Il calcio non si è tirato indietro e dall’Europa alle Americhe non sono mancati eventi e iniziative volte a supportare le persone e le famiglie in difficoltà, specialmente il mondo sportivo dietro le quinte e lontano dai riflettori.
Il primo esempio di aiuto concreto arriva dalla nostra Italia e più precisamente da Napoli. In particolare la squadra di calcio partenopea capitanata dal Presidente Aurelio De Laurentis dopo la decisione di calciatori e staff di offrire una raccolta alimentare alle famiglie bisognose e aiuti ai medici e gli infermieri degli ospedali campani, rinnova il suo sostegno con un terzo gesto degno di nota a testimonianza della collaborazione e del senso di appartenenza alla comunità locale.
Infatti secondo il Corriere del Mezzogiorno, il direttore sportivo Cristiano Giuntoli e il coach Rino Gattuso, hanno deciso di donare una parte del proprio stipendio ai dipendenti della SSC Napoli finiti in cassa integrazione per poter convivere con il periodo di lock down. Dirigente e allenatore, una volta appena appreso la notizia di una trentina di colleghi addetti alla segreteria, amministrazione e magazzinieri in cassa integrazione, hanno deciso di devolvere loro una parte del proprio stipendio a supporto in attesa della riapertura delle principali attività commerciali legate al campionato.
Detto questo, uno degli aspetti più sottovalutati e determinanti rispetto all’impatto del Coronavirus sul calcio riguarda appunto gli impiegati e i dipendenti dei club che sono rimasti praticamente senza lavoro. In questa direzione vanno iniziative come quella del Borussia Mönchengladbach, società tra le top 5 della Bundesliga, i cui giocatori e l’intero staff tecnico hanno deciso di rinunciare a metà del loro stipendio per destinarlo ai dipendenti del club. La cifra verrà versata nello specifico ai magazzinieri, ai giardinieri, ai cuochi che lavorano nel Borussia e che purtroppo, come detto, in questo periodo non hanno modo di svolgere le loro mansioni quotidiane. Spostandoci Oltremanica e precisamente in Scozia, Ann Budge, la presidentessa degli Hearts of Midlothian, squadra militante nella massima categoria di calcio scozzese, ha fatto sapere di aver chiesto ai suoi dipendenti di tagliare metà del proprio stipendio. La società sei anni fa rischiò la bancarotta ma venne salvata da Ann Budge, una donna d’affari scozzese che ora, a causa dei mancati introiti di sponsor e botteghini, teme le difficoltà nella gestione e nella sopravvivenza del club. Per questo Daniel Stendel, tecnico tedesco (ex Hannover) degli Hearts, ha deciso di rinunciare al 100% del proprio stipendio cercando di sensibiliizzare gli addetti ai lavori della stessa categoria. Come ha sottolineato il Guardian, quella della Budge è una scelta molto sensibile, che non costringe nessuno a vivere sotto la soglia di reddito minima e che invece darà più possibilità di sopravvivenza a quei contratti minacciati dalle conseguenze del Coronavirus.
Anche in UK in Premier League, il Chelsea ha offerto il suo sostegno al servizio nazionale britannico: per esempio il Millenium Hotel, l’albergo incluso nel complesso dello stadio Stamford Bridge, sarà utilizzato per poter ampliare il numero di posti letto nel distretto sanitario londinese mentre spostandosi più nello specifico, la società ha imposto ai calciatori stessi nel caso di un mancato accordo sul taglio dei loro stipendi al 10%, di prodigarsi in donazioni alle associazioni di supporto all’NHS e alle famiglie più in difficoltà e se possibile mantenere costantemente gli aiuti anche in futuro.
Oltreoceano in Argentina desta curiosità e interesse l’iniziativa solidale lanciata dal campione Carlos Tevez, che ha deciso di prolungare di sei mesi il suo contratto e giocare almeno fino alla fine del 2020 con la maglia del Boca Juniors, senza essere di peso. Anzi proprio senza guadagnare un peso, la moneta corrente in Argentina. L’ex attaccante di Manchester United e Juventus ha raccontato di voler rinunciare ai sei mesi previsti del suo rinnono di contratto e donare le mensilità direttamente ad una ONG. L’obiettivo che fa leva su tutto è tornare a vincere quella Coppa Libertadores che nella sua bacheca manca dal 2003. Anche gratis, donando lo stipendio in beneficenza e sensibilizzando i colleghi nazionali e internazionali a dedicarsi con la stessa concretezza ad un problema di carattere mondiale che globalmente interessa e coivolge tutti.