creando un ulteriore alone di fascino “svelato” di una Venere senza tempo.