TERZA LICEO 1939: UN LIBRO DI MARCELLA OLSCHKI NIPOTE DI LEO S.OLSCHKI

Siamo alla fine degli anni ‘30 in una terza liceo che si prepara alla maturità. Tra versioni di greco e latino, l’Armani Bertoli che non azzecca un’interrogazione nonostante i suggerimenti dei compagni, l’Ausili che concentra la sua attenzione di sognatore su ciò che accade oltre la finestra e le ridicole iniziative del Regime, che in qualche caso sono un ottimo alleato per fare forca, Marcella Olschki osserva da protagonista felice la sua piccola comunità, i cui eventi potrebbero essere quelli di qualsiasi terza liceo di ogni tempo, se non che, uno scherzo causa un processo per oltraggio al professore fascista, con l’ulteriore rischio di un cognome perseguibile dalle leggi razziali. Questa terza liceo racconta ancora quegli anni bui.

It’s the late 1930s, in a high school class preparing for the graduation. Between Greek and Latin versions, the Armani Bertoli who does not get a question right, despite the suggestions of his classmates, the Ausili who focuses his dreamer’s attention on what is happening beyond the window and the ridiculous initiatives of the Regime, which in some cases are an excellent ally for gallows, Marcella Olschki observes as a happy protagonist her small community, whose events could be those of any high school third grade of any time, except that a prank causes a trial for contempt of the fascist teacher, with the added risk of a surname prosecuted under racial laws. This third high school still recounts those dark years.

Marcella Olschki (Firenze, 1921-2001) è stata una scrittrice e giornalista italiana. Studiò a Roma e a Firenze e si laureò in giurisprudenza, lavorò poi in radio come redattrice e annunciatrice. Collaborò a «La Nazione» e al «Giornale di Brescia»; suo anche il romanzo autobiografico Oh America (Sellerio, 1996). Con Terza liceo 1939 vinse il Premio Bagutta Opera Prima nel 1954. Nipote di Leo S. Olschki, fondatore, nel 1886 della omonima Casa Editrice.  Un peso particolare, come si scriveva all’inizio, ha in questi articoli Firenze, e soprattutto lo ha il mondo degli artigiani d’Oltrarno, cui Marcella è legata per la sua attività fin dagli anni Cinquanta. «Piazza liquida di luna» le appare Santo Spirito; di via della Chiesa ricorda una festa con albero della cuccagna e corsa con i sacchi alla quale è invitata e che segna la sua appartenenza a «quell’organismo supremo che era la strada»; e come non ricordare loro, gli artigiani, i fabbri Enio e Andrea legati da quarantennale amicizia, «il cuore della strada, i giudici e gli esecutori di giustizia quando è giusta»; o Osvaldo Parrini, famoso riparatore di meccanismi antichi che aveva il suo laboratorio in via Maggio. Quell’Oltrarno che aveva fama di «covo di ladri, di giocatori d’azzardo, di beceri bestemmiatori, di ruffiani, di violenti», diventò – scrive ancora Marcella – «il mio mondo».

Ritratto di Marcella a firma “Bolasni 23 luglio 1949 Elba

Quando nacque il 23 giugno 1921 disse di lei con parole lievi: «È una bella bambina, nata sotto buoni auspici». Bella, è bella Marcella Olschki: i ritratti fotografici, e quelli di pittori che la raffigurano nella giovinezza e nella maturità, ne mettono in risalto l’eleganza, i tratti raffinati, uno sguardo curioso e vivo.

Il libro

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