Si conclude con oggi, in quattro puntate, la storia di Federico II: il suo carattere, la sua fermezza, la sua cultura nonché l’ideologia e l’interesse verso la cultura che contraddistinse tutta la sua vita di uomo e di imperatore.
Il carattere di Federico II era segnato da forti contraddizioni, senza dubbio il risultato della sua infanzia insicura ed emotivamente sterile.
L’affascinante amabilità e allegria erano abbinate alla crudeltà; la durezza e la rigidità coesistevano fianco a fianco con un’intelligenza superiore e un acuto senso della realtà; tolleranza e intolleranza andavano di pari passo; la sensualità impulsiva non ostacolava la genuina pietà; squilibrio e discordia interiore pervadevano la sua personalità e i suoi successi.
Federico non può essere considerato il primo uomo moderno sul trono, né un pioniere del Rinascimento, come alcuni storici hanno sostenuto. Sebbene la sua personalità dotata annunciasse alcune delle tendenze intellettuali dei tempi successivi, era, tutto sommato, un uomo del Medioevo. Aveva avuto la fortuna di crescere in Sicilia in una cultura mista che combinava in modo unico elementi dell’antichità, saggezza araba ed ebraica, lo spirito occidentale del Medioevo e il realismo normanno. La vita intellettuale della sua corte rifletteva questa eredità. Una “repubblica di studiosi” di corte, nutriva e promuoveva le scienze naturali così come la filosofia, la poesia e la matematica, e le traduzioni così come gli scritti originali, sia in latino che in volgare.
La ricerca della conoscenza senza particolare rispetto per le autorità tradizionali era caratteristica di Federico e della sua corte.
Testimoni del vigore intellettuale e della distinzione di Federico stesso e di coloro che lo circondavano sono il contenuto e lo stile dei suoi grandi codici legali e manifesti, molti dei quali servono da esempio per le generazioni successive; gli edifici da lui eretti, in particolare lo stile classico del Castello del Monte, una fusione di poesia e matematica nella pietra; e, più notevole, la sua opera De arte venandi cum avibus, un’opera standard sulla falconeria basata interamente sulla sua ricerca sperimentale.
Il concetto di Federico della funzione dell’imperatore era radicato nell’ideologia del tardo periodo greco-romano e nella filosofia giudaico-cristiana del Medioevo, sottolineando la sacralità e il carattere universale. Alla luce di ciò, Federico rivendicò la preminenza dell’imperatore su tutti gli altri governanti secolari, senza dubbio una rivendicazione inopportuna in un’epoca in cui si stavano sviluppando stati nazionali separati. Pertanto, le politiche di Federico, piene di promesse intellettuali e politiche, furono in realtà perseguitate dalla tragedia.
Qui sotto le precedenti puntate:
- COSTANZA D’ALTAVILLA: L’ULTIMA SOVRANA NORMANNA IN SICILIA E IL FIGLIO FEDERICO II
- FEDERICO II SPOSA ISABELLA D’INGHILTERRA: “QUASI REGIAS VEL IMPERIALES DIVITIAS EXCEDERE.
- FEDERICO II E PIETRO DELLA VIGNA. IL LETTERATO CHE LO AIUTÓ NEL REDIGERE I MANIFESTI
Commento di Cristina Rossello: Sovrano illuminato, promotore delle arti, innovatore delle leggi, personaggio mitico per la sua personalità poliedrica e affascinante, fu definito “stupor mundi” (meraviglia del mondo). Con queste puntate abbiamo voluto parlare di Federico II Hohenstaufen, re di Sicilia, duca di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero e re di Gerusalemme, nato a Jesi il 26 dicembre 1194 per sottolineare l’eredità storico-culturale che ci lascia che non è frutto solo della sua attività militare e politica, ma anche della sua forte curiosità intellettuale. Amava l’arte, proteggeva gli artisti, era uno scrittore e diede un’impronta peculiare all’architettura del suo tempo.