Eccoci alla terza e ultima puntata dedicata a re Carlo I, la guerra civile e la sua condanna a morte
Nel settembre 1642 il conte di Essex, al comando delle forze parlamentari, lasciò Londra per le Midlands, mentre Carlo trasferì il suo quartier generale a Shrewsbury per reclutare e addestrare un esercito nelle marce gallesi. Durante una battaglia pareggiata combattuta a Edgehill vicino a Warwick il 23 ottobre, il re si rivolse alle sue truppe con queste parole: “Il tuo re è sia la tua causa, la tua disputa, sia il tuo capitano. Il nemico è in vista. Il miglior incoraggiamento che posso darti è che, alla vita o alla morte, il tuo re ti terrà compagnia e manterrà sempre questo campo, questo luogo e il servizio di oggi nel suo grato ricordo.
Carlo I era un uomo coraggioso ma non un generale, ed era profondamente turbato dal massacro sul campo di battaglia
Nel 1643 la causa reale prosperò, in particolare nello Yorkshire e nel sud-ovest. A Oxford, dove Carlo aveva trasferito la sua corte e il quartier generale militare, dimorò abbastanza piacevolmente al Christ Church College. La regina, dopo aver venduto alcuni dei suoi gioielli e acquistato una nave carica di armi dall’Olanda, sbarcò nello Yorkshire a febbraio e raggiunse il marito a Oxford a metà luglio. Sia con lettere che con appelli personali lo spinse all’azione e lo avvertì contro l’indecisione; “I ritardi ti hanno sempre rovinato”, ha osservato. Sembra che il re abbia acconsentito a un piano per un attacco su tre fronti contro Londra – da ovest, da Oxford e dallo Yorkshire – ma né gli occidentali né gli abitanti dello Yorkshire erano ansiosi di lasciare i propri distretti.
Nel corso dello stesso anno un partito pacifista della parte parlamentare fece alcuni approcci a Carlo a Oxford, ma questi fallirono e i parlamentari conclusero un’alleanza con i covenanters scozzesi. L’ingresso di un esercito scozzese in Inghilterra nel gennaio 1644 spinse gli eserciti del re sulla difensiva e il piano per un movimento convergente su Londra fu abbandonato. Carlo mantenne con successo le sue linee interne a Oxford e in tutto l’ovest e il sud-ovest dell’Inghilterra, mentre inviò suo nipote, il principe Rupert, in incursioni di cavalleria altrove. Per circa un anno le forze del re ebbero il sopravvento; eppure alla fine ha emesso una serie di segnali di pace. Tutto ciò non servì a nulla, ma fu rallegrato dalle notizie secondo cui i suoi avversari stavano cominciando a litigare tra loro.
L’anno 1645 si rivelò un anno di decisioni
Carlo potrebbe aver avuto qualche presentimento di ciò che sarebbe successo, poiché in primavera mandò il suo figlio maggiore, Carlo, in Occidente, da dove fuggì in Francia e raggiunse sua madre, che era arrivata lì l’anno precedente. Carlo tornò a Oxford il 5 novembre e nella primavera del 1646 che in quel momento fu circondata. Carlo lasciò la città sotto mentite spoglie con due compagni alla fine di aprile e arrivò al campo dei covenanter scozzesi a Newark il 5 maggio. Ma quando i covenanter vennero a patti con il vittorioso Parlamento inglese nel gennaio 1647, tornarono a casa, consegnando Carlo I ai commissari parlamentari. Fu trattenuto nel Northamptonshire, dove visse un’esistenza placida e sana e, venendo a conoscenza dei litigi tra il New Model Army e il Parlamento, sperava di raggiungere un trattato con l’uno o l’altro e riconquistare il suo potere.
A giugno, tuttavia, un giovane ufficiale con una forza di circa 500 uomini catturò il re e lo portò al quartier generale dell’esercito a Newmarket
Fu il tempo che Carlo condusse complicate trattative con i capi dell’esercito, con il parlamento inglese e con gli scozzesi; non si faceva scrupolo di promettere una cosa a una parte e il contrario all’altra. Giunse a un accordo segreto con gli scozzesi il 26 dicembre 1647, in base al quale gli scozzesi si offrirono di sostenere la restaurazione del re al potere in cambio della sua accettazione del presbiterianesimo in Scozia e della sua istituzione in Inghilterra per tre anni. Carlo rifiutò quindi per due volte le condizioni offerte dal Parlamento inglese e fu posto sotto stretta sorveglianza, dalla quale tentò invano di nuovo di fuggire.
Nell’agosto del 1648 gli ultimi sostenitori scozzesi di Carlo furono sconfitti nella battaglia di Preston e la seconda guerra civile finì. L’esercito cominciò ora a chiedere che il re fosse processato per tradimento come “il grande autore dei nostri guai” e la causa dello spargimento di sangue. Fu trasferito al castello di Hurst nell’Hampshire alla fine del 1648 e da lì portato al castello di Windsor per Natale.
Commento di Cristina Rossello: Carlo I fu accusato di alto tradimento e di altri gravi crimini contro il regno d’Inghilterra ma si rifiutò di perorare, sostenne invece di difendere “la libertà del popolo inglese”. La sentenza di morte fu letta il 27 gennaio ed eseguita su un patibolo eretto fuori dalla sala dei banchetti di Whitehall la mattina di martedì 30 gennaio 1649. Il re andò coraggiosamente incontro alla morte, continuando a sostenere di essere “un martire per il popolo”. Una settimana dopo fu sepolto a Windsor. Un re degno di nota!