«Una splendida miniera di notizie e immagini»
Nel 1441, alla vigilia dei cinquant’anni, l’orafo fiorentino Marco di Bartolomeo Rustici decide di compiere un vero e proprio viaggio esistenziale. Destinazione: la Chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme.
È questo il cuore palpitante di un cammino che si costruisce, fin dalle sue battute iniziali, su un percorso circolare – da Firenze a Gerusalemme, attraverso Porto Pisano, Genova, Cipro, Il Cairo, il Monte Sinai e dunque il ritorno a Firenze – e su un simbolismo devozionale, teologico e pedagogico. È questa la segreta bellezza della Dimostrazione dell’andata o viaggio al Santo Sepolcro e al monte Sinai, nota più semplicemente come Codice Rustici, conservato alla Biblioteca del Seminario Arcivescovile Maggiore di Firenze dal 1812 e del quale oggi presentiamo il facsimile corredato di edizione critica.
Il Codice Rustici è un formidabile intreccio di testo e immagine. Non a caso Elena Gurrieri, la responsabile della Biblioteca del Seminario, nelle cui mani pazienti il codice è stato conservato e dalla cui mente d’ingegno è nata l’iniziativa di questa edizione, lo ha definito una «splendida miniera di notizie e immagini».
Siamo in presenza di uno strabiliante album di rappresentazioni visive della Firenze del ‘400, città delle meraviglie, cantiere perpetuo di lavori e opere prodigiose, segnali dell’uomo rivolti a Dio.
Non solo: l’avventura che Marco di Bartolomeo compie con Maestro Leale e Antonio di Bartolomeo Ridolfi è anche un enciclopedico racconto modellato su molti itineraria mentis in Deum (vegliato dal nume tutelare di Petrarca e del suo Itinerarium Syriacum): un viaggio spirituale che parte da Firenze per farvi ritorno, dimostrazione di una fede anzitutto d’amore verso la propria città, ritratta nelle 80 carte che ne illustrano la geografia, i dettagli delle chiese, le strade, le mura. Da questo punto di vista anche le curiosità del viaggio, le preziose illustrazioni che punteggiano le pagine come estensioni della parola, raccontano di un impeto cartografico e descrittivo che tutto vuol raccontare, che tutto vuol vedere.
Una febbre di visioni lampeggia negli occhi di Rustici e corrisponde al bisogno di dare un senso alla propria vita nello specchio del mondo. Marco scrive, riscrive le sue pagine, fa interferire altri testi con quello che ha in mente: gli episodi drammaturgici sono spesso espedienti per citare letture svolte altrove. La redazione di quest’opera è affascinante e travagliata e si conclude solo nel 1457, alla morte dell’autore.
Il Codice Rustici, allora, appare come un vero e proprio libro di libri, accordato alla perfetta armonia degli astri, al pari del Palazzo di Tolomeo, luminosa licenza poetica che Rustici decide di ‘erigere’ a Gerusalemme.
Da Firenze a Firenze, per la via di Gerusalemme.
La grandiosa circolarità del tempo si riflette nello spazio. L’itinerario è verso Dio e verso quel luogo che per Marco di Bartolomeo Rustici è una vera e propria città di Dio: Firenze.
CODICE RUSTICI
Un viaggio attraverso la Storia, l’Arte e la Chiesa della Firenze del XV secolo
Rossello Family Office di Cristina Rossello