PIETRO LORENZETTI DUE PANNELLI ACQUISITI DAL LOUVRE: IMPORTANTE OPERAZIONE PATRIMONIALE PUBBLICA

Il Museo del Louvre ha acquisito, per il dipartimento Dipinti, due rari e importanti dipinti di Pietro Lorenzetti. Questi due pannelli inediti, attestati nella collezione dello studioso e dilettante bretone Alfred Ramé nella seconda metà dell’Ottocento, rappresentano due santi, probabilmente Zaccaria ed Elisabetta, genitori di San Giovanni Battista, che dovevano prendere il loro posto nella registro principale di un polittico monumentale dipinto negli anni Trenta-Quaranta del Trecento. Sfruttando un virtuosismo tecnico e un naturalismo emblematici di questo periodo d’oro della pittura senese che costituisce la prima metà del XIV secolo, questi pannelli mostrano l’invenzione con cui Pietro Lorenzetti cercò costantemente di rinnovare formule ancora tradizionali. Affermandosi come uno dei più grandi pittori italiani del Trecento, Pietro Lorenzetti consegna qui due importanti creazioni che permetteranno al pubblico del museo di comprendere l’importanza dell’artista per la storia della pittura occidentale. I due pannelli sono stati acquisiti tramite un acquisto privato.

Pietro Lorenzetti (nato c. 1280/90, Siena – morto c. 1348, Siena) pittore gotico italiano di scuola senese che con il fratello Ambrogio fu negli anni il principale esponente dell’arte secolare senese prima della Peste Nera. Poco si sa della vita di Lorenzetti e l’attribuzione e la datazione di molte delle opere a lui associate rimane azzardata. Lorenzetti, Pietro: Pala della Beata Umiltà Lorenzetti, Pietro: Pala della Beata Umiltà Pala della Beata Umiltà, tempera su tavola di Pietro Lorenzetti, c. 1340; nella Galleria degli Uffizi, Firenze. Lorenzetti, Pietro: Particolare della Pala della Beata Umiltà Lorenzetti, Pietro: Particolare della Pala della Beata Umiltà Beata Umiltà trasporta i mattoni al Monastero, tavola della Pala della Beata Umiltà, tempera su tavola di Pietro Lorenzetti, ca. 1340; nella Galleria degli Uffizi, Firenze. 45×32 cm. Probabilmente fu allievo di Duccio, la cui influenza è visibile nell’elegante linearità e nel ricco colore della prima opera documentata di Lorenzetti, la pala d’altare (1320) nella Pieve di Santa Maria ad Arezzo. Ma la tavola centrale dell’altare, una Madonna col Bambino, contrasta la concezione freddamente gerarchica del soggetto di Duccio con una rappresentazione intima di una madre affettuosa che accarezza il suo bambino maliziosamente giocoso. Queste caratteristiche, unite alla ricchezza dei dettagli decorativi (che ricordano Simone Martini) e alla plasticità delle figure (derivate da Giovanni Pisano), conferiscono al dipinto una vivacità rara nell’arte senese contemporanea.

Lo stile maturo di questo grande pittore lo ricordiamo nell’opera “La Nascita della Vergine (1342)” la sua ultima opera importante.  Forse la caratteristica più notevole della Nascita della Vergine è la sofisticata gestione della prospettiva e la collocazione logica delle figure nello spazio. Gli archi e le colonnine della cornice del trittico formano il primo piano dello spazio dipinto, e una delle figure è dipinta in modo tale da sembrare in piedi dietro una delle colonnine. Ciò costituisce uno degli studi prospettici più avanzati del suo tempo. 

Commento di Cristina Rossello: Un’importante iniziativa patrimoniale a favore della valorizzazione dell’Opera di Lorenzetti che andando ad arricchire le collezioni del Louvre non potrà che aumentarne il prestigio del museo. Importante ricordare l’anima intimamente francescana del Lorenzetti che lavorò anche ad alcuni affreschi nella chiesa inferiore di San Francesco ad Assisi, dove la Deposizione, nella sua chiarezza compositiva e nella monumentalità dei panneggi scultorei, mostra una risposta sensibile all’arte di Giotto. 

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