CRISTINA ROSSELLO E IL DIRITTO DI FAMIGLIA: LE LINEE GUIDA IN 6 PUNTATE (2a)

Seconda puntata della nostra rubrica "Diritto di Famiglia: Le linee guida in 8 puntate" a cura dell'Avv. On.le Cristina Rossello

Cristina Rossello
Avv. On.le CRISTINA ROSSELLO

Quali sono i passaggi delicati della famiglia che hanno un impatto sull’impresa?

La transizione generazionale rappresenta un momento critico nella vita dell’impresa. Assicurare la continuità della gestione nel passaggio da una generazione all’altra è un’esigenza molto sentita dalle imprese italiane. In un’economia caratterizzata dalla presenza di molte aziende di famiglia, il passaggio generazionale è talvolta vissuto con difficoltà e le liti insorte tra gli eredi sono spesso causa della crisi dell’impresa.

Nella maggior parte dei casi vi è un imprenditore/fondatore unico responsabile dell’azienda, in capo al quale sono concentrate tutte le competenze e l’assunzione delle decisioni.

Da ciò scaturisce il problema del passaggio di testimone dall’imprenditore/fondatore ad altri soggetti della famiglia in vista del proprio ritiro dal mondo del lavoro, del sopraggiungere di un’eventuale incapacità fisica o psichica e infine della propria morte.

Non sempre è agevole per l’imprenditore individuare i continuatori dell’impresa con tranquillità. Le difficoltà sono a volte di carattere oggettivo, a volte di carattere morale. Tra gli ostacoli che si possono presentare ad esempio vi sono: l’assenza di successori capaci; l’impossibilità di prevedere o di stabilire chi tra i discendenti o i familiari sia maggiormente idoneo; la giovane età dei discendenti; il desiderio di non “fare differenze” tra i figli, al fine non creare in conflitti in seno alla famiglia (il che porta a volte a scelte basate sui legami di sangue e non sull’effettiva capacità imprenditoriale); il desiderio di rispettare la libertà dei discendenti in relazione alle loro scelte di studio o professionali; la scarsa propensione alla delega e il desiderio di rimanere al comando il più a lungo possibile (l’imprenditore è spesso un “self- made man” e si identifica completamente con l’impresa), dal che deriva spesso la sottovalutazione del problema.

A seconda della composizione della famiglia e dell’attitudine dei familiari dell’imprenditore, la successione avviene solitamente secondo uno dei seguenti schemi:

successione completa: dopo il passaggio generazionale, l’impresa rimane all’interno della famiglia sia quanto alla proprietà, sia quanto alla direzione e gestione. Ciò presuppone che esistano uno o più eredi capaci ed intenzionati alla continuazione;

successione nella proprietà ma non nell’impresa: dopo il passaggio generazionale, in assenza di eredi o familiari idonei alla gestione e direzione dell’attività, la stessa viene affidata ad amministratori esterni, mentre la famiglia conserva la proprietà e controlla l’operato dei manager attraverso le decisioni assembleari e altre soluzioni di controllo che passano anche attraverso la «governance»;

successione esterna alla famiglia: in assenza di discendenti o nel caso in cui nessuno di essi abbia capacità o velleità imprenditoriali, l’imprenditore può decidere di alienare l’azienda di famiglia a terzi o adottare altri passaggi che possano consentire nel tempo di rivalutare la decisione prima di una scelta definitiva.

L’importanza del momento del passaggio generazionale è stata evidenziata da tempo dall’Unione europea. L’interesse comunitario al problema risiede nel fatto che la cattiva gestione di tale momento fisiologico comporta spesso la paralisi dell’attività di impresa, con conseguente decozione e scomparsa dell’impresa stessa e l’insorgenza di costi sociali, quali la perdita di posti di lavoro oltre a ricadute negative sugli altri operatori di mercato, con conseguente innesco di un deleterio effetto domino.

In considerazione di tale problema, la Raccomandazione della Commissione CE n. 94/1069 del 7 dicembre 1994 sollecita gli Stati membri a razionalizzare le norme successorie che regolano il trasferimento delle imprese di piccole e medie dimensioni alla morte dell’imprenditore, nonché a predisporre le modalità necessarie ad indurre l’imprenditore a preparare la sua successione finché è ancora in vita.

Il tema è stato oggetto anche del Regolamento CE n. 70/2001 e affrontato a più riprese dal Comitato Economico Sociale Europeo, che ha fatto pressione sui Paesi membri, tra l’altro, per un alleggerimento della tassazione, attraverso il riesame dei regimi fiscali e la revisione delle tasse di successione che scoraggiano il processo successorio nell’impresa.

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