Il Parco archeologico del Colosseo è tra le primissime istituzioni culturali dello Stato a lanciare il nuovo chatbot NERONE – software di intelligenza artificiale nelle vesti dell’imperatore Giulio Claudio in forma di Avatar
IL progetto servirà per accompagnare il pubblico nella richiesta di informazioni sugli orari di apertura del PArCo e per approfondire le notizie storiche sui tanti monumenti e siti che di esso fanno parte.
Il chatbot (termine che deriva dall’unione di “chat” e “robot”) è un software che simula ed elabora le conversazioni umane consentendo agli utenti che vi si rivolgono di interagire con i dispositivi digitali come se comunicassero con una persona reale, in modo intuitivo, rapido e tempestivo.
Nella versione sviluppata dal PArCo a condurre lo scambio di informazioni, con l’intento di migliorare l’esperienza dei visitatori, è Nerone raffigurato con la toga e con la corona radiata, così come rappresentato in alcune emissioni monetali degli anni del suo principato. Questa immagine è divenuta da subito la scelta iconografica più forte e coinvolgente, esito anche di sondaggi e interviste a campioni di pubblico in una raccolta di suggestioni e fondamentali prime impressioni.
Nell’angolo in basso a destra dello schermo del pc, dello smartphone o del tablet “Nerone” sorride in piedi davanti all’Anfiteatro Flavio (che il vero imperatore non conobbe mai) e si presenta cordialmente agli utilizzatori del chatbot. L’interfaccia, chiara e intuitiva, appare come una finestra di conversazione simile a una app di messaggistica in cui l’interlocutore fornisce le indicazioni utili e non risparmia qualche battuta sagace sulla sua storia e sui suoi tempi.
“Nerone” è in grado di offrire informazioni di servizio e gestire oltre cento possibili scenari, fornendo risposte in più lingue – inglese, italiano e francese.
Uno strumento prezioso di interazione con il pubblico che consente di attivare un dialogo continuo e costante con il PArCo. A partire da febbraio 2023 le relazioni online con il pubblico del PArCo saranno quindi gestite non più soltanto attraverso i canali social (Facebook, Twitter, Instagram) e le mail o telefonate dirette al servizio URP, ma finalmente anche facendo ricorso a un nuovo strumento informatico, sviluppato ad hoc per le necessità del luogo della cultura più visitato d’Italia.
“Il Parco archeologico del Colosseo è un’Istituzione viva e in continua evoluzione. Il nostro obiettivo è facilitare e migliorare l’esperienza di visita degli utenti, adeguandoci a nuovi codici e linguaggi per entrare in contatto con un pubblico vasto e in particolare con le nuove generazioni. Per questo promuoviamo con impegno una costante integrazione della nostra proposta culturale con le potenzialità dell’innovazione tecnologica” ha dichiarato Alfonsina Russo, Direttore del Parco archeologico del Colosseo.
Già nella prima fase di sperimentazione avviata agli inizi di gennaio e senza alcuna promozione la piattaforma ha registrato in soli 25 giorni un utilizzo da parte di 3400 utenti, oltre 160 al giorno
Lo studio dettagliato delle domande e quesiti ha aiutato a comprendere i temi ricorrenti e a sviluppare una griglia di risposte che, insieme a ulteriori approfondimenti tematici, costituisce la base delle conversazioni che il chatbot “Nerone” avvia rispondendo alla prima domanda posta dagli utenti, riconoscendo le parole chiave in essa contenute.
I primi dati percentuali indicano la scelta della lingua di conversazione che per il 58,8% è l’italiano, per il 33,4% l’inglese e per l’7,8% il francese. Per quanto riguarda invece i contenuti il 69,7% degli utenti chiede informazioni sui biglietti, l’11,7% sugli orari, il 7,9% sugli itinerari, il 2,6% chiede di parlare con un essere umano, venendo così dirottato sulla mail istituzionale. Un dato sorprendente, infine: il 29% degli utenti si diletta in chiacchiere con Nerone.
Commento di Cristina Rossello “Indubbiamente stiamo vivendo un’era in continuo cambiamento. La tecnologia, in quanto ricerca multidisciplinare, ci consentirà sempre più di poter fruire in maniera sistematica di diverse conoscenze, tra cui la cultura. Diventa perciò importante avviare e sostenere le politiche necessarie per favorire ogni processo di innovazione tecnologica e in particolare l’ausilio all’attività di studio e ricerca.”