WILLIAM SHAKESPEARE ERA DAVVERO SICILIANO? “MOLTO RUMORE PER NULLA” LA NOVELLA AMBIENTATA A MESSINA

Shakespeare "Molto rumore per nulla"

William Shakespeare (nato Stratford-upon-Avon, Inghilterra nel 1564 – e morto il 23 aprile 1616 sempre a Stratford) è stato un poeta, drammaturgo e attore spesso chiamato il poeta nazionale inglese. È considerato da molti il ​​più grande drammaturgo di tutti i tempi. Ma c’è anche chi pensa, tra gli studiosi, cheWilliam Shakespeare non sarebbe inglese ma italiano, e la sua città di origine sarebbe Messina. Secondo una tesi (piuttosto discutibile), dietro il nome di William Shakespeare si nasconderebbe il messinese Michelangelo Florio, un personaggio realmente esistito, nato nel 1564 da Giovanni Florio e Guglielma Scrollalancia e che fu  costretto a fuggire dal Veneto per non incorrere alla persecuzione del tribunale della Santa Inquisizione. Si narra che in questa città conobbe una ragazza di nome Giulietta di cui si innamorò, ma che dovrà lasciare perchè non fu apprezzato dai familiari. Costretto a fuggire a Londra cambia identità assumendo il nome della madre, Guglielma Scrollalancia, che in inglese si può tradurre anche con William Shakespeare. Una vicenda che ci riporta alla tragedia “Molto rumore per nulla”. Ma sarà tutto vero?

Much adoc about Nothing (Molto rumore per nulla), commedia in cinque atti di William Shakespeare, scritta probabilmente nel 1598-99 e stampata in un’edizione in quarto dal manoscritto dell’autore nel 1600.

Sinossi dell’opera : L’opera riprende un tema antico, quello di una donna falsamente accusata di infedeltà, per altezze comiche brillanti. Shakespeare usò come fonte principale per la trama di Claudio-Eroe una storia tratta dalle Novelle di Matteo Bandello (1554–73); potrebbe anche aver consultato l’Orlando furioso di Ludovico Ariosto e The Faerie Queene di Edmund Spenser. La trama di Beatrice-Benedetto è essenzialmente propria di Shakespeare, anche se deve aver avuto in mente la sua storia di moglie domata in La bisbetica domata. Shakespeare crea un contrasto tra i convenzionali Claudio ed Ero, che hanno le solite aspettative l’uno verso l’altro, e Beatrice e Benedick, che sono altamente scettici nei confronti del romanticismo e del corteggiamento e, apparentemente, l’uno dell’altro. Claudio viene ingannato dal geloso Don John facendogli credere che Hero sia pronto ad abbandonarlo per l’amico e mentore di Claudio, Don Pedro. Questa finzione maliziosa viene presto sfatata, ma Claudio sembra non aver imparato la lezione; crede a Don John una seconda volta, e con un’accusa molto più seria: che Hero sta effettivamente dormendo con altri uomini, anche la notte prima del suo imminente matrimonio con Claudio. Supportato da Don Pedro, che accetta anche lui la storia (basata su apparenti prove visive), Claudio rifiuta pubblicamente Eroe alla cerimonia di nozze. La sua vergogna è tale che la sua famiglia è costretta a denunciare la sua morte. La trama di Don John viene infine svelata dal maldestro poliziotto Dogberry e dal suo collega comicamente inetto, ma non prima che la storia di Hero abbia preso una svolta quasi tragica. Le calunnie di Claudio nei confronti di Ero hanno così indignato sua cugina Beatrice che lei si rivolge a Benedetto, implorandolo di uccidere Claudio. Gli ex amici sono sull’orlo del caos finché le rivelazioni della guardia notturna non dimostrano la malvagità di Don John e l’innocenza di Hero. Entrambi hanno la reputazione di essere sprezzanti e diffidenti nei confronti del matrimonio. Sebbene attratti l’uno dall’altro per molte ragioni, trovano praticamente impossibile andare oltre il gioco di superarsi a vicenda. Alla fine i loro amici devono intervenire con uno stratagemma virtuoso volto a ingannare ciascuno di loro facendogli credere che l’altro stia soffrendo disperatamente ma segretamente le pene dell’amore. Lo stratagemma funziona perché è essenzialmente vero. 

Commento di Cristina Rossello: Sappiamo che Shakespeare era molto legato all’ Italia, in primis al Veneto con Verona, Venezia, Padova, ma anche Milano, Napoli, Roma e infine Palermo e Messina. Compose sicuramente dodici opere ambientate nel nostro Paese: a Venezia (Il mercante di Venezia e Otello) in Sicilia (Molto rumore per nulla, Il racconto d’inverno) a Padova (La bisbetica domata) e Verona (I due gentiluomini di Verona, Romeo e Giulietta). La suggestione della sua conoscenza dell’Italia ha portato taluno ad arrivare addirittura a costruire una sua presunta origine, ma che la sua prosa inglese è già un risposta. Per noi ciò che conta è il suo capolavoro letterario.

 

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