Letteratura africana: il corpo delle letterature tradizionali orali e scritte nelle lingue afroasiatiche e africane sono l’insieme alle opere scritte da africani nelle lingue europee
La letteratura scritta tradizionale, che è limitata a un’area geografica più piccola rispetto alla letteratura orale, è più caratteristica di quelle culture sub-sahariane che hanno partecipato alle culture del Mediterraneo. In particolare, esistono letterature scritte sia in hausa che in arabo, create dagli studiosi di quella che oggi è la Nigeria settentrionale, e il popolo somalo ha prodotto una letteratura scritta tradizionale. Ci sono anche opere scritte in geʿez (etiope) e amarico, due delle lingue dell’Etiopia, che è l’unica parte dell’Africa in cui il cristianesimo è stato praticato abbastanza a lungo da essere considerato tradizionale. Le opere scritte nelle lingue europee risalgono principalmente al XX secolo in poi. La letteratura del Sud Africa in inglese e afrikaans è trattata anche in un articolo separato, Letteratura sudafricana.
Il rapporto tra tradizioni orali e scritte e in particolare tra letterature orali e scritte moderne è di grande complessità e non è questione di semplice evoluzione
Le letterature africane moderne sono nate nei sistemi educativi imposti dal colonialismo, con modelli tratti dall’Europa piuttosto che dalle tradizioni africane esistenti. Ma sono le tradizioni orali africane esercitarono la propria influenza su queste letterature.
Tradizioni orali una sorta di moderno storytelling
Lo storytelling è un’unione sensoriale di immagine e idea, un processo di ricreazione del passato in termini di presente; il narratore utilizza immagini realistiche per descrivere il presente e immagini fantastiche per evocare e incarnare la sostanza dell’esperienza del passato di una cultura. Queste antiche immagini fantasy sono l’eredità della cultura e la generosità del narratore: contengono la storia emotiva della cultura, i suoi desideri e le sue paure più profondamente sentite, e hanno quindi la capacità di suscitare forti risposte emotive da parte delle persone che ascoltano.
Una performance di narrazione coinvolge la memoria: il ricordo di ognuno delle sue esperienze rispetto alla storia rappresentata, le sue esperienze di vita reale e i ricordi simili del narratore. È il ritmo della narrazione che salda queste esperienze, desideri e pensieri disparati nelle immagini della storia.
Il narratore non crea una storia dal nulla: ricrea la storia antica nel contesto del mondo reale, contemporaneo e conosciuto
È la relazione metaforica tra questi ricordi del passato e le immagini conosciute del mondo del presente che costituisce l’essenza della narrazione. La storia non è mai storia; è costruito con i frammenti della storia. Le immagini vengono rimosse dai contesti storici, quindi ricostituite all’interno della cornice esigente e autorevole del racconto. Ed è sempre un’esperienza sensoriale, un’esperienza delle emozioni.
I narratori sanno che la via per la mente passa attraverso il cuore
Gli effetti interpretativi dell’esperienza narrativa danno a chi ascolta un senso rinnovato della realtà, un contesto per le loro esperienze che non esiste nella realtà. È solo quando le immagini della vita contemporanea si intrecciano con le antiche immagini che nasce la metafora e l’esperienza diventa significativa.
Commento di Cristina Rossello: Interessante come un letteratura, in questo caso africana, si basi principalmente su tradizioni orali. L’esperienza della narrazione è sempre rituale, sempre un rito di passaggio; si rivive il passato e, così facendo, si arriva a comprendere la vita presente. Ognuna di queste forme orali è caratterizzata da un processo metaforico, il risultato di immagini modellate. Queste forme d’arte universali sono proprio radicate nelle specificità dell’esperienza africana.