DIGITALIZZAZIONE E UNA NUOVA COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE

Quanti sono i luoghi culturali che sono a rischio? Pensiamo al Museo Nazionale di Rio del Brasile che solo lo scorso anno un incendio ha rovinato gran parte della sua collezione o recentemente, Notre-Dame de Paris i cui danni sono ancora in fase di analisi. Per non parlare del sito Palmyra in Siria e la sua distruzione. Ecco perché nessun luogo di cultura o altre opere d’arte esposte sono immuni a un disastro, sia esso naturale o umano.

In attesa che anche in Italia vengano applicate severe leggi per la salvaguardia della proprietà culturale, iniziando – in caso di disastro – nel portare a termine l’evacuazione di tutte le opere a rischio (procedimento ministeriale già applicato in Francia) e poi proseguire con un maggior controllo di tutto ciò che può essere a rischio. Si pensi solo alle biblioteche – scrigni del sapere – ricche di documenti, manoscritti e libri di enorme importanza. Raccolte pubbliche ma anche private, archiviate su tomi di carta e costudite accuratamente ma non necessariamente digitalizzate.

La digitalizzazione è una soluzione perché è una tecnica per mantenere una traccia digitale di un oggetto o di un luogo, che in un modo garantisce la sua conservazione. Si può procedere con la soluzione fotografica ad alta risoluzione in caso di documenti non tridimensionali e per quest’ultimi, invece, la scansione 3D che consente di “catturare la forma” e ottenere la copia esatta di un oggetto o di un luogo in tre dimensioni. Questo processo tecnologico è possibile grazie a tecnologie innovative come fotogrammetria, fotografia ad alta risoluzione o scanner 3D

Ecco perché la digitalizzazione è sempre più indispensabile per i musei e per le collezioni private per una completa salvaguardia del bene artistico-culturale.

Nel campo della digitalizzazione esistono diverse realtà più o meno specializzate e tutte atte a garantire la salvaguardia del patrimonio prima che venga distrutto o anche parzialmente rovinato. Alcune di queste sono più specializzate nella ricostruzione di siti in via di estinzione, altre invece dove la digitalizzazione è vista come una prevenzione contro il deterioramento e conservazione delle opere d’arte. L’esposizione della versione digitale dell’oggetto d’arte consentirebbe quindi la conservazione del lavoro reale.

Oggi è indispensabile che vengano applicate queste nuove tecnologie in quanto ogni patrimonio può essere copiato digitalmente. Solo così la sua memoria è salvata. Naturalmente, questa riproduzione digitale non sostituisce l’oggetto fisico ma consente di avere una copia e condividere il lavoro più facilmente. Ma anche un servizio divenuto particolarmente importante negli aspetti ereditari, dove sempre più spesso è indispensabile avere un valore reale del patrimonio per decidere le formule di valorizzazione. Ad esempio, spesso ci troviamo al cospetto di collezioni di libri, quadri, tappeti, gioielli, acquistati nel tempo e da fonti diverse che, se non accreditate, rischiano di perdere ogni valore di mercato. Il nostro compito è identificare il reale valore della collezione, capirne il contenuto, studiare ogni fonte e verificarne la veridicità oltre, come suddetto, a digitalizzare le opere e i documenti corredati e valorizzare la sua fruizione ad un ampio pubblico, con pubblicazioni ed eventi. Un buon esempio di tecnologia al servizio dell’arte”.

Ma accanto alla digitalizzazione diventa sempre più necessario ripensare alla comunicazione istituzionale, in quanto non è più possibile gestirla come fosse una semplice informazione giornalistica da cronaca. Il tema della valorizzazione del patrimonio ha bisogno di elevate competenze in comunicazione che partano dalla comunicazione pubblica per arrivare ad una forma istituzionale personalizzata e mai celebrativa, come troppo spesso accade. E qui si apre un nuovo capitolo.

Rossello Family Office di Cristina Rossello

 

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