DICEARCO IL FILOSOFO E CARTOGRAFO MESSINESE SEGUACE DELLA SCUOLA PERITETICA DI ARISTOTELE

Dicearco (in greco antico: ΔικαίαρχοςDikáiarchos; Messana, 350 a.C. – 290 a.C.) è stato un filosofo, geografo e cartografo greco antico.

Dicearco fu anche un filosofo peripatetico di Messina in Sicilia, nonché allievo di Aristotele e studioso di ampia cultura che influenzò personaggi come Cicerone e Plutarco. Trascorse gran parte della sua vita a Sparta. Trascurando la filosofia sistematica, coltivò rami speciali della conoscenza, tra cui la storia della letteratura e della musica, la biografia, le scienze politiche e la geografia. Scrisse diversi saggi tra cui Bios Hellados “Vita della Grecia”, una storia della civiltà greca fin dai suoi inizi.

Dicearco da Messina

Figlio di un certo Fidia, da un atteggiamento riflessivo posto dai suoi predecessori preferisce il pensiero responsabile indicando nella decadenza un cattivo uso della ragione, ecco perchè le sue opere predilige la vita attiva a quella contemplativa rinnegando il fato attribuendo solo all’uomo la piena responsabilità del proprio destino. Questo suo pensiero viene associato a quello della scuola peripatetica che durò dal IV al Vi sec. d.c.

Delle sue opere, tuttavia, rimangono pochi frammenti e testimonianze. La più significativa è sicuramente il saggio Descrizione della Grecia che venne dedicato a Teofrasto ed è probabilmente la prima storia della cultura greca orientata a rivalutare il progresso storico.

Vita della Grecia (Βίος Ἑλλάδος) – Il Bios Hellados, in tre libri, di cui restano 24 frammenti, era una sorta di biografia della nazione greca dai tempi più antichi al regno di Filippo II. I brani più famosi sono quelli citati da Varrone e Porfirio, che suggeriscono una visione dualistica del progresso: ad esempio, l’invenzione dell’agricoltura allevia la fame attraverso la creazione di surplus, ma l’eccedenza, a sua volta, dimostra di essere un incitamento all’avidità che conduce alla guerra. Ogni scoperta umana, dunque, risolve un problema, ma ne genera anche un altro. Passaggi che dettagliano le istituzioni umane e la loro storia suggeriscono che Dicearco pensasse che esse avrebbero potuto bloccare il declino. Molti frammenti sono, inoltre, interessati alle origini della musica e della cultura della Grecia, con un’attenzione in parte polemica: il filosofo messinese, infatti, vuole attaccare le mode correnti della musica ricordando ai suoi lettori delle loro forme originali. (fonte quarsoft).

La scuola peripatetica

La scuola risale al 335 a.C. circa, quando Aristotele iniziò a insegnare al Liceo. Era un’istituzione informale i cui membri conducevano ricerche filosofiche scientifiche. Dopo la metà del III secolo a.C. la scuola subì un declino e solo in epoca romana si ebbe una rinascita. I membri successivi della scuola si concentrarono sulla conservazione e sul commento delle opere di Aristotele piuttosto che sulla loro estensione; morì nel 3 ° secolo. Lo studio delle opere di Aristotele da parte di studiosi chiamati Peripatetici continuò attraverso la Tarda Antichità, il Medioevo e il Rinascimento. Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, le opere della scuola peripatetica andarono perdute nell’Occidente latino, ma furono conservate a Bisanzio e incorporate anche nella prima filosofia islamica. L’Europa occidentale recuperò l’aristotelismo da Bisanzio e da fonti islamiche nel Medioevo. Il termine peripatetico significa “del camminare” o “dedicato al camminare”. La scuola di Aristotele venne così chiamata a causa dei peripatoi (“passerelle”, alcune coperte o colonnate) del Liceo dove si riunivano i membri. La leggenda secondo cui il nome deriva dalla presunta abitudine di Aristotele di camminare durante la lettura potrebbe essere iniziata con Ermippo di Smirne. Almeno in origine, i raduni peripatetici erano probabilmente condotti in modo meno formale; probabilmente non esistevano programmi di studio o requisiti prestabiliti per gli studenti o addirittura quote per l’adesione.

Il diafragma di Dicearco de Mesina (hacia el 320 a. C.) è un concetto geografico che può essere interpretato in vari modi. Dal punto di vista moderno coincide, approssimativamente, con il parallelo dell’isola di Rodas, 36°N.

Commento di Cristina Rossello: Interessante come la filosofia greca riuscì ad influenzare un filosofo messinese come Dicearco, discepolo e pupillo di Aristotele, che rimase per lungo tempo in Grecia nella città di Atene per approfondire il pensiero della scuola peripatetica che guardava nel ritrovato senso di una più sistematica e concreta comprensione dei vari aspetti della realtà. Ma fu anche studioso di geografia e cartografia che introdusse un nuovo sistema geometrico basato su un reticolato, dove la terra veniva divisa longitudinalmente dalle colonne d’Ercole ed arrivava al Caucaso indiano. Anche se abbiamo solo frammenti delle sue opere è sicuramente da ricordare per la sua importanza per aver descritto la cultura greca (fino alla sua epoca) con un’analisi di costante e progressiva crescita.

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