LA MORFOLOGIA DELL’ ARTE E DELLA SCIENZA CHE DIVENTA POETICA ALLA FONDAZIONE SOZZANI

La Fondazione Sozzani presenta la mostra di Antonio Barrese “Morphology (5 giugno- 11 settembre 2022) dall’oggetto all’immagine”, a cura di Stefania Gaudiosi. Un saggio dell’intero lavoro di Antonio Barrese (Milano, 1945), le cui ricerche fondono arte, progetto, tecnologia e scienza. Barrese ha esordito giovanissimo come membro del Gruppo MID (Mutamento Immagine Dimensione), fondato a Milano nel 1965 e nel tempo si è dedicato all’Arte Cinetica, al design, alla Narrativa Visuale, alla didattica, alla teoria dell’arte e del progetto, alle ricerche morfologiche, alla fotografia e al cinema sperimentale.

Questa incessante ricerca ha condotto Barrese a distillare un personalissimo linguaggio, con tratti caratteristici unici che attraversano territori espressivi differenti, dalla fotografia al design, dall’arte alla comunicazione aziendale. Il focus della mostra è la produzione di immagini, frutto di una complessa interazione tra oggetti cinetici e dispositivi di ripresa, che permette di rappresentare ciò che lo sguardo umano non percepisce e che resterebbe estraneo alla conoscenza. Il nucleo di partenza nasce dalle “Immagini Sintetiche”, che, sviluppate nel corso di sette anni dal 1965 al 1972, riguardavano la produzione di immagini astratte ottenute tramite il mezzo fotografico. Molte le opere interattive, che utilizzano componenti meccaniche, elettromeccaniche, elettroniche per creare esiti sempre diversi. Suo ad esempio l’Albero di luce, collocato davanti al Castello Sforzesco di Milano tra il 2009 e il 2010 in occasione del centenario della nascita del Futurismo, una grande installazione cinetica e luminosa di 33 metri d’altezza, capace di generare variazioni cromatiche continue. In mostra un’installazione ambientale immersiva con sciami di scintille luminose, piccoli, continui cortocircuiti elettrici. L’ambiente in cui opera Barrese è quello del design, della scienza, delle tecniche, del progetto.  Generatori stroboscopici di interferenze luminose, linee traccianti, lampeggianti, sono strumenti concepiti e realizzati per produrre un “segmento di effetti”, ovvero una gamma di variabilità di un fenomeno ottico continuo, con campi di variabilità molto vasti da cui hanno origine le Immagini Sintetiche, poi la nuova serie di Morphology Images. La luce è un elemento di continuità nella produzione di Barrese, dai Generatori Stroboscopici ai Generatori Traccianti e ai Generatori di Interferenze – tutte opere interattive – fino alle grandi opere a dimensione ambientale e all’Arte Geografica di FlowingRiver_RioAmazonas. Si tratta di una ricerca che Barrese definisce di genetica meta-linguistica perché riguarda la genesi stessa della forma.

Antonio Barrese nasce a Milano nel 1945. Compie gli studi presso l’Accademia di Brera ed esordisce giovanissimo. Nel 1964 fonda il Gruppo MID insieme ad Alfonso Grassi, Gianfranco Laminarca e Alberto Marangoni. L’attività MID è molto ricca ed estesa e comprende la realizzazione di oggetti e strutture, installazioni interattive e grandi allestimenti, fotografie e film sperimentali, performance di sinestesia visivo-acustica e progetti ambientali, il tutto concepito con una straordinaria apertura mentale verso la tecnologia. Sempre nel 1965 ha luogo la prima mostra dedicata al gruppo: Immagini stroboscopiche presso la Galleria Danese di Milano. Seguono più di quattrocento mostre tra personali e collettive, in gallerie e musei in Italia e all’estero fino al 1972, anno in cui il MID si scioglie. Nello stesso anno Barrese inizia l’attività di designer e ottiene numerosi riconoscimenti (tre Compassi d’Oro, premi e segnalazioni d’onore). Si interessa anche di Narrativa Visuale sperimentando l’incontro tra linguaggi differenti con la fusione di immagine e scrittura (TrashZappingPixel). Nel 2007 la Fondazione VAF di Francoforte dedica al MID un’importante pubblicazione: MID Alle origini della multimedialità. Dall’arte programmata all’arte interattiva (Silvana Editoriale, Milano). Nel 2009 realizza a Milano l’Albero di Luce, installazione cinetica e luminosa a scala urbana. Nel 2011 fonda con Stefania Gaudiosi una società di innovazione artistica e culturale che opera in Brasile “OperaAperta Arte Pubblica”. Sue opere si trovano in importanti collezioni pubbliche e private.

Stefania Gaudiosi, studiosa e teorica dell’arte, con particolare interesse per l’Arte Cinetica e per l’opera del compositore d’avanguardia Iannis Xenakis, è autrice di diversi saggi dedicati ai temi della contemporaneità, della multimedialità e dei new media. È cofondatrice, assieme ad Antonio Barrese, del gruppo professionale OperaAperta, attivo in Italia e in Brasile, dove dal 2011 coordina il progetto FlowingRiver_RioAmazonas. Nel 2012 fonda ScholaFelix, gruppo di innovazione artistica e culturale. Particolarmente attenta ai temi della didattica dell’arte, dal 2014 coordina i corsi ScholaFelix Basic e FelixLab per bambini, ragazzi e adulti, mirati alla diffusione di una maggiore consapevolezza artistica e formale, e alla valorizzazione del talento personale come via d’accesso alla felicità. È autrice della serie di videointerviste “L’arte è un delfino”, dialoghi sul contemporaneo.

Commento di Cristina Rossello: “Ritengo che l’arte come la scienza, possa vivere anche di poetica. Ed è in essa che vi troviamo strutture linguistiche ancora da esplorare e che solo l’arte riesce a esprimere se meglio supportata da ricerche scientifiche.”

 

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