YACHT CLUB ITALIANO – UNA STORIA TUTTA TRICOLORE

Dici Yacht Club Italiano e pensi ad uno dei più antichi circoli del Mediterraneo. Fondato a Genova nel 1879, vanta un numero di soci che ancora oggi supera il numero 1000 e ogni volta che si varcano le porte d’ingresso del prestigioso club ci si sente veri pionieri, come fu Guglielmo Marconi quel 26 marzo del 1930 con la sua Elettra ancorata nel porto del capoluogo Ligure.

La storia del Club inizia nel 1879 quando Vittorio Augusto Vecchi, detto Jack La Bolina, e un gruppo di appassionati di vela fondarono a Genova il Regio Yacht Club italiano, grazie anche all’adesione di Sua Maestà Re Umberto I.

Ciò che da sempre contraddistingue il club, fin dalla sua nascita, sono obiettivi come la diffusione dello yachting, l’istruzione dei giovani e una grande organizzazione di eventi e regate nazionali e internazionali. È proprio da questo circolo che nei primi anni 30’ cominciò un importante processo di associazione di altri circoli, tra cui Napoli, Palermo, Trieste e Venezia, che portò alla nascita della Federazione Italiana Vela, anche se poi molti circoli presero una gestione individuale e autonoma. Ci sono alcuni momenti significativi che hanno dato un deciso cambio di rotta e prestigio al circolo italiano, tra cui gli esperimenti del socio Guglielmo Marconi a bordo di Elettra, ormeggiato nel Porticciolo Duca degli Abruzzi con l’accensione delle luci del municipio di Sydney e la partecipazione alla Coppa America 87’ con un’altra “Italia”. Senza dimenticare la vittoria nel 1902 della Coppa di Francia del 10 tonnellate Artica di Sua Altezza Reale Duca degli Abruzzi, che sancì ufficialmente l’ingresso del club nel mondo agonistico internazionale.

In particolare, lo Yacht Club Italiano si rese celebre per l’episodio che coinvolse Marconi e l’Elettra: l’intenzione del genio bolognese era quella di disporre di un mezzo che gli consentisse di effettuare ricerche ed esperimenti nel modo migliore. A questo scopo nacque l’Elettra, una stazione mobile
sulla quale Marconi poteva lavorare h24, con facilità di spostamento in modo da controllare
l’efficacia e le trasmissioni in lontananza tra emittente e ricevente.

Nel 1930, il laboratorio mobile venne implementato con nuovi apparecchi e, incredibile ma vero, il 26 marzo dello stesso anno fu possibile illuminare il Municipio di Sydney, grazie ad un piccolo tasto sull’imbarcazione ancorata nel porto di Genova e quindi ad una distanza di 14000 miglia. È grazie a queste imprese che il circolo ha saputo convogliare tutti i valori umani nei progetti futuri: nel corso degli anni la formazione si è dedicata ai giovani e questa ha portato a numerosi progetti, tra i quali la fondazione della STA-I nel 1996, in collaborazione con la Marina Militare, per dare l’opportunità ai ragazzi di imbarcarsi come equipaggio sia su imbarcazioni civili che militari.

Nel 2007 il Club Italiano ha istituito la Fondazione Tender to Nave Italia, che promuove iniziative a sostegno di persone fragili a bordo del brigantino di 61 metri Nave Italia. Nel marzo 2017 la Presidenza del Club passa da Carlo Croce, per vent’anni al timone del circolo, a quelle di Nicolò Reggio mentre proprio alla fine del 2019, conclusosi il mandato di Reggio, il testimone passa a Gerolamo Bianchi, che fin da subito ha puntato su di un rinnovamento organizzativo e una forte apertura verso la comunità locale e nazionale, che permettano al club di aggiornarsi con i tempi che corrono mantenendo uno sguardo al passato e senza perdere di vista la rotta del circolo storico, capace di organizzare eventi prestigiosi come la Rolex Giraglia, la Millevele e il Grand Prix Mini 6.50.

L’articolo è stato scritto per Rossello Family Office di Cristina Rossello

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