CARLO I: IL RE CHE NON SCESE MAI A COMPROMESSI E COSÌ CONDANNATO

Questa è la seconda puntata dedicata al re Carlo I, re d’Inghilterra, Scozia e Irlanda

Dalla puntata precedente (link): nell’aprile 1640 si riunì il parlamento più tardi noto come Parlamento Breve, al fine di raccogliere fondi per la guerra contro la Scozia. La Camera ha insistito innanzitutto per discutere le rimostranze contro il governo e si è mostrata contraria alla ripresa della guerra; così, il 5 maggio, il re sciolse nuovamente il Parlamento. La raccolta del denaro delle navi continuò e così anche la guerra. Un esercito scozzese attraversò il confine in agosto e le truppe del re furono prese dal panico prima di un cannoneggiamento a Newburn. Carlo, profondamente turbato per la sua seconda sconfitta, convocò un consiglio di pari su consiglio del quale convocò un altro Parlamento, il Parlamento Lungo, che si riunì a Westminster nel novembre 1640.

La nuova Camera dei Comuni, dimostrandosi poco collaborativa quanto la precedente, condannò le recenti azioni di Carlo. Il re adottò un atteggiamento conciliante, accettò la legge triennale che assicurava la riunione del Parlamento una volta ogni tre anni, ma espresse la sua determinazione a salvare Strafford, al quale promise protezione. Ma anche in questo non ebbe successo. Strafford fu decapitato il 12 maggio 1641.

Carlo fu costretto ad accettare una misura secondo la quale il Parlamento esistente non poteva essere sciolto senza il suo consenso

Accettò anche progetti di legge che dichiaravano illegali i soldi delle navi e altre misure fiscali arbitrarie, e in generale condannavano i suoi metodi di governo negli 11 anni precedenti. Ma pur facendo queste concessioni, ha visitato la Scozia in agosto per cercare di ottenere lì il sostegno antiparlamentare. Accettò la piena istituzione del presbiterianesimo nel suo regno settentrionale e permise alle proprietà scozzesi di nominare funzionari reali.

Nel frattempo, il Parlamento si riunì a Londra dopo una pausa e, il 22 novembre 1641, la Camera dei Comuni approvò con 159 voti contro 148 la Grande Rimostranza al re, esponendo tutto ciò che era andato storto dopo la sua ascesa al trono. Nello stesso tempo era giunta a Westminster la notizia di una ribellione in Irlanda. I leader della Camera dei Comuni, temendo che se un esercito fosse stato formato per reprimere la ribellione irlandese, avrebbe potuto essere usato contro di loro, progettarono di ottenere il controllo dell’esercito costringendo il re ad accettare un disegno di legge sulla milizia.

Quando gli fu chiesto di cedere il comando dell’esercito, Carlo esclamò: “Per Dio, nemmeno per un’ora

Ora, temendo l’impeachment della sua regina cattolica, si preparò ad intraprendere un’azione disperata. Ordinò l’arresto di un membro della Camera dei Lord e di cinque membri della Camera dei Comuni per tradimento e andò con circa 400 uomini per far rispettare lui stesso l’ordine. Gli imputati però scapparono e si nascosero in città. Dopo questo rifiuto il re lasciò Londra il 10 gennaio, questa volta per il nord dell’Inghilterra. La regina si recò in Olanda a febbraio per raccogliere fondi per il marito impegnando i gioielli della corona.

Seguì una pausa, durante la quale sia realisti che parlamentari arruolarono truppe e raccolsero armi, sebbene Carlo non avesse completamente abbandonato le speranze di pace

Dopo un vano tentativo di mettere al sicuro l’arsenale di Hull, in aprile il re si stabilì a York, dove ordinò che le corti di giustizia si riunissero e dove gradualmente si unirono a lui i membri realisti di entrambe le case. Nel mese di giugno la maggioranza dei membri rimasti a Londra inviò al re le Diciannove Proposizioni, che includevano la richiesta che nessun ministro fosse nominato senza l’approvazione parlamentare, che l’esercito fosse posto sotto il controllo parlamentare e che il Parlamento decidesse sul futuro del paese. Charles si rese conto che queste proposte erano un ultimatum; tuttavia ha restituito una risposta attenta in cui ha riconosciuto l’idea che il suo era un “governo misto” e non un’autocrazia. Ma a luglio entrambe le parti si preparavano urgentemente alla guerra. Il re innalzò formalmente lo stendardo reale a Nottingham il 22 agosto e presto scoppiarono sporadici combattimenti in tutto il regno.

Fine della seconda puntata. 
La prossima è dedicata alla guerra civile di Carlo I

 

Commento di Cristina Rossello: Di Re Carlo I, si conosce molto ma non tutto. Come ad esempio l’accusa di una sua vicinanza troppo sentita al cattolicesimo al punto di scrivere al Papa la frase:” Dal momento che cattolici ed anglicani credono nell’unico Dio, nel Crocifisso e nella Trinità, hanno tutti la stessa fede e la stessa Chiesa.”  Alla sua corte trovarono protezione anche molti preti cattolici e per questo suo essere non fu solo un martire anglicano ma anche dei cattolici.

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