Nei focus dedicati alla valorizzazione patrimoniale dell’atleta e delle principali figure operanti nell’ambito sportivo abbiamo trattato una serie di temi attuali comuni legati alle attuali opportunità legislative per tali figure evidenziandone la grande attrattività dell’Italia per loro.
* Articolo pubblicato da Libero il 4 febbraio 2020
Ci sono almeno sette macro categorie di attività relative ai rapporti patrimoniali dell’atleta (e s.s.p.) con:
1. società (l’attività ha come focus la prestazione sportiva in sé e la relativa contrattualistica con trattative finalizzate alla stipulazione di contratti di prestazioni sportive con le società);
2. agenti (l’attività – sempre contrattualistica – in questo caso è fra agenti e sportivi e consiste in trattative contrattuali finalizzate alla stipula di contratti fra le due figure che hanno la peculiarità ulteriore di operare nell’ambito sportivo oltre alla tipicità dei rapporti con la disciplina ordinaria);
3. sponsor (dove l’attività di tutela è inerente alla trattativa relativa ai contratti di sponsorizzazione e quindi a tutta la gradazione delle attività di sfruttamento commerciale inteso nel senso più ampio dell’attività dell’atleta);
4. organi delle federazioni e delle istituzioni sportive nel senso più ampio (tipologia assolutamente tipica e specialistica in ambiti ristrettì a subsistemi giuridici dati dall’ambito legato all’operatività dell’atleta);
5. organi di giustizia sportiva (e quindi attinente si procedimenti disciplinari e di giustizia sportiva dinnanzi agli organi delle Federazioni sportive, al TASS e agli organi di giustizia statale);
6. Authorities che regolano le transazioni finanziarie e gli assetti patrimoniali, monitorando il rispetto della disciplina (ad esempio antiriciclaggio);
7. fornitori di beni o servizi, a vario titolo, fuori dalla disciplina sportiva tipica ma «satellitari» ad essa (attività messe in pratica dallo stesso, quindi relative a rapporti – sempre contrattuali – ma in ambito civilistico e di sfruttamento dei c.d. diritti “personalissimi”).
Possiamo ricondurre per brevità a semplici schemi quali sono i principali diritti e doveri che generano effetti patrimoniali indotti dall’attività tipica dell’atleta o dello strategic sport professionals nella qualità di giocatore, allenatore, procuratore, preparatore.
Dalle schede si ha l’evidenza di come profilo civilistico, giuslavoristico, amministrativo, sportivo, fiscale, penale, privacy, security, giudiziale e di intelligenza artificiale dell’atleta (e/o «strategic sport professionals») siano connessi ed estremamente complessi nei loro impatti patrimoniali.
Se, in generale, il profilo patrimoniale dell’atleta (e/o s.s.p.) è sempre variabile e di “pianificazione a breve”, per queste figure di sportivi lo status è estremamente mutevole per molteplici cause. E non ci riferiamo solo al cambio di squadra (interno/campionato) o al trasferimento all’estero, ma all’attrazione in vicende attinenti altri soggetti che interagiscono con l’atleta (e/o con il ssp) inevitabilmente coinvolgendolo sempre.
La tutela patrimoniale dunque va assicurata all’unisono accompagnando alla gestione ordinaria del patrimonio individuale e familiare degli autentici “stress test”.
Termini e procedure che gli operatori nel mondo patrimoniale conoscono bene ma che non sono entrati ancora nella consuetudine della maggior parte delle figure professionali che assistono i big.
Chi assiste l’atleta (e/o il ssp) deve per prima seguire costantemente l’evoluzione normativa che ne disciplina il patrimonio con cognizioni interdisciplinari elevate.
E quindi accanto al cosiddetto “efficientemento” la persona, la famiglia, la carriera e il patrimonio vanno sempre protetti, corroborati e rimodellati in ogni fase, a seconda della fascia di età dell’atleta (e/o ssp) con un rapido adeguamento degli obiettivi, delle caratteristiche, dei rendimenti e del monitoraggio dei rischi.
Va sottolineato che mai come in questi casi i rapporti patrimoniali devono garantire e “tenere”, non solo nelle situazioni ordinarie, ma anche di fronte a situazioni straordinarie: cambiamenti di vita personale, eventi eccezionali, punti di svolta professionale e fine carriera.
La tutela patrimoniale deve avere infatti una sostanziosa e non sostanziale capacità di risposta immediata agli imprevisti, alle probabilità e alle crisi (anche familiari) giungendo anche alla pianificazione degli aspetti di inabilitazione, incapacità, interdizione e successori.
E così, giusto per una esemplificazione pratica e per capire in quale dimensione ci muoviamo, contestualizzando i patrimoni di cui ci occupiamo, guardiamo alla classifica annuale di Forbes sui 100 atleti più pagati al mondo.
Lionel Messi parrebbe l’atleta più pagato al mondo e per la prima volta nel 2019 sembrerebbe salito dal secondo al primo posto con $ 127 milioni di guadagni totali.
Se i dati saranno confermati Messi spodesterà Floyd Mayweather (primo posto l’anno scorso e il leader quattro volte in sette anni).
Subito dietro Messi sta salendo il rivale di lunga data Cristiano Ronaldo con $ 109 milioni tra il suo stipendio e le sue sponsorizzazioni.
Di queste cifre e poco meno si verte quando facciamo presente che dall’inizio dell’anno siamo divenuti un’«oasi fiscale» per quegli atleti professionisti che decidono di trasferirsi da noi per svolgere la propria attività sportiva per non meno di 2 anni.
Il focus sull’attrattività del nostro Paese è dunque di grande interesse e attualità per pianificazioni patrimoniali di periodo e confidiamo di aver fatto una rapida e utile carrellata sugli argomenti trattati.
Cristina Rossello
Avvocato Patrimonialista, Docente al Corso di Perfezionamento in Diritto sportivo e giustizia sportiva all’Università Statale di Milano
