FILANTROPIA AL FEMMINILE: STORIA E PROSPETTIVE FUTURE

Il rapporto tra donne e filantropia si è evoluto in modo significativo negli ultimi 250 anni. A partire dal 1800, le donne hanno iniziato ad allineare la loro filantropia con il loro volontariato, un modello che persiste ancora oggi.

All’inizio, molte donne hanno scelto di donare il loro tempo per aiutare i soldati e le loro famiglie durante i periodi di guerra e disastri. Inoltre, donne benestanti durante il 19° secolo divennero volontarie e donatrici fornendo aiuto alle vedove e ai bambini rimasti orfani. In genere le donazioni delle donne erano solitamente legate alla ricchezza dei loro mariti o della famiglia e riguardavano più la “beneficenza” e il soddisfacimento dei bisogni dei “meno fortunati” che affrontare le fonti di tali disuguaglianze.

Gli anni ’60 hanno portato una quantità significativa di cambiamento e attivismo intorno ai diritti civili e alle ideologie contro la guerra, cambiando profondamente il volto dell’impegno, del volontariato e dell’attivismo. Negli anni ’70 sono emerse numerose organizzazioni sviluppate per e da donne; organizzazioni che hanno anche iniziato a sfidare lo status quo. Allo stesso tempo, le donne stavano entrando nella forza lavoro e cercavano l’istruzione superiore come mezzo per migliorare la loro posizione economica e intellettuale. Il loro potere di riunirsi e promuovere i problemi e gli interessi delle donne è aumentato e il loro desiderio di finanziare i propri movimenti è stato un potente stimolo. Avere il controllo delle proprie risorse è stato un elemento fondamentale di questo modello di cambiamento.

Oggi le donne possiedono un terzo delle imprese private americane e controllano più del 51% della ricchezza solo negli Stati Uniti. Tra i maggiori detentori di ricchezza della nazione, il 43% sono donne, secondo il Dipartimento del Tesoro americano. Non dovendo più fare affidamento sulle risorse coniugali o familiari, le donne con un maggiore accesso alle risorse personali sono entrate con entusiasmo nella filantropia. Un recente studio sulla filantropia delle donne ha rilevato che le donne donano il 3,5% della loro ricchezza rispetto all’1,8% degli uomini e che le donne single hanno maggiori probabilità di donare in beneficenza rispetto agli uomini single. Le donne tendono anche a prendere le decisioni nella loro filantropia familiare (sia individualmente che per le fondazioni familiari). Detto questo, probabilmente non sorprende che sia gli uomini sposati che le donne sposate abbiano maggiori probabilità di donare rispetto agli uomini single.

Oggi abbiamo più che mai bisogno di filantropia e  uno dei tante risorse è da individuare nel talento per sfruttare appieno il potere e le soluzioni che in genere le donne sanno trovare. La storia ci insegnato a non sottovalutare il talento e le risorse che le donne possono portare in tavola. 

Commento di Cristina Rossello: “Facendo un ulteriore passo avanti in questa sfida, pensiamo alle nostre antenate che hanno osato ponendo obiettivi grandi e audaci. La nostra storia è davvero la forza nella filantropia futura al femminile che con le diverse esperienze ha insegnato tanto e ci ha preparato per questo momento di cambiamento. Un modello anglosassone non ancora pienamente espanso nella cultura europea e che potrebbe essere sviluppato se la legislazione fosse incentivante e premiante come negli Stati Uniti. Questo favorirebbe anche una diversa crescita del nostro Paese ma i tempi di maturazione dei concetti sociali di base non sono ancora maturi.”

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