POSTMACCHIAIOLI IN UNA MOSTRA PER UNA LETTURA ICONOGRAFICA DI FINE ‘800

Da oggi 18 marzo fino al 19 giugno 2022, il Palazzo delle Paure a Lecco ospita La luce del vero. L’eredità della pittura macchiaiola. Da Fattori a Ghiglia, nuovo appuntamento del ciclo di esposizioni, iniziato nel 2019, che approfondisce la scena artistica italiana del XIX secolo.

La mostra, curata da Simona Bartolena, prodotta e realizzata da ViDi – Visit Different, in collaborazione con il Comune di Lecco e il Sistema Museale Urbano Lecchese, esplora, attraverso novanta opere provenienti da collezioni pubbliche e private, il tema finora poco indagato della pittura postmacchiaiola, termine che aiuta a definire quel novero di artisti attivi tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo successivo, cresciuti sull’esempio dei grandi maestri della Macchia, soprattutto di Giovanni Fattori, Silvestro Lega e Telemaco Signorini.

Giovanni Fattori, La raccolta delle foglie, 1887, olio su tela, 75 x 52 cm, collezione Palazzo Foresti, Carpi

La rassegna è l’occasione per avvicinarsi a un gruppo di autori eterogeneo e complesso, dai fratelli Gioli alla famiglia Tommasi, da Llewelyn Lloyd a Ulvi Liegi, da Oscar Ghiglia a Plinio Nomellini, da Mario Puccini a Giovanni Bartolena, uniti dalla vocazione per il vero e per i soggetti tratti dalla vita quotidiana e dalla formazione di ascendenza macchiaiola. Alcuni di loro resteranno sempre fedeli alla lezione dei maestri, altri, invece porteranno la loro ricerca verso ambiti assai diversi da quelli di origine.

Silvestro Lega, L’etrusca, olio su tavola, 32×23 cm, collezione privata Milano

Il percorso espositivo si sviluppa come un racconto che, dall’esempio dei maestri – da Giovanni Fattori a Silvestro Lega -, giungerà a risultati più contemporanei con artisti quali Oscar Ghiglia e Lorenzo Viani, intrecciando l’analisi stilistica, il racconto biografico, la lettura iconografica e la ricerca storico-sociale.

Lorenzo Viani, La Pineta, 1908 ca, olio su tavola, 32 x 48,5 cm, collezione privata, courtesy Galleria d’Arte Athena, Livorno

“Attraverso l’indagine della situazione dell’arte toscana alla fine del secolo – afferma Simona Bartolena -, la mostra svela anche i meccanismi che sottendono, più in generale, alla trasmissione del sapere da maestro ad allievo, l’evoluzione del linguaggio dei “padri” da parte delle nuove generazioni, le contaminazioni stilistiche che nel tempo modificano, anche radicalmente, gli esiti portati da una rivoluzione artistica”.

L’opinione di Cristina Rossello: “Una mostra che ci racconta un momento preciso della storia tra ‘800 e ‘900, dove la pittura passa da una forma realistica ad una immaginata se non addirittura sognata. Opere che vivono dell’ impatto dell’impressionismo francese e delle tentazioni simboliste.”

Immagine di copertina: Oscar Ghiglia, Calle su fondo rosso,1935-37, olio su cartone, 50 x 60 cm, collezione privata, Livorno

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