SARAH BERNHARDT, UNA DONNA CHE SEPPE ESSERE UNA VERA “STAR”

Sarah Bernhardt, (1844-1923), era una figura emblematica che attraversava il XIX e XX secolo. Era un’artista oltre che una attrice, protagonista al Petit Palais in una mostra eccezionale a segnare il centenario della sua morte. IL museo conserva importanti collezioni di opere legate all’attrice, tra cui lo spettacolare ritratto di lei che è stato dipinto nel 1876 dalla sua amica Georges Clairin e donato da lei figlio Maurizio.

Con quasi quattrocento opere, la mostra al Petit Palais de Paris ripercorre la vita e la carriera teatrale di questo “mostro sacro”, come la definì Jean Cocteau. Una leggendaria interprete dei più grandi ruoli di Racine, Shakespeare, Edmond Rostand e Alexandre Dumas figlio, tra altri, Sarah Bernhardt è passata dal trionfo trionfare nei teatri di tutto il mondo.

Fotografie, dipinti e persino un film rivelano il lato privato della sua arte, ma anche il pubblicità che cercava per il suo lavoro di artista. Una serie di oggetti che le appartenevano illustrano anche la vita personale di Sarah Bernhardt e il suo gusto per l’eccentricità: le sue varie case, i suoi interni sontuosi ed eclettici e il suo guardaroba. Sarah Bernhardt può essere considerata come una vera star prima del tempo, costantemente alla ricerca di nuove tendenze e usandola immagine per la propria pubblicità. La frenesia dell’emozione popolare che salutò la sua morte nel 1923, all’età di 79 anni, ha anticipato il seguito cult delle grandi star del cinema del 20° secolo. Curatore: Annick Lemoine, direttrice del Petit Palais Curatori: Cécilie Champy, Direttrice del Musée Zadkine, Stéphanie Cantarutti, curatrice per Dipinti del XIX secolo al Petit Palais.

Bernhardt era la figlia illegittima di Julie Bernard, una cortigiana olandese stabilitasi a Parigi (l’identità del padre è incerta). Poiché la presenza di un bambino interferiva con la vita di sua madre, Sarah fu allevata prima in una pensione e poi in un convento. Figlia difficile, caparbia, di salute cagionevole, voleva farsi monaca, ma uno degli amanti della madre, il duca de Morny, fratellastro di Napoleone III, decise che sarebbe diventata un’attrice e, quando aveva 16 anni, le organizzò per entrare al Conservatorio di Parigi, la scuola di recitazione sponsorizzata dal governo. Non era considerata una studentessa particolarmente promettente e, sebbene riverisse alcuni dei suoi insegnanti, considerava antiquati i metodi del Conservatorio.

Fu nel 1880 che la Bernhardt fondò la sua compagnia e presto divenne un idolo internazionale. Ha trascorso il suo tempo recitando con la sua compagnia, gestendo i teatri che utilizzava e facendo lunghi tour internazionali. È apparsa abbastanza regolarmente in Inghilterra e ha esteso il suo itinerario al continente europeo, agli Stati Uniti e al Canada. New York City la vide per la prima volta l’8 novembre 1880 e seguirono otto visite negli Stati Uniti. Nel 1891-93 intraprese un tour mondiale che includeva l’Australia e il Sud America. A parte le sue apparizioni come Phèdre, c’erano due parti che il pubblico di tutto il mondo chiedeva a gran voce di vederla recitare: Marguérite Gautier, la cortigiana redenta in La Dame aux camélias (Camille; “La signora delle camelie”) di Alexandre Dumas figlio, e il ruolo principale del popolare drammaturgo Eugène Scribe Adrienne Lecouvreur. Aveva interpretato per la prima volta questi due ruoli nel 1880.

Bernhardt fu nominata membro della Legion d’Onore nel 1914. Nel 1905, durante una tournée in Sud America, si era ferita al ginocchio destro saltando dal parapetto nell’ultima scena de La Tosca. Nel 1915 era iniziata la cancrena e la sua gamba dovette essere amputata. Imperterrito, il patriottico Bernhardt ha insistito per visitare i soldati al fronte durante la prima guerra mondiale mentre veniva portato in giro su una lettiga. Nel 1916 iniziò il suo ultimo tour negli Stati Uniti e il suo spirito indomabile la sostenne durante 18 estenuanti mesi on the road.  Nel 1920 Bernhardt pubblica un romanzo, Petite Idole, che non è privo di interesse poiché l’attrice-eroina della storia costituisce un’idealizzazione della carriera e delle ambizioni del suo autore. Fatti e finzione sono difficili da districare nella sua autobiografia, Ma Double Vie: mémoires de Sarah Bernhardt (1907; My Double Life: Memoirs of Sarah Bernhardt, tradotto anche come Memories of My Life). Il trattato di Bernhardt sulla recitazione, L’Art du théâtre (1923; The Art of the Theatre), è rivelatore nelle sue sezioni sulla formazione vocale: l’attrice aveva sempre considerato la voce come la chiave del personaggio drammatico.

Commento di Cristina Rossello: La Bernhardt era un’attrice espressiva con un’ampia gamma emotiva nelle sue interpretazioni. La sua grazia, bellezza e carisma le hanno conferito una presenza scenica imponente. La sua carriera è stata aiutata anche dalla sua implacabile forza di volontà e dal suo comportamento non convenzionale sia dentro che fuori dal palco. Una donna, una star e un grande esempio di auto-determinazione.

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