IL PATRIMONIO DEGLI SPORTIVI

Bryant esempio di come non sperperare i guadagni. La leggenda del basket ha dimostrato che si possono gestire gli ingaggi con intelligenza. Senza correre il rischio di fallire.

La leggenda del basket ha dimostrato che si possono gestire gli ingaggi con intelligenza. Senza correre il rischio di fallire.

Articolo del 01 febbraio 2020 pubblicato da Libero.

Abbiamo parlato in questi giorni con il direttore Vittorio Feltri di Kobe Bryant, morto in un incidente di elicottero in California a circa 50 km da Los Angeles.

Monica D’Ascenzo sul Sole 24 Ore ne raccontava i numeri.

Kobe Bryant era uno dei più forti giocatori di basket di sempre, il terzo miglior realizzatore dietro Kareem Abdul-Jabbar e Karl “The Mailman” Malone.

20 stagioni vissute da protagonista costituiscono non solo la fortuna sportiva del mitico atleta.

Gli ingaggi in crescendo, di pari passo con la maturazione della grande star della Nba, entrato in Nba ad appena 17 anni sono prova del suo successo sociale e patrimoniale. Dei big dello sport e dei loro leggendari patrimoni pochi parlano e poco se ne sa. La tematica è complessa e riservata ai pochi professionisti che gravitano in quel mondo, ma l’argomento affascina.

Proprio quest’anno al Corso di perfezionamento in diritto sportivo dell’Università Statale di Milano – giunto alla sua XIV edizione – mi è stato chiesto dagli organizzatori di accennare al tema, in ragione della mia qualifica di patrimonialista e della mia esperienza.

L’ho fatto volentieri, anche per ricordare un collega, Lucio Colantuoni (cui il Master è intitolato), che tanto si profuse nella sua attività per il riconoscimento della parità di genere nel professionismo sportivo. Egli generosamente, già dodici anni fa, nei convegni della mia associazione  Progetto Donne e Futuro intervenne con Alessandra Carbone, Evelina Christillin, Sabrina Dusi e Giulia Budrago sotto la magistrale regia di Franco Carraro per  tracciare le basi di un terreno culturale idoneo a contestualizzare e creare i concetti di base idonei ad accogliere anche gli esiti legislativi attuali del dicembre 2019 aprendo la strada al professionismo delle atlete con proposte di sgravi contributivi e facoltà per le singole federazioni di riconoscere il professionismo nelle proprie discipline.

Mi fa quindi piacere tributargli questo merito parlando di sport professionistico.

Con l’inizio di quest’anno l’Italia è diventata un paese ideale per accogliere atleti professionisti.

Coloro fra essi che decidono di trasferirsi qui per svolgere le proprie attività sportive e vi rimangono per almeno due anni godranno di enormi benefici.

Ci vuole tuttavia professionalità e serietà per non incorrere in errori di pianificazioni strategiche improvvisate che potrebbero pregiudicarli.

Creando una word cloud per attività sportive e loro impatto sul patrimonio degli strategic sport professionals ecco infatti il groviglio e l’intersezione di temi da conoscere e considerare per tirare le fila sull’assetto patrimoniale dello sportivo.

Gli aspetti civilistici, giuslavoristici, amministrativi, sportivi, fiscali, penali, giudiziali, privacy, security e di AI del resto impattano costantemente sul suo profilo patrimoniale.

Profilo

Aspetti ordinari

Aspetti straordinari

variabile

pianificazione a breve

status mutevole

status quo

evoluzione normativa

efficientamento

rapido adeguamento

obiettivi

caratteristiche

rendimenti

monitoraggio rischi

cambiamenti di vita

eventi eccezionali

punti di svolta professionale

fine carriera

imprevisti

probabilità

crisi

inabilitazione

incapacità

interdizione

successione

La capacità di gestire la transizione durante ogni fase della carriera dello sportivo professionista è il presupposto di base che connota e distingue la qualità del professionista.

Egli deve avere un ruolo di cura, non solo del presente e dell’immediato, ma del futuro dell’atleta.

Chi se ne occupa deve aiutarlo – con la sensibilità, l’autorevolezza, il carisma e la professionalità non scevra di profonda onestà – in ogni fase della vita professionale ed evitargli quello che ogni sportivo affermato teme: “morire povero” ingrossando le fila della statistica.

L’atleta e le principali figure operanti nell’ambito sportivo generano sempre patrimonio con la loro attività tipica.

Tornando a Kobe, ad esempio ecco un piccolo schema di diritti e doveri che generano effetti sul patrimonio del giocatore di basket.

Cristina Rossello

Avvocato patrimonialista. Docente al Corso di Perfezionamento in Diritto sportivo e giustizia sportiva all’Università Statale di Milano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.